Metamynodon

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Metamynodon
Scheletro di Metamynodon planifrons
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Mammalia
Ordine Perissodactyla
Famiglia Amynodontidae
Genere Metamynodon
Nomenclatura binomiale
Metamynodon
Scott & Osborn, 1887
Specie
  • M. planifrons (specie tipo)
  • M. chadronensis
  • M. mckinneyi

Il metaminodonte (gen. Metamynodon) è un mammifero perissodattilo estinto, appartenente agli aminodontidi. Visse tra l'Eocene medio e l'Oligocene inferiore (circa 39 - 32 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Nordamerica.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Benché imparentato alla lontana con gli odierni rinoceronti, questo animale era più simile a un ippopotamo. Il corpo era allungato e a forma di botte, e le zampe erano molto robuste e tozze. Il cranio, diversamente da quello dei rinoceronti attuali, era privo di corna e possedeva quattro canini di grandi dimensioni. Metamynodon planifrons, la specie più grande, poteva oltrepassare i 4 metri di lunghezza e sfiorare le due tonnellate di peso, ed era pertanto uno dei più grandi animali del suo ambiente.[3] Le zampe anteriori avevano quattro dita invece delle tre dei moderni rinoceronti.[4]

Cranio[modifica | modifica wikitesto]

Metamynodon era dotato di un cranio davvero notevole, soprattutto per la lunghezza della regione posteriore, sormontata da una cresta sagittale alta e molto sviluppata. Il muso era molto corto, mentre le arcate zigomatiche erano enormemente sviluppate. Le orbite erano posizionate in alto sul cranio. L'aspetto generale del cranio ricordava vagamente quello di un grosso carnivoro, più che quello di un rinoceronte. Il muso, corto e largo, era dotato di un'apertura nasale delimitata in alto da grandi ossa nasali bruscamente tronche, le cui apofisi laterali si incurvavano verso il basso all'interno delle ossa premascellari. Queste ultime erano appena visibili di profilo. È probabile che fossero presenti forti labbra prensili. Le apofisi post-timpaniche e post-glenoidi si incontravano andando a circondare il canale uditivo esterno. La scatola cranica era piccola e quindi il cervello era di dimensioni ridotte. Le orbite oculari erano posizionate in alto sul cranio, cosicché l'animale poteva vedere anche quando la testa era quasi completamente immersa nell'acqua.[4][5]

I molari e i canini erano enormemente sviluppati, mentre gli incisivi e i premolari erano quasi atrofizzati; i premolari, in particolare, erano tre nella mascella e solo due nella mandibola. I canini avevano l'aspetto delle zanne degli ippopotami. Il diastema dietro il canino superiore era molto corto. Vista la potenza dei muscoli masticatori e la brevità relativa del ramo montante della mandibola, i canini taglienti (dall'estremità smussata e a crescita continua) andavano a costituire armi potenti. I molari erano compressi trasversalmente, quasi come se avessero subito una deformazione plastica, ed erano slittati all'indietro: in questo modo le creste trasversali sui molari erano fortemente oblique. La superficie labiale dei molari era alta e piatta, con tendenza all'ipsodontia; in generale, i molari di questo animale ricordavano quelli di un altro gruppo di animali non strettamente imparentati, gli astrapoteri sudamericani.

Scheletro postcranico[modifica | modifica wikitesto]

Parte posteriore dello scheletro di un esemplare di Metamynodon planifrons

Metamynodon era un animale dalle forme pesanti, come indicato dallo scheletro dalla struttura massiccia: il collo era piuttosto corto, il tronco allungato e le ossa delle zampe erano corte e robuste. Le zampe anteriori avevano struttura parassonica, al contrario di quelle di Hyrachyus e dei rinoceronti veri e propri suoi contemporanei come Trigonias. La scapola era notevole nel possedere una spina scapolare ben sviluppata, così come l'acromion; a ben vedere, la sua forma era molto diversa da quella tipica per i perissodattili.

Come altri animali semiacquatici, Metamynodon possedeva spine neurali basse al di sopra delle vertebre toraciche; i muscoli del collo erano quindi deboli, poiché non necessitavano di sorreggere a lungo la testa al di fuori dell'acqua. La gabbia toracica era larga, e il torace di Metamynodon era a forma di botte, simile a quello degli ippopotami; questo potrebbe essere stato un adattamento sia per espandere il tratto digestivo sia per sviluppare i muscoli necessari per prevenire il rotolamento nell'acqua. I muscoli delle zampe (muscolo popliteo nel ginocchio, gastrocnemio e soleo nel polpaccio, muscolo estensore lungo delle dita nel piede e muscolo peroneo terzo nella zampa posteriore) erano tutti molto sviluppati, probabilmente per esercitare maggior forza quando l'animale camminava su un suolo fangoso (Wall e Henbaugh, 1999).

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Metamynodon venne istituito nel 1887 da Scott e Osborn, sulla base di resti fossili ben conservati provenienti dalla formazione White River del Dakota del Sud.[6] La specie tipo, Metamynodon planifrons, è ben identificata grazie a scheletri completi, ed è conosciuta in un notevole range spazio-temporale: è nota in terreni dell'Eocene superiore e dell'Oligocene inferiore in South Dakota, in Wyoming e in Mississippi.

Altre specie attribuite a Metamynodon sono M. chadronensis dell'Eocene superiore del South Dakota e del Texas, e M. mckinneyi dell'Eocene medio del Texas. Si ritiene che questa specie, la più antica del genere e caratterizzata da una mandibola particolarmente massiccia, fosse ancestrale alla successiva M. chadronensis; potrebbe inoltre essere derivata da una forma affine al genere Amynodon.[7] Altri fossili attribuiti con qualche incertezza a Metamynodon sono stati ritrovati in Cina.

Ricostruzione di Metamynodon planifrons

Metamynodon è il genere più famoso e meglio conosciuto degli aminodontidi, un gruppo di perissodattili del Terziario inferiore imparentati con i rinoceronti ma più simili a ippopotami. In particolare, Metamynodon era una delle forme più derivate del gruppo.

Paleoecologia e paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

Metamynodon era probabilmente un animale semiacquatico, come suggerito dalla forma del corpo e dalle zampe tozze. I lunghi e forti canini erano forse utilizzati come display intraspecifico o in combattimenti rituali.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Metamynodon, su fossilworks.org, Fossilworks.
  2. ^ William P. Wall, The phylogenetic history and adaptive radiation of the Amynodontidae, in Donald R Prothero e Robert M. Schoch (a cura di), The Evolution of perissodactyls, Oxford University Press, 1989, ISBN 9780195060393.
  3. ^ Paleobiology Database: Metamynodon planifrons, su museumu03.museumwww.naturkundemuseum-berlin.de. URL consultato il 29 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2012).
  4. ^ a b Palmer, D. (a cura di), The Marshall Illustrated Encyclopedia of Dinosaurs and Prehistoric Animals, London, Marshall Editions, 1999, p. 264, ISBN 978-1-84028-152-1.
  5. ^ W. P. Wall e K. L. Heinbaugh, Locomotor adaptations in Metamynodon planifrons compared to other amynodontids (Perissodactyla, Rhinocerotoidea) (PDF), in National Parks Paleontological Research, vol. 4, 1999, pp. 8–17. URL consultato il 1º settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2014).
  6. ^ W. B. Scott e H. F. Osborn, Preliminary Account of the Fossil Mammals from the White River Formation contained in the Museum of Comparative Zoology, Bulletin of the Museum of Comparative Zoology, 1887, pp. 165–169, ISBN 978-1-248-54867-7.
  7. ^ J. A. Wilson e J. A. Schiebout, Early Tertiary Vertebrate Faunas Trans-Pecos Texas: Amynodontidae, Pearce-Sellards Series, University of Texas, 1984, pp. 48–52.
  8. ^ D. R. Prothero e R. M. Schoch, Horns, Tusks, and Flippers: The Evolution of Hoofed Mammals, JHU Press, 2002, p. 258, ISBN 978-0-8018-7135-1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • W. B. Scott and H. F. Osborn. (1887). Preliminary account of the fossil mammals from the White River formation contained in the Museum of Comparative Zoology. Bulletin of the Museum of Comparative Zoölogy at Harvard College, 13(5):151-171.
  • H. F. Osborn and J. L. Wortman. (1894). Fossil mammals of the Lower Miocene White River beds. Collection of 1892. Bulletin of the American Museum of Natural History, 6(7):199-228.
  • H. E. Wood. (1937). A New, Lower Oligocene, Amynodont Rhinoceros. Journal of Mammalogy, 18(1):93-94.
  • Y.-X. Xu. (1961). Some Oligocene Mammals from Chuching, Yunnan. Vertebrata PalAsiatica, 5(4):315-325.
  • Y.-X. Xu and C.-S. Chiu. (1962). Early Tertiary Mammalian Fossils from Lunan, Yunnan. Vertebrata PalAsiatica, 6(4):313-332.
  • F. B. Van Houten. (1964). Tertiary geology of the Beaver Rim area, Fremont and Natrona Counties, Wyoming. United States Geological Survey Bulletin, 1164:1-99.
  • J. A. Wilson and J. A. Schiebout. (1981). Early Tertiary Vertebrate Faunas Trans-Pecos Texas. Amynodontidae. Pearce-Sellards Series, 33:1-62.
  • E. Manning and D. T. Dockery. (1985). Preliminary report of a Metamynodon skull from the Byram Formation (lower Oligocene) in Mississippi. Mississippi Geology, 6(2):1-16.
  • W. P. Wall and E. Manning. (1986). Rostriamynodon grangeri n. gen., n. sp. of amynodontid (Perissodactyla, Rhinocerotoidea) with comments on the phylogenetic history of Eocene Amynodontidae. Journal of Paleontology, 60(4):911-919.
  • D. R. Prothero and R. M. Schoch. (1989). Origin and evolution of the Perissodactyla: Summary and Synthesis. In: D. R. Prothero and R. M. Schoch (eds.), The Evolution of Perissodactyls, p. 530-529.
  • E. Manning. (1997). An early Oligocene Rhinoceros jaw from the marine Byram Formation of Mississippi. Mississippi Geology, 18(2):13-31.
  • W. P. Wall. (1998). Amynodontidae. In: C. M. Janis, K. M. Scott, and L. L. Jacobs (eds.), Evolution of Tertiary Mammals of North America, 1:583-588.
  • Wall, W. P.; Heinbaugh, K. L. (1999). Locomotor adaptations in Metamynodon planifrons compared to other amynodontids (Perissodactyla, Rhinocerotoidea) (PDF). National Parks Paleontological Research, 4: 8–17.

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