Marianne Weber (sociologa)

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Marianne Weber

Marianne Weber, nata Schnitger coniugata Weber (Oerlinghausen, 2 agosto 1870Heidelberg, 12 marzo 1954), è stata una sociologa, politica e femminista tedesca, ricordata anche per essere stata la moglie del filosofo e sociologo Max Weber.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Marianne Schnitger nacque a Oerlinghausen, una cittadina della provincia prussiana della Vestfalia, in una ricca famiglia tedesca: suo padre Eduard Schnitger era medico, la madre Anna era figlia di Karl Weber, un importante uomo di affari di Oerlinghausen[1]. Quando sua madre morì nel 1873, il padre si trasferì con la famiglia a Lemgo dalla propria madre. Più tardi il padre e due fratelli si ammalarono e il padre morì in un ospedale psichiatrico[1]. Marianne studiò a Lemgo e in un collegio di Hannover, la cui retta era pagata dal nonno materno. Quando anche la nonna morì (nel 1889) Marianne si trasferì nuovamente a Oerlinghausen in casa di Alwine Weber, sorella di sua madre[1].

Marianne e Max Weber (foto del 1894)

Nel 1891 Marianne iniziò a trascorrere del tempo con i Weber di Charlottenburg: il capofamiglia Max Weber (1836–1897) era un importante giurista e uomo politico, fratello di Karl Weber e quindi prozio di Marianne. Marianne si affezionò soprattutto alla moglie Helene (1844–1919)[2]. Nel 1893 Marianne sposò a Oerlinghausen Max Weber, il giovane figlio di Max ed Helene, e la coppia si trasferì dapprima a Berlino e successivamente (nel 1894) a Friburgo in Brisgovia, dove Marianne seguì le lezioni del filosofo neokantiana Heinrich Rickert[3]. A Friburgo, Marianne cominciò a impegnarsi nel movimento femminista e continuò anche dopo il trasferimento col marito ad Heidelberg nel 1897[3] Nel 1898 Max Weber ebbe una grave crisi depressiva e fino al 1904 non poté attendere a nessuna attività; Marianne di fatto attese in parte all'attività del marito[4]. Il primo saggio di Marianne fu pubblicato nel 1900[5]; nel 1907 fu pubblicato il suo più importante lavoro[6]. Nel 1904 accompagnò il marito negli Stati Uniti[7]

Nel 1919 Marianne Weber divenne membro del Partito Democratico Tedesco e fu eletta al parlamento del Baden-Baden, prima donna eletta nella Repubblica di Baden[8]; nel 1919 fu presidente dell'Unione delle organizzazioni femministe tedesche (Bund Deutscher Frauenvereine), incarico che mantenne fino al 1923[9]. Nel 1919 Max e Marianne Weber si trasferirono a Monaco di Baviera; l'anno successivo adottarono i quattro figli di Lili Weber, la sorella di Max morta suicida[10]. Poco dopo, tuttavia, suo marito morì. Marianne ne continuò l'attività: ritornò ad Heidelberg (nel 1921), dove nel 1924 le fu concessa la laurea honoris causa. Nel 1926 pubblicò una biografia di suo marito[2]. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1954, rimase attiva come studiosa continuando a prendersi cura anche dei quattro figli adottivi[10].

Opere (selezione)[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Marianne Weber, Fichte's Sozialismus und sein Verhältnis zur Marxschen Doktrin, Tübingen, J. C. B. Mohr, 1900.
  • (DE) Marianne Weber, Beruf und Ehe. Die Beteiligung der Frau an der Wissenschaft, Berlin-Schöneberg, Buchverlag der Hilfe, 1906.
  • (DE) Marianne Weber, Ehefrau und Mutter in der Rechtsentwicklung, Tübingen, Mohr, 1907.
  • (DE) Marianne Weber, Die Frau und die objektive Kultur, in Logos, vol. 4, n. 3, 1913, pp. 328–363.. Edizione italiana: ISBN 978-88-6992-337-1 Marianne Weber, La donna e la cultura : questione femminile e partecipazione pubblica, a cura di Barbara Grüning, traduzione di Barbara Grüning, Roma, Armando, 2018.
  • (DE) Marianne Weber, Die Frauen und die Liebe, Königstein (Taunus), Langewiesche, 1935.
  • (DE) Marianne Weber, Erfülltes Leben, Heidelberg, Schneider, 1946.
  • (DE) Marianne Weber, Lebenserinnerungen, Bremen, Storm, 1948.
  • (DE) Marianne Weber, Max Weber. Ein Lebensbild, Tübingen, Mohr, 1926.. Edizione italiana: Marianne Weber, Max Weber : una biografia, traduzione di Biagio Forino, Bologna, Il mulino, 1995, ISBN 88-15-04786-7.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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