Mario Ponzio di San Sebastiano

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Mario Ponzio di San Sebastiano

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato24 maggio 1924 –
20 gennaio 1929
LegislaturaXXVII
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoLista Nazionale
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
Universitàuniversità di Torino
Professioneavvocato
Mario Ponzio di San Sebastiano
NascitaNovara, 3 aprile 1899
Morte1972
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoArditi
Reparto39º Reggimento fanteria "Bologna"
Anni di servizio1917-1945
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Mario Ponzio di San Sebastiano (Novara, 3 aprile 18991972) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della prima guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Novara il 3 aprile 1899, figlio di Cesare e Anna Caramello.[1] Interruppe gli studi di giurisprudenza presso l'università di Torino e nel febbraio 1917 si arruolò volontario nel Regio Esercito, assegnato all'arma di fanteria. Frequentò il corso per ufficiali di complemento venendo nominato aspirante nell'ottobre 1917, assegnato dapprima al reparto mitraglieri del 50º Reggimento fanteria e poi a quello del 39º Reggimento fanteria.[1] Si distinse in combattimento sull'Asolone, sul Roccolo e sul Pertica.[1] Promosso tenente nella primavera del 1918, fu trasferito al XVIII Reparto d'assalto di cui divenne aiutante maggiore in seconda,[3] partecipando alla battaglia del solstizio dove rimase ferito da una bomba a mano e fu decorato con la prima medaglia d'argento al valor militare.[3] Si distinse ancora in combattimento il 16 settembre, venendo decorato con la seconda medaglia d'argento al valor militare per il suo ruolo nella conquista delle trincee nemiche di Malga Fossa di Confin.[3] Partecipò successivamente alla conquista del Monte Pertica durante la battaglia di Vittorio Veneto, rimanendo gravemente ferito e venendo poi decorato con la medaglia d'oro al valor militare con Regio Decreto del 24 maggio 1923.[2]

Fu dimesso dall'ospedale nell'autunno del 1919 partecipando subito all'impresa di Fiume sotto il comando di Gabriele D'Annunzio, prendendo rischiose iniziative.[4] Congedato nel 1920 riprese gli studi e conseguì la laurea in giurisprudenza, venendo nominato, per concorso, vice bibliotecario presso il Senato del Regno svolgendo anche attività associativa, giornalistica e nella vita pubblica. Fu deputato al parlamento[3] per la XXVII Legislatura (24 maggio 1924-20 gennaio 1929), in rappresentanza dei combattenti del Lazio ritirandosi, per gravi contrasti, dall'attività politica.[4] Primo firmatario di una mozione di sfiducia a Benito Mussolini nel 1924, fu arrestato nel novembre 1927 per attività contro il regime fascista.[4] Iniziò allora a collaborare con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana.[4] Trasferitosi all'estero ritornò in Patria dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, e rientrò in servizio attivo dietro sua domanda, assegnato in servizio presso il comando della 2ª Armata operante nell'area dei Balcani.[1] Fu promosso capitano nel corso del 1942.[4] Riprese il suo lavoro presso il Senato nel 1945 arrivando a ricoprire il ruolo di vice direttore dell'Ufficio studi legislativi.[1] A causa del riacutizzarsi delle vecchia ferite riportate in guerra fu collocato definitivamente a riposo nel 1959.[4] Si spense nel 1972.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore di un reparto d’assalto, scorgendo che l’intenso fuoco avversario d’artiglieria e mitragliatrici affievoliva l’ardore dei soldati, spontaneamente si slanciava più volte alla testa di essi all’attacco di una molto difficile ed importante posizione nemica, raggiungendola con i primi ed ingaggiando violenta lotta con pugnale e bombe a mano con gli strenui difensori di essa e coi sopraggiunti al contrattacco. Rimasto gravemente ferito da pallottola che gli fratturava un femore, non volle essere allontanato dalla lotta ormai ridotta intorno a lui; ma con fulgido valore, mirabile forza d’animo ed ardore esemplare, seppe infondere nei pochi rimasti tanta e sì efficace tenacia, da resistere fieramente fino all’arrivo dei rinforzi, salvando così l’importante posizione con tanto sangue conquistata e difesa. Monte Pertica, Grappa, 25 ottobre 1918.[5]»
— Regio Decreto 24 maggio 1923.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante in un reparto d'assalto, spontaneamente riordinava un nucleo di arditi sorpresi da violente raffiche di mitragliatrici avversarie, e con esse si slanciava all'assalto di una ben munita posizione, conquistandola. Rimasto ferito ad ambedue le gambe da una bomba a mano, incurante di se, provvedeva a far trasportare nelle nostre linee alcuni feriti, tra cui un ufficiale che era caduto sul ciglio della trincea conquistata. Trasportato poi in barella al posto di medicazione reggimentale, ne faceva avvertito il comandante della colonna, desiderando, con elevato sentimento del dovere, nonostante le forti sofferenze, di tenerlo informato sull'andamento dell'azione e sulla situazione del nemico. Monte Solarolo (Regione del Grappa), 16-17 giugno 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore del reparto, durante l'azione, nonostante l'infuriare del fuoco nemico, fu instancabile ufficiale di collegamento tra i vari elementi della colonna operante. Si slanciava parecchie volte all'assalto di ricoveri nemici e reticolati, alla testa di pochi uomini e, con l'aiuto del solo caporale trombettiere riusciva a catturare 38 prigionieri. Sebbene sofferente per la riapertura di una precedente ferita ad una gamba, continuava instancabile il suo servizio. Fulgido esempio di rare virtù militari e di ardire. Malga-Fossa dei Confini, 16 settembre 1918
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della spedizione di Fiume - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Camillo Berneri, Lo spionaggio fascista all'estero (PDF), Roma, Edizioni La Nuova Epoca, 1944.
  • Nino Bolla, Dieci mesi di Governo Badoglio, Milano, Fondazione Comandante Libero, 2016.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 178.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN307416742 · SBN RAVV072261