Grandi elettori
Con il termine di grandi elettori si è indicato, nel tempo, un gruppo selezionato e limitato di persone che ha il potere di eleggere qualcuno a una carica politica o di potere.
Medioevo: Sacro Romano Impero
[modifica | modifica wikitesto]Nel Medioevo si chiamavano Grandi Elettori (Kurfürsten) i principi, il cui numero nei secoli è variato, che eleggevano il Re dei Romani. Le loro figure furono istituzionalizzate dalla Bolla d'oro nel 1356 e dal 1508, con l'assunzione del titolo d'imperatore eletto da parte di Massimiliano I d'Asburgo, i grandi elettori acquisirono, di fatto, il diritto a eleggere l'imperatore. Dal 1644 fu riconosciuto loro il trattamento regio e il diritto di precedenza su tutti gli altri principi dell'impero.
Nella Bolla d'oro del 1356 essi erano:
- l'arcivescovo di Magonza,
- l'arcivescovo di Colonia,
- l'arcivescovo di Treviri,
- il re di Boemia,
- il conte palatino del Reno,
- il duca di Sassonia,
- il margravio del Brandeburgo.
Stati Uniti d'America
[modifica | modifica wikitesto]Nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'America, sono chiamati grandi elettori (electors in lingua inglese) i delegati che compongono il collegio elettorale, il quale elegge Presidente e Vicepresidente. Essi sono eletti su base statale e il loro numero è 538, pari alla somma dei senatori (100, due per ogni Stato), dei deputati (435, assegnati proporzionalmente al numero di abitanti residenti in ciascuno Stato) e dei tre rappresentanti del Distretto di Columbia in cui si trova la capitale Washington (il XXIII emendamento prevede che il loro numero sia uguale a quello che spetterebbe se fosse uno Stato, ma comunque non superiore a quello degli elettori designati dallo Stato meno popoloso). Il Distretto di Columbia infatti non fa parte di nessuno Stato poiché i padri fondatori vollero evitare che uno qualunque dei tredici Stati che si federarono potesse essere in un qualche modo avvantaggiato per il fatto di avere sul proprio territorio la capitale federale (per questo motivo i residenti in questo territorio non eleggono alcun rappresentante al Senato e alla Camera dei rappresentanti). Per diventare presidente serve ottenere la maggioranza assoluta dei voti dei grandi elettori, ossia 270, ma questa non è condizione sufficiente.
L'elezione del presidente è quindi, tecnicamente, una elezione di secondo grado. Va rilevato che all'effetto distorsivo dovuto alla sottorappresentazione degli elettori del Distretto di Columbia, e alla sovrarappresentazione di alcuni Stati scarsamente popolati, se ne aggiunge un altro ben più rilevante che può portare a esiti divergenti da quelli espressi dal voto popolare; dal momento che i singoli Stati possono legiferare con larga autonomia sul sistema elettorale locale. In tutti gli Stati tranne Maine e Nebraska i grandi elettori vengono assegnati in blocco al partito che ottiene più consensi in quello Stato, senza criteri di proporzionalità.
Ciò significa che il presidente che poi verrà eletto potrebbe non essere quello a favore del quale si è espressa la maggioranza dei cittadini, eventualità storicamente realizzatasi in cinque occasioni, tra le quali:
- le elezioni presidenziali del 2000, nelle quali il candidato democratico Al Gore ottenne circa 500 000 voti in più rispetto al candidato repubblicano George W. Bush, ma poiché tali consensi erano distribuiti in modo più uniforme sul territorio ne risultò che il numero di grandi elettori democratici fu inferiore a quello ottenuto dai repubblicani;
- le elezioni presidenziali del 2016, nelle quali il candidato repubblicano Donald Trump, pur ottenendo circa 3.000.000 di consensi in meno nel voto popolare su base nazionale rispetto alla democratica Hillary Clinton, conquistò la Casa Bianca in virtù della vittoria nei principali swing states.
I grandi elettori di ogni Stato, inoltre, benché si impegnino sulla parola a votare per il candidato vincitore, teoricamente potrebbero poi rifiutarsi di farlo, preferendogliene un altro: l'obbligo giuridico del vincolo di mandato esiste infatti solo in alcuni Stati, in cui l'eventuale infedeltà è vietata e punita penalmente, ma anche ove questa avesse luogo, il voto non verrebbe invalidato. Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta dei voti dei grandi elettori, come accaduto nel 1824, la scelta spetta al Congresso.
Repubblica Italiana
[modifica | modifica wikitesto]In Italia il linguaggio giornalistico definisce talvolta grandi elettori[1] i membri del collegio che elegge il Presidente della Repubblica. Tale collegio è composto dal Parlamento in seduta comune con la partecipazione di 58 rappresentanti delle Regioni (tre per ogni Regione a eccezione della Valle d'Aosta che ne ha uno).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Grandi elettori, ecco chi sono i 58 scelti dalle Regioni. Solo sei donne e un grillino, su la Repubblica, 26 gennaio 2015. URL consultato il 28 novembre 2021.