Ghazal

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Il ghazal (in arabo غزل?) è un tipo di componimento poetico breve monorima, proprio della tradizione araba e poi di tutte le altre letterature islamiche, in primis la persiana e la turca.

La radice araba <gh-z-l> indica "discussione", "amore". Gli argomenti affrontati sono infatti quelli amorosi, specialmente legati al tema dell'amore proibito, o erotici, bacchici, naturalistici (amore, vino, feste, natura) piegati spesso in chiave mistica.

Stando alla brevità e al tema amoroso potrebbe venire paragonato al nostro sonetto. Suggestionati dalla cultura orientale, anche autori europei si sono cimentati in questo tipo di componimento sia in tedesco, spagnolo e inglese.

Forma[modifica | modifica wikitesto]

Il ghazal si distingue per alcune caratteristiche:

  • Deve essere breve, in genere si compone dai 5 ai 15 versi
  • Come nella qasida tutti i versi sono doppi e hanno tutti la stessa rima: eccezione è il primo verso dove rima anche il primo emistichio
  • Nel penultimo verso il poeta deve rivelare il proprio nome (takhalloṣ)
  • Nella letteratura persiana, stando alla particolare struttura della lingua, la rima è sostituita dal radif, una forma verbale o anche un emistichio che si ripete sempre uguale ma con sensi diversi
  • Come in tutta la poesia islamica, non possono esserci enjambement tra i distici, di modo che ogni distico deve contenere una frase (o più frasi) di senso compiuto

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il ghazal nasce dalla qaside, il genere principe della poesia araba: la qaside si apre con il nasib, cioè un preludio di carattere erotico o bacchico, il quale poco a poco si è sviluppato come un genere autonomo grazie alla poesia higiazena araba (vedi poesia araba). A partire dal IX secolo, col collasso dell'impero arabo e l'influenza della cultura persiana e della mistica sufi, il ghazal si diffuse in tutto il mondo musulmano, in particolar modo della letteratura persiana, che ne ha fatto il suo genere letterario forse principale.

Autori di ghazal[modifica | modifica wikitesto]

Tra i più celebri autori di ghazal vanno ricordati Gialāl ad-Dīn Rūmī, persiano, ma attivo a Konya in Turchia, fondatore della confraternita dei dervisci danzanti, e Ḥāfeẓ, persiano anche lui, che visse a Shiraz ed è riconosciuto come il più grande esponente di questa forma poetica in Persia. Si ricordino ancora l'azero Fużūlī e gli indiani Mīrzā Ghālib e Muḥammad Iqbal.

In Europa si ricordano Johann Wolfgang von Goethe col suo Divano occidentale-orientale, e Federico García Lorca col Divan del tamarit, raccolte poetiche ispirate alla poesia islamica.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

In Iran c'è la consuetudine di rivolgersi ad Hafez come ad un oracolo: aprendo a caso il libro dei suoi ghazal si leggono alcuni versi nella convinzione che aiuteranno a riflettere sulla propria situazione. Presso la tomba del poeta, a Shiraz, ci sono delle persone che per mestiere fanno questo tipo di consultazioni.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

- A. Pagliaro - A. Bausani, Storia della letteratura persiana, Firenze, Nuova Accademia, 1960

- P. Minganti, Appunti di metrica araba, Roma, Istituto per l'Oriente C. A. Nallino, 1979

- Bashshār b. Burd, Dīwān Ṭ. Ben ʿAs̲h̲ūr (ed.), 3 voll., Cairo, 1950-57)

- 'Umar ibn Abī Rabīʿa, Dīwān, ʿAbd al-Ḥamīd (ed.) Cairo, 1371E./1952

- Muḥammad b. Dāwūd al-Iṣfahānī, Kitāb al-Zahra, ed. Nykl and Tukan, Chicago, 1351/1932. Ed. critica e trad. ital. di Michele Vallaro, Kitāb al-Zahra (capp. LI-LV), Napoli, Supplemento agli Annali dell'Istituto Universitario Orientale, 45 (1985), fasc. 4, pp. 1-86 + Indice[1]

- Ṭāhā Ḥuseyn, Kitāb al-arbaʿāʾ (trad. ital. Conversazioni del mercoledì, Intr. e trad. di Isabella Passerini, Roma, Istituto per l'Oriente Carlo Alfonso Nallino, 2020, ISBN 978-88-97622-66-6

- F. Gabrieli, "Ǧamīl al-ʿUd̲rī, studio critico e raccolta dei frammenti, in RSO, XVII (1937), pp. 40-172

- J. Rypka, Iranische Literaturgeschichte, Lipsia, 1959, pp. 71-112

- Lemma «Ghazal» (Régis Blachère per la Letteratura araba e A. Bausani per la Letteratura persiana), in: The Encyclopaedia of Islam, New edition.

- Giovanni Maria D'Erme, Hâfez di Širāz. Canzoniere, introduzione, traduzione e commento, 3 voll., Napoli, Università di Napoli "L'Orientale", 2004, 2007 e 2008

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