Hermann Remmele

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Hermann Remmele

Membro del Reichstag
Durata mandato1920 –
1933

Membro del Comitato Esecutivo del Comintern (EKKI)

Membro del Politburo
Durata mandato1926 –
?

Dati generali
Partito politicoPartito Socialdemocratico di Germania, Partito Comunista di Germania e Partito Socialdemocratico Indipendente di Germania
Professionepolitico

Hermann Remmele (Heidelberg, 15 novembre 1880Mosca, 7 marzo 1939) è stato un politico tedesco, membro dell'SPD, dell'USPD e del KPD. Durante l'esilio a Mosca gli fu dato il nome in codice di "Herzen"[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Remmele nacque nel 1880, figlio di un mugnaio e fratello del futuro presidente della regione di Baden, Adam Remmele (1877–1951). Frequentò la scuola elementare a Ludwigshafen sul Reno e sempre lì completò un apprendistato come tornitore di ferro, lavoro che in seguito svolse fino allo scoppio della guerra nel 1914.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1897 Remmele entrò a far parte del partito socialdemocratico tedesco e dell'Associazione tedesca dei metalmeccanici (Deutscher Metallarbeiter-Verband). Dal 1901 al 1914 fu rappresentante onorario o membro del consiglio di amministrazione del sindacato nell'area di Mannheim, Darmstadt e Offenbach am Main. Inoltre, era uno dei dirigenti dell'Associazione dei giovani lavoratori a Mannheim e tra il 1907 e il 1908 lavorò come autore per alcuni giornali di orientamento socialdemocratico.

1914-1932[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1914 Remmele partì per la prima guerra mondiale. Nel 1917 co-fondò il Partito Socialdemocratico Indipendente di Germania (USPD). Durante la rivoluzione di novembre fu membro del consiglio dei lavoratori e dei soldati a Mannheim. Nello stesso anno divenne Segretario distrettuale dell'USPD nella regione di Baden e Palatinato. Poi ricoprì la stessa posizione nel Württemberg fino al 1920.

Nel 1920 insieme a una parte del partito si unì al partito comunista (allora noto come VKPD). Fu poi dal 1920 al 1933 membro del Comitato centrale (ZK) del KPD e nel 1924 presidente per un breve periodo di tempo. Dal 1923 al 1926 fu direttore dell'organo di stampa del partito, il Die Rote Fahne. Fu anche membro del Reichstag dal 1920 al 1933, membro del Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista (EKKI) dal 1926 e del Politburo, il più alto organo del KPD.[2]

Esilio a Mosca[modifica | modifica wikitesto]

Remmele visse a Mosca dall'agosto 1932, dopo che la sua fazione, sostenuta anche da Heinz Neumann (1902-1937) rimase in minoranza all'interno del KDP, per questo motivo si dimise nell'ottobre 1932 anche dalla segreteria del Comitato centrale del KPD. Nel novembre 1933 fu espulso dal Comitato centrale del KPD e dal Politburo e costretto a dimettersi dalle sue funzioni nell'EKKI. Nel marzo 1934, il Deutsche Reichsanzeiger pubblicò la seconda lista di espatriati del Reich, lista dove compariva anche il nome di Remmele.[3][4]

Arresto e morte[modifica | modifica wikitesto]

Remmele era sposato e aveva due figli. Nel 1937 lui, sua moglie Anna (1888-1947)[5] e suo figlio Helmut (1910-1938)[6], membro del Comitato Centrale dell'Associazione della Gioventù Comunista di Germania, furono arrestati durante la Grande Purga.[5] Il 7 marzo 1939 Remmele fu condannato a morte e fucilato lo stesso giorno nel cimitero del monastero Donskoj a Mosca. Nel 1988 fu riabilitato da una Corte sovietica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Kurzbiographie Remmele, Hermann (Herzen) In: Institut für Geschichte der Arbeiterbewegung (Hrsg.): In den Fängen des NKWD: Deutsche Opfer des stalinistischen Terrors in der UdSSR. Dietz Verlag, Berlin 1991, ISBN 3-320-01632-6, S. 183
  2. ^ Hermann Weber: Kommunistische Bewegung und realsozalistischer Staat. Beiträge zum deutschen und internationalen Kommunismus, herausgegeben von Werner Müller.Bund-Verlag, Köln 1988, S. 166/168.
  3. ^ ISBN 978-3-11-095062-5.
  4. ^ Martin Schumacher (Hrsg.): M.d.R. Die Reichstagsabgeordneten der Weimarer Republik in der Zeit des Nationalsozialismus. Politische Verfolgung, Emigration und Ausbürgerung 1933–1945.Droste-Verlag, Düsseldorf 1991, ISBN 3-7700-5162-9, S. 458f.
  5. ^ a b Kurzbiographie Remmele, Anna In: Institut für Geschichte der Arbeiterbewegung (Hrsg.): In den Fängen des NKWD: Deutsche Opfer des stalinistischen Terrors in der UdSSR. Dietz Verlag, Berlin 1991, ISBN 3-320-01632-6, S. 183
  6. ^ Kurzbiographie Remmele, Helmut In: Institut für Geschichte der Arbeiterbewegung (Hrsg.): In den Fängen des NKWD: Deutsche Opfer des stalinistischen Terrors in der UdSSR. Dietz Verlag, Berlin 1991, ISBN 3-320-01632-6, S. 183

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wilhelm Heinz Schröder: Sozialdemokratische Parlamentarier in den deutschen Reichs- und Landtagen 1867–1933. Biographien, Chronik, Wahldokumentation. Ein Handbuch (= Handbücher zur Geschichte des Parlamentarismus und der politischen Parteien. Band 7). Droste, Düsseldorf 1995, ISBN 3-7700-5192-0, S. 673.
  • (DE) Hermann Weber, Remmele, Hermann, in Neue Deutsche Biographie, vol. 21, Berlin, Duncker & Humblot, 2003, ISBN 3-428-11202-4, p. 419 (online).
  • Remmele, Hermann. In: Hermann Weber, Andreas Herbst: Deutsche Kommunisten. Biographisches Handbuch 1918 bis 1945. 2., überarbeitete und stark erweiterte Auflage. Dietz, Berlino 2008, ISBN 978-3-320-02130-6.
  • Inge Münz-Koenen: Familie Remmele. In: Wladislaw Hedeler, Inge Münz-Koenen (Hrsg.): „Ich kam als Gast in euer Land gereist...“ Deutsche Hitlergegner als Opfer des Stalinterrors. Familienschicksale 1933–1956. Lukas Verlag, Katalog zur Ausstellung, Berlino 2013, ISBN 978-3-86732-177-8, S. 89–103.
  • Andreas Petersen: Die Moskauer. Wie das Stalintrauma die DDR prägte. S. Fischer Verlag, Frankfurt am Main 2019, ISBN 978-3-10-397435-5, S. 11–20: Die Remmeles – eine sowjetische Tragödie.
  • Kurzbiographie Remmele, Hermann (Herzen). In: Institut für Geschichte der Arbeiterbewegung (Hrsg.): In den Fängen des NKWD: Deutsche Opfer des stalinistischen Terrors in der UdSSR. Dietz Verlag, Berlino 1991, ISBN 3-320-01632-6, S. 183.

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