La Casa Ebraica

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La Casa Ebraica
HaBayit HaYehudi
הבית היהודי
LeaderYossi Brodny
StatoBandiera d'Israele Israele
SedeGerusalemme
Fondazione2008
IdeologiaGrande Israele[1][2]
Neosionismo
Sionismo religioso
Nazionalismo religioso[1]
Conservatorismo
Soluzione di uno Stato unico
Protezione degli interessi degli ebrei ortodossi moderni
Interessi degli insediamenti israeliani
Liberalismo economico
CollocazioneDestra/Estrema destra[3][4][5][6]
CoalizioneUnione dei Partiti di Destra (2019)
Yamina (2019-2020)
Seggi Knesset
0 / 120
Iscritti28 112 (1º gennaio 2017)

La Casa Ebraica (eb: הבית היהודי, HaBayit HaYehudi) è un partito politico sionista religioso israeliano, erede del Partito Nazionale Religioso. Nonostante si classifichi come partito di destra, alcuni mezzi di comunicazione occidentali e israeliani lo hanno descritto come "partito di estrema destra".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Casa Ebraica nasce nel novembre 2008 dalla fusione del Partito Nazionale Religioso con due partiti membri dell'Unione Nazionale, Moledet e Tkuma.[7] Tuttavia, in seguito Moledet si stacca dal partito e ricrea, insieme ad Hatikva, l'Unione Nazionale. Il 25 dicembre anche Tkuma si ricongiunge con l'Unione Nazionale.[8]

Dal 2009 al 2013 partecipa al governo Netanyahu II.

Per le elezioni del 2013, La Casa Ebraica candida il leader Naftali Bennett e crea una lista congiunta con Tkuma, rinnovata nel 2015. Il partito entra successivamente a far parte dei governi Netanyahu III, Netanyahu IV e Netanyahu V.

Nel dicembre 2018 tre parlamentari, tra cui Bennett, lasciano il partito per formare la Nuova Destra.[9] Rafi Peretz viene eletto leader del partito il 4 febbraio 2019[10] e ricopre la carica fino al gennaio 2021, quando annuncia il suo ritiro dalla politica[11].

Il 19 gennaio 2021, in vista delle elezioni di marzo, il partito elegge come nuova leader Hagit Moshe, la prima donna a ricoprire questo ruolo in un partito dell'ebraismo ortodosso.[12] Il 4 febbraio, in seguito ad un mancato accordo per una lista comune con Tkuma, il partito decide di non partecipare alle elezioni e dà indicazione di voto per Yamina.[13]

Il 13 settembre 2022 il partito firma un accordo elettorale con Ayelet Shaked, leader di Yamina, per formare una lista congiunta sotto il nome di La Casa Ebraica.[14]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Naftali Bennett, l'ex leader del partito, viene accusato da alcune organizzazioni LGBT di fare Pinkwashing.[15]

Leader[modifica | modifica wikitesto]

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezioni Leader Voti % Seggi +/-
2009 Daniel Hershkowitz 96765 2,87 (11º)
3 / 120
-
2013 Naftali Bennett 345985[16] 9,12 (4º)
8 / 120
Aumento5
2015 Naftali Bennett 283910[17] 6,74 (6º)
6 / 120
Diminuzione2
Aprile 2019 Rafi Peretz In Unione dei Partiti di Destra
3 / 120
Diminuzione3
Settembre 2019 Rafi Peretz In Yamina
2 / 120
Diminuzione1
2020 Rafi Peretz In Yamina
1 / 120
Diminuzione1
2021 Hagit Moshe Non partecipa
2022 Yossi Brodny 56793[18] 1,19 (13º)
0 / 120
Stabile

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Campaigns struggle to impress as Israeli elections loom, BBC, 16 gennaio 2013. URL consultato il 19 gennaio 2013.
  2. ^ (EN) Paul Owen, Peace process dead if Netanyahu wins Israeli election, academics warn, in The Guardian, 15 gennaio 2013. URL consultato il 21 gennaio 2013.
  3. ^ (EN) 21 Knesset seats still up for grabs, in Ynet, 13 gennaio 2013. URL consultato il 19 gennaio 2013.
  4. ^ (EN) Ruth Pollard, Far right spells danger for Netanyahu, in The Age, 10 gennaio 2013. URL consultato il 19 gennaio 2013.
  5. ^ (EN) Brent E. Sasley, A Centrist Government in Israel?, in The Daily Beast, 18 gennaio 2013. URL consultato il 19 gennaio 2013.
  6. ^ (EN) Nick Meo, Israel's new political star Naftali Bennett's Jewish Home party determined to stop Palestinian state, in The Daily Telegraph, 19 gennaio 2013. URL consultato il 19 gennaio 2013.
  7. ^ (EN) Amnon Meranda, Right-wing parties unite, in Ynetnews, 3 novembre 2008. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  8. ^ (EN) Matthew Wagner, National Union splits from Habayit Hayehudi, in The Jerusalem Post, 25 dicembre 2008.
  9. ^ (EN) Raoul Wootliff, Bennett, Shaked quit Jewish Home, announce formation of ‘The New Right’, in The Times of Israel, 29 dicembre 2018.
  10. ^ (EN) Beit Yehudi leader slams Shaked, Bennet: You don't abandon a home, in The Jerusalem Post, 4 febbraio 2019. URL consultato il 4 febbraio 2019.
  11. ^ (HE) Amit Segal, רפי פרץ הודיע על פרישה מהחיים הפוליטיים: "הזמן לתת לכוחות חדשים לפרוץ ולהנהיג"‎ [Rafi Peretz ha annunciato il suo ritiro dalla vita politica: "È ora di lasciare che nuove forze guidino"], su Mako, Keshet Media Group, 5 gennaio 2021.
  12. ^ (EN) Gil Hoffman, Jerusalem Deputy Mayor Hagit Moshe to head Bayit Yehudi, in The Jerusalem Post, 19 gennaio 2021. URL consultato il 24 gennaio 2021.
  13. ^ (EN) Gil Hoffman, Israel Elections: Bayit Yehudi Party not running in election, in The Jerusalem Post, 4 febbraio 2021. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  14. ^ (EN) Noa Shpigel, Shaked to Join Forces With Right-wing Habayit Hayehudi Party, in Haaretz, 13 settembre 2022. URL consultato il 14 settembre 2022.
  15. ^ (EN) Italian gay rights group rejects anti-Israel ‘pinkwashing’ accusation. URL consultato il 10 maggio 2018.
  16. ^ La lista comprende Tkuma, a cui spettano 4 eletti dei 12 totali.
  17. ^ La lista comprende Tkuma, a cui spettano 2 eletti degli 8 totali.
  18. ^ La lista comprende Yamina ed è guidata da Ayelet Shaked.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) The Bayit Yehud, su baityehudi.org.il. URL consultato il 26 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2013).
Controllo di autoritàVIAF (EN131680606 · LCCN (ENno2001054565 · J9U (ENHE987007522729805171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2001054565