Itala Cappa 18

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Italia Cappa 18
Descrizione generale
CostruttoreBandiera dell'Italia Itala
ProgettistaGiulio Cesare Cappa
Tipomotore a V di 60°
Numero di cilindri12
Alimentazione4 carburatori
Schema impianto
Cilindrata16 956 L
Alesaggio120 mm
Corsa135 mm
DistribuzioneOHV 4 valvole per cilindro
Combustione
Combustibilebenzina
Raffreddamentoad acqua
Uscita
Potenza430 CV a 2 300 giri/min
Peso
A vuoto380 kg
Carico409 kg
Note
dati estratti da Itala Cappa 18 Fabbrica Automobili Torino, Italia[1]
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L'Itala Cappa 18 era un motore sperimentale raffreddato ad acqua a 12 cilindri a V realizzato dall'azienda aeronautica italiana Itala negli anni 1920.[2]

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Mentre lavorava per la Fiat, in risposta a un requisito per un motore commerciale bandito nel corso del 1923, l'ingegnere Giulio Cesare Cappa progettò un nuovo propulsore a 12 cilindri a V raffreddato ad acqua.[1] Nel 1924 Cappa aprì un proprio studio tecnico e il motore aeronautico fu messo in pre produzione sperimentale presso la Itala.[1]

Il nuovo motore a 12 cilindri a V, raffreddato a liquido, aveva una cilindrata di 16 956 L ed erogava una potenza massima di 430 CV a 2 300 giri/min, che salivano a 454 HP a 2 500 giri con l'utilizzo del compressore.[3] I pistoni avevano un alesaggio di 120 mm e una corsa di 135 mm.[3] La distribuzione era formata da 4 valvole per cilindro, di cui due di aspirazione comandate mediante aste e bilancieri e due di scarico comandate direttamente dall'albero a camme.[1] Tale soluzione era stata adottata per avere un minore ingombro frontale. L'alimentazione comprendeva un carburatore aspirato e compressore.[1] Era presente un riduttore di giri di tipo epicicloidale, ideale per gli elevati rapporti di riduzione, per gli elevati valori di coppia trasmessi e per gli elevati carichi da sopportare sull'albero in uscita.[1] I componenti elettrici erano forniti dalla Magneti Marelli, e gli elementi in gomma dalla Pirelli.[1] Il peso a secco del motore era di 380 kg.[3]

Il genio aeronautico si interessò al motore acquistandone 4 esemplari a scopo sperimentale per la cifra di 880.000 lire che furono consegnati il 30 giugno 1925.[1] Le norme di esecuzione della prova prevedevano un funzionamento di 75 ore, ma al termine delle stesse non venne emesso nessun ordine di produzione.[1] Uno di questi motori è attualmente conservato presso la Collezione “Antonio Capetti” del Dipartimento di Energia del Politecnico di Torino.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Dassano 2017, p. 5.
  2. ^ a b Dassano 2017, p. 4.
  3. ^ a b c Mancini 1936, p. 364.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dante Giacosa, I miei 40 anni alla Fiat, Torino, Centro Storico Fiat, 1979.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
Periodici
  • Fabrizio Dassano, Itala Cappa 18 Fabbrica Automobili Torino, Italia, in Aerei nella Storia, n. 112, Parma, West-Ward Edizioni, febbraio-marzo 2017, pp. 4-6.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]