Klaus Fredenhagen

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Klaus Fredenhagen (centro) con Roberto Longo (sinistra) e Karl-Henning Rehren (destra) nel 2002

Klaus Fredenhagen (Celle, 1º dicembre 1947) è un fisico tedesco che si occupa degli aspetti fondazionali della teoria quantistica dei campi.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Klaus Fredenhagen è nato il 1º dicembre 1947 a Celle, una città tedesca della Bassa Sassonia. Si è dottorato nel 1976[2] all'Università di Amburgo sotto la supervisione dei fisici teorici tedeschi Gert Roepstorff e Rudolf Haag.[3] Nel 1985 è diventato privatdozent e nel 1990 professore ordinario del secondo istituto di fisica teorica dell'università di Amburgo.[4] Dal 2013 è professore emerito e continua ad essere attivo nella ricerca.[5]

Carriera Scientifica[modifica | modifica wikitesto]

I suoi interessi scientifici principali sono la teoria quantistica dei campi e in particolar modo la sua formalizzazione su spazi curvi. Nel 1981 ha provato l'esistenza delle antiparticelle nelle teorie quantistiche dei campi in presenza di campi massivi senza usare l'invarianza CPT.[6] Nel 1990 assieme a Rudolf Haag ha contribuito alla comprensione della radiazione di Hawking dei buchi neri su basi matematiche rigorose.[7] Nel 1994 in collaborazione con Sergio Doplicher e John E. Roberts, si è occupato dei fondamenti matematici della gravità quantistica a livello di struttura quantistica dello spaziotempo alla scala di Planck.[8] Nel 1996 assieme a Romeo Brunetti ha lavorato alla generalizzazione su spazi curvi della procedura di rinormalizzazione di Epstein-Glaser delle teorie dei campi interagenti usando l'analisi microlocale.[9] Attualmente si occupa insieme a Detlev Buchholz dello sviluppo di un nuovo approccio basato sulle C*-algebre per la costruzione rigorosa di teorie quantistiche dei campi interagenti.[10]

Premi e onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1987 Klaus Fredenhagen ha vinto il premio per la fisica dell'Accademia delle scienze di Gottinga[11] e nel 1997 è stato Leibniz Professor[12] all'Università di Leipzig.[13] Nel dicembre 2017, in occasione del suo 70º compleanno, gli è stato dedicato il workshop Quantum Physics meets Mathematics tenutosi all'università di Amburgo.[14]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Libri curati[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Klaus Fredenhagen, An Introduction to Algebraic Quantum Field Theory, in Romeo Brunetti, Claudio Dappiaggi, Klaus Fredenhagen e Jakob Yngvason (a cura di), Advances in Algebraic Quantum Field Theory, collana Mathematical Physics Studies, Springer International Publishing, 2015, pp. 1–30, DOI:10.1007/978-3-319-21353-8, ISBN 978-3-319-21352-1.
  • (EN) Romeo Brunetti e Klaus Fredenhagen, Quantum Field Theory on Curved Backgrounds, in Klaus Fredenhagen e Christian Bär (a cura di), Quantum Field Theory on Curved Backgrounds - concepts and mathematical foundations, collana Lecture Notes in Physics, vol. 786, n. 5, Springer, 2009, p. 129, DOI:10.1007/978-3-642-02780-2_5, ISBN 978-3-642-02779-6, arXiv:0901.2063.

Pubblicazioni scientifiche selezionate[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Pagina personale di Klaus Fredenhagen, su Università di Amburgo. URL consultato il 18 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2021).
  2. ^ La tesi di dottorato è (DE) Klaus Fredenhagen, Die Quantenelektrodynamik mit einem Freiheitsgrad für das Photonfeld, Hamburg, 1976. URL consultato il 19 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2021).
  3. ^ (EN) Klaus Fredenhagen, su Mathematics Genealogy Project, North Dakota State University.
  4. ^ È stato il successore della cattedra di Rudolf Haag, che è andato in pensione nel 1987. Si veda ad esempio la panoramica storica (EN) About the Theoretical Physics Institute II, su Università d'Amburgo. URL consultato il 18 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2021).
  5. ^ (DE) Fredenhagen, Klaus, su Università d'Amburgo. URL consultato il 18 aprile 2021.
  6. ^ (EN) Hans-Jürgen Borchers, The CPT theorem in two-dimensional theories of local observables, in Communications in Mathematical Physics, vol. 143, n. 2, 1992, pp. 315–332, DOI:10.1007/BF02099011.
  7. ^ (EN) Bernard S. Kay, Quantum Field Theory in Curved Spacetime, in Encyclopedia of Mathematical Physics, Academic Press, 2006, pp. 202–212, DOI:10.1016/B0-12-512666-2/00018-3, ISBN 978-0-12-512666-3, arXiv:gr-qc/0601008.
  8. ^ (EN) Dorothea Bahns, Sergio Doplicher, Gerardo Morsella e Gherardo Piacitelli, Quantum Spacetime and Algebraic Quantum Field Theory, in Romeo Brunetti, Claudio Dappiaggi, Klaus Fredenhagen e Jakob Yngvason (a cura di), Advances in algebraic quantum field theory, Springer, Cham, 2015, pp. 289–330, DOI:10.1007/978-3-319-21353-8_7, ISBN 978-3-319-21353-8, arXiv:1501.03298.
  9. ^ (EN) Igor Khavkine e Valter Moretti, Algebraic QFT in Curved Spacetime and Quasifree Hadamard States: An Introduction, in Romeo Brunetti, Claudio Dappiaggi, Klaus Fredenhagen e Jakob (a cura di), Advances in Algebraic Quantum Field Theory, collana Mathematical Physics Studies, Springer International Publishing, 2015, pp. 191–251, DOI:10.1007/978-3-319-21353-8, ISBN 978-3-319-21352-1.
  10. ^ (EN) Detlev Buchholz e Klaus Fredenhagen, A C*-algebraic approach to interacting quantum field theories, in Communications in Mathematical Physics, vol. 377, n. 2, 2020, pp. 947–969, DOI:10.1007/s00220-020-03700-9, arXiv:1902.06062.
  11. ^ (DE) Physics prize winners, su Accademia delle scienze di Gottinga. URL consultato il 18 aprile 2021.
  12. ^ La Leibniz Professorship è una delle più alte onorificenze assegnate dall'università di Leipzig e dal 1994 viene conferita ogni semestre. Si veda (EN) Leibniz Professorship, su Università di Leipzig. URL consultato il 18 aprile 2021.
  13. ^ (EN) Leibniz Alumni, su Università di Leipzig. URL consultato il 18 aprile 2021.
  14. ^ (EN) Quantum Physics meets Mathematics - a workshop on the occasion of Klaus Fredenhagen's 70th birthday, su Local Quantum Physics Crossroads. URL consultato il 18 aprile 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN62379263 · ISNI (EN0000 0000 1248 9254 · ORCID (EN0000-0001-8645-5783 · LCCN (ENnb2009030657 · GND (DE120451980 · J9U (ENHE987007449062805171 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2009030657