Guiraut de Calanso

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G(u)iraut de Calanso(n)

G(u)iraut de Calanso(n), italianizzato in Giraldo di Calanzon (... – ...; fl. 1202-1212[1]), è stato un trovatore guascone in lingua occitana.

Vita e opere[modifica | modifica wikitesto]

Dei suoi componimenti lirici sopravvissuti, cinque sono cansos, due descorts, un congé, un planh e un vers (poesia "vera"). Scrisse anche un ensenhamen burlesco (poesia didattica) intitolata Fadet juglar.

Non si sa di preciso quale fosse il suo luogo di nascita, forse Calanso in Guascogna o una delle due località chiamate Chalançon, una situata nell'Ardèche e un'altra nel Drôme.[2] In base a alla sua vida, sappiamo che Guiraut dapprincipio era un giullare molto colto nelle lettere,[2] oltre che un "abile compositore di canzoni: desplazens e descortz". Il significato di desplazens è soggetto a dispute: potrebbe riferirsi a un tipo di componimento che esprime malcontento o essere un aggettivo ("spiacevole nel tono") che modifica le "canzoni" (cansos).[2] L'autore della vida annota che questi lavori erano del tipo d'aquella saison, "di quel tempo", e non erano amati in Provenza, dove egli non era apprezzato nella società cortigianesca.[2] Questo potrebbe indicare una tradizione letteraria guascone o un mania distinta per questa regione e impopolare fuori di essa. Un indizio di questa tradizione potrebbe essere trovato nella vida di Peire de Valeira, il quale scrisse ugualmente canzoni "di quel tempo" che erano "di poco valore".[3]

Guiraut fu spesso presente alle corti di Castiglia, León e Aragona.[1] Il suo unico planh (lamento) viene scritto alla morte di Ferdinando, l'erede in linea diretta di Alfonso VIII di Castiglia, il quale morì di malattia durante una campagna contro i mori. Guiraut lo descrive così:

(OC)

«Lo larc e'l franc, il valen e'l grazitz,
Don cuiavon qu'en fos esmendatz
Lo jove reys, e'n Richartz lo prezatz
E'l coms Jaufres, tug li trey valen fraire.»

(IT)

«Il generoso e franco, il valente e attraente
di cui si credeva in lui fossero potenziate le qualità
del giovane re, del famosissimo Riccardo,
e del Conte Gofredo, tutti e tre valenti fratelli.»

Del restante corpus di Guiraut almeno due componimenti sono imitazioni consapevoli. Il suo unico vers è l'imitazione di Arnaut Daniel.[1] Il Fadet juglar attacca beffardamente un vezzo del giullare imitando un lavoro similare di Guiraut de Cabreira.[1][5] Molto più tardi, nel 1280, Guiraut Riquier scrisse, per una competizione, un commentario su un lavoro di Guiraut de Calanso per Enrico II di Rodez.[6] Nessuna partitura musicale di Guiraut, ammesso che ne abbia scritta alcuna, ci è pervenuta.

Componimenti[modifica | modifica wikitesto]

Cansos[modifica | modifica wikitesto]

  • Celeis cui am de cor e de saber[7]
  • Ara s'es ma razos vouta
  • El mon non pot aver
  • Li mey dezir
  • Los grieus dezirs que⋅m solon far doler[8]
  • Si tot l'aura s'es amara[9]
  • Tan doussamen[10]
  • Una doussa res benestan

Descortz[modifica | modifica wikitesto]

  • Ab la verdura
  • Bel semblan

Planh[modifica | modifica wikitesto]

  • Belh senher Dieus, quo pot esser sufritz

Sirventes-ensenhamen[modifica | modifica wikitesto]

  • Fadet juglar

Componimenti contesi ad altri trovatori[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Gaunt and Kay, 286.
  2. ^ a b c d Egan, 41.
  3. ^ Wilson, 516.
  4. ^ Chaytor, p. 115
  5. ^ Chaytor, 122.
  6. ^ Harvey, 23.
  7. ^ Nei mss. A e a attribuita a Gaucelm Faidit
  8. ^ Nei mss. I K d attribuita a Guilhem de Saint-Leidier
  9. ^ Nel registro di C e nel mss. R attribuita a Peire Vidal
  10. ^ Nel ms. C attribuita ad Ademar de Rocaficha, nel registro di C ad Arnaut de Mareuil
  11. ^ Nel ms. R attribuita a Guiraut de Calanson
  12. ^ Solo nel registro di C attribuita a Guiraut de Calanson

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Aubrey, Elizabeth "References to Music in Old Occitan Literature." Acta Musicologica, 61:2 (May–Aug., 1989), pp. 110–149.
  • (EN) Chaytor, H. J. The Troubadours. Cambridge: Cambridge University Press, 1912.
  • (EN) Egan, Margarita, ed. e trad. The Vidas of the Troubadours. New York: Garland, 1984. ISBN 0-8240-9437-9.
  • (EN) Gaunt, Simon, and Kay, Sarah (edd.) The Troubadours: An Introduction. Cambridge: Cambridge University Press, 1999. ISBN 0 521 574730.
  • (EN) Harvey, Ruth. "Courtly culture in medieval Occitania" (pp. 8–27). The Troubadours: An Introduction. Simon Gaunt and Sarah Kay, edd. Cambridge: Cambridge University Press, 1999. ISBN 0 521 574730.
  • (EN) Wilson, Elizabeth R. "Old Provençal "vidas" as Literary Commentary." Romance Philology, 33:4 (1980:May), pp. 510–518.

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