La donna di governo

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La donna di governo
Commedia in 5 atti
AutoreCarlo Goldoni
Generecommedia in versi
Composto nel1758
Prima assolutaautunno 1758
Venezia
Personaggi
  • Il signor Fabrizio, vecchio benestante
  • La signora Giuseppina, sua nipote
  • La signora Rosina, altra nipote
  • Valentina, donna di governo
  • La signora Dorotea, zia materna delle due sorelle
  • La signora Felcita, sorella di Valentina
  • Il signor Fulgenzio, amante di Giuseppina
  • Il signor Ippolito, amante di Rosina
  • Il signor Baldissera, amante di Valentina
  • Tognino, servitore
  • Un notaro
 

La donna di governo è un'opera teatrale in cinque atti in versi martelliani di Carlo Goldoni scritta nel 1758 e messa in scena per la prima volta nel Teatro San Luca di Venezia nel corso dell'autunno di quell'anno. La commedia non riscosse il consenso del pubblico e non venne ulteriormente replicata:

«fosse per difetto della commedia ovvero dell’esecuzione, cadde alla prima recita e fu ritirata immediatamente.»

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Milano, casa di Fabrizio, un vecchio benestante. La governante Valentina vuole derubare il padrone a vantaggio del signor Baldissera, suo amante, ma Giuseppina e Rosina, le due giovani nipoti del signor Fabrizio, temendo che loro parte di eredità si dilegui, fanno di tutto per sventare il piano della domestica.

Poetica[modifica | modifica wikitesto]

Il tema della serva padrona, già presente ne La castalda (1751) e ne La cameriera brillante (1753)[1], dove vengono tratteggiate due figure positive di serve scaltre ma fedeli, fu ripreso dal commediografo veneziano per rappresentare questa volta una figura negativa. Come dichiarato nella prefazione all'edizione a stampa, con questa commedia l'autore si proponeva d'illuminare quei tali che più credono ad una mercenaria adulatrice servente, anziché ai Parenti, agli Amici, ed al loro sangue medesimo. [...] Donne pur troppo, che costrette dallo stato loro a vivere del pane altrui, se ne abusano malamente, e guadagnando l'animo del Padrone, lo conducono dove l'ambizione o il mal costume le porta[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tutte le opere di C. Goldoni, a cura di G. Ortolani, VII, Milano, Mondadori, 1946
  2. ^ Carlo Goldoni, prefazione a La donna di governo