Maria Amandina di Schakkebroek

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Santa Maria Amandina di Schakkebroek
Suor Maria Amandina
 

Religiosa e missionaria

 
NascitaHerk-la-Ville, 28 dicembre 1872
MorteTaiyuan, 9 luglio 1900 (27 anni)
Venerata daChiesa cattolica
Beatificazione24 novembre 1946 da papa Pio XII
Canonizzazione1 ottobre 2000 da papa Giovanni Paolo II
Ricorrenza9 luglio
Attributipalma

Suor Maria Amandina, detta di Schakkebroek, al secolo Pauline Jeuris (Herk-la-Ville, 28 dicembre 1872Taiyuan, 9 luglio 1900), è stata una religiosa e missionaria belga. Martirizzata in Cina durante la rivolta dei boxer, fu beatificata il 24 novembre 1946 da papa Pio XII e proclamata santa da San Giovanni Paolo II il 1º ottobre 2000.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel villaggio di Schakkebroek parte del comune di Herk-de-Stad, allora chiamata ufficialmente col nome francese di Herk-la-Ville, nel Limburgo belga. Era la settima di otto figli dei coniugi Cornelius Jeurus ed Agnèse Thijs, persone di fede ed agiati agricoltori[1].

Orfana di madre a sette anni, fu affidata agli zii e frequentò l'istituto delle Orsoline di Schakkebroek, quindi le Figlie della Carità a Gand dove si era fatta suora la sorella più grande, Maria.

Tuttavia maturò la sua vocazione in un'altra congregazione: le Francescane missionarie di Maria, dov'era entrata l'altra sorella Rosalie (e dove poi entrerà anche la sorella minore Mathilde), in cui prese i voti il 13 dicembre 1896[1]. Dopo il noviziato ad Anversa, fece pratica di infermiera a Marsiglia, per poi essere inviata come missionaria in Cina, nel vicariato apostolico dello Shānxī settentrionale, ad occuparsi dell'orfanotrofio femminile. All'epoca il vicariato aveva circa 15.000 cristiani e 3.000 catecumeni[2], pari al 5% della popolazione, un numero in forte crescita. Era retto dai vescovi Gregorio Maria Grassi, vicario apostolico, e Francesco Fogolla come coadiutore.

Localizzazione sulla carta della Cina.

Suor Amandina arrivò a Taiyuan il 4 maggio 1899 con altre 6 consorelle ed ebbe subito il compito dell’ambulatorio e del dispensario, attivati in attesa dell’ospedale progettato. Per il suo atteggiamento allegro era chiamata dai locali[1]

«la vergine europea che ride sempre.»

Sant'Amandina con le consorelle, 1898 circa.

Il martirio[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine del XIX secolo, la situazione si deteriorò rapidamente a causa di calamità naturali e problemi internazionali, che generavano sentimenti xenofobi; scoppiata la rivolta dei Boxer contro gli europei in generale e contro i cristiani che venivano assimilati ai primi, tanto i vescovi che le suore rifiutarono di lasciare la loro missione[1][2].

Arrivati i boxer nel vicariato, espulsero le orfane dalla struttura, arrestarono la comunità cattolica (come anche quella protestante) e quattro giorni dopo, il 9 luglio, giustiziarono tutti: le sette suore, i due vescovi, due sacerdoti, un frate e quattordici laici cinesi. Suor Amandina fu tra le ultime ad essere uccisa: dopo aver cantato un Te Deum con le consorelle fu decapitata. Aveva 27 anni.

Culto ed eredità[modifica | modifica wikitesto]

Suor Amandina è stata beatificata il 24 novembre 1946, insieme con altri 28 francescani e francescane martirizzati in Cina; è stata poi proclamata santa il 1º ottobre 2000 da san Giovanni Paolo II col gruppo dei 120 martiri cinesi. La sua festa canonica è stata fissata al 9 luglio, il giorno del martirio[3].

Il museo di Sant'Amandina in una tipica casa colonica della regione

La sua casa natale a Schakkebroek, fattoria originale "splendidamente conservata"[4], è diventata il museo Sant'Amandina. All'interno, il fienile è stato trasformato nella cappella cinese.

Sant'Amandina nella sua missione di Taiyuan, in Cina. Dipinto nel coro della cappella cinese del museo Sant'Amandina a Herk-de-Stad, in Belgio.

Il sito è un monumento protetto[5] ed anche la strada è stata intitolata a lei.

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

«Come potrei ringraziarvi? non ho nulla se non la mia vita»

«Sono interamente per Gesù e sono pronta a tutto ciò che ci si aspetta da me»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Antonio Borrelli e Emilia Flochini, Santa Maria Amandina (Pauline Jeurus) Vergine e martire. 9 luglio, su santiebeati.it, 6 luglio 2018. URL consultato il 5 marzo 2023.
  2. ^ a b Giuseppe Croce, GREGORIO Grassi, santo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 59, Torino, UTET, 2002.
  3. ^ Santi Agostino Zhao Rong († 1815) e 119 compagni martiri († 1648 - 1930), festa il 9 luglio, L'Évangile au quotidien.
  4. ^ (NE) Frieda Schlusmans et al., Inventaris van het cultuurbezit in België, Architectuur, Provincie Limburg, Arrondissement Hasselt. Bouwen door de eeuwen heen in Vlaanderen, 6n2 (He-Z), Bruxelles - Gand, 1981.
  5. ^ (NE) Agentschap Onroerend Erfgoed (agenzia per il patrimonio immobiliare): Hoeve Amandinahuis

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Alain Guillermou, Des saints et des prénoms, Desclée de Brouwer, 1976, p. 29.
  • (FR) Rosa Giorgi, Le Petit livre des saints, Parigi, Larousse, 2006, p. 406, ISBN 2-03-582665-9.
  • (EN) Anthony E. Clark, China's Saints: Catholic Martyrdom During the Qing (1644-1911), Lanham, Maryland, Lehig University Press, Rowman & Littlefield, 2011.

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