Francesco Vecchiacchi

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Francesco Vecchiacchi (Filicaia, 9 ottobre 1902[1]Milano, 20 settembre 1955) è stato un fisico e ingegnere italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Filicaia, frazione di Camporgiano, in provincia di Lucca, nel 1902, si laureò in fisica matematica all'Università di Pisa nel 1925 con 110 e lode.[1][2] In seguito, divenne assistente del fisico Luigi Puccianti.[2] Nel periodo universitario, influenzato dallo zio materno ingegner Muzio Pellegrineschi, si appassionò alla radiotecnica, e durante le vacanze estive costruì da solo un radio ricevente.[2]

Nel 1927, Vecchiacchi si trasferì a Livorno dove ottenne il diploma all'Istituto Elettrotecnico e delle Comunicazioni della Marina presso l'Accademia Navale, fondato dallo scienziato Giancarlo Vallauri, e dove dal 1928 insegnò misure elettriche.[1][2][3] Nel 1930 ottenne la libera docenza in radiocomunicazioni dalla commissione giudicatrice del Ministero dell'educazione nazionale, formata dallo stesso Vallauri, e dai fisici Quirino Majorana e Giuseppe Vanni.[1] A causa di problemi economici, nel 1932, dovette lasciare l'istituto livornese di cui aveva assunto anche la direzione, ed emigrò a Milano, dove fu assunto dalla Magneti Marelli che gli affidò la direzione del laboratorio radio dello stabilimento di Sesto San Giovanni.[2][4] Detto laboratorio, iniziò la costruzione della prima campata del ponte radio a onde corte Milano-Monte Cimone nell'Appennino tosco-emiliano.[2]

Nel 1937, divenne docente al Politecnico di Milano, dove diede vita al primo corso di Comunicazioni elettriche e Radiotecnica.[2][5] Vecchiacchi, in qualità di ideatore e direttore dei lavori per le stazioni radio, era contemporaneamente impegnato nella progettazione ed esecuzione della prima stazione trasmittente televisiva della Magneti Marelli, costruita e installata alla Torre al Parco di Milano durante la Fiera Campionaria del 1939.[2] Nello stesso periodo, realizzò il secondo ponte radio che collegava Milano con Roma.[2][6]

A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, il laboratorio Marelli diretto da Vecchiacchi condusse ricerche e sviluppi di avanguardia nel campo dei ponti radio a microonde a grande capacità.[7] Nel 1952, Vecchiacchi realizzò il ponte radiotelevisivo sperimentale Torino-Milano primo collegamento a larga banda in Italia per le trasmissioni RAI.[2][8] Poco tempo dopo, il fisico toscano iniziò i lavori per realizzare il ponte radio Milano-Palermo in grado di portare il programma televisivo ripreso in qualsiasi punto della penisola a tutti i trasmettitori nazionali e alla rete europea.[8]

Nel 1953, l'Università di Pisa gli conferì la laurea honoris causa in ingegneria industriale.[9] Ammalatosi di tumore, dovette interrompere la sua attività, e la malattia lo condusse alla morte, che lo colse a Milano il 20 settembre 1955, all'età di 52 anni.[2][10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Relazione della Commissione giudicatrice per l'abilitazione del dott. Francesco Vecchiacchi alla libera docenza in radiocomunicazioni, in Ministero dell'Educazione Nazionale-Bollettino Ufficiale. Atti di amministrazione, vol. 2, n. 48, 27 novembre 1930, pp. 3490-3491.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Francesco Vecchiacchi, su mulinoisola.it. URL consultato il 26 aprile 2021.
  3. ^ G. Vannucchi, F. Visintin, Radiofonia e televisione: era analogica, in V. Cantoni, G. Falciasecca, G. Pelosi (a cura di), Storia delle telecomunicazioni, vol. 1, Firenze University Press, 2011, p. 433.
  4. ^ R. Maestrini, E. Costamagna, Le comunicazioni militari, in V. Cantoni, G. Falciasecca, G. Pelosi (a cura di), Storia delle telecomunicazioni, vol. 1, Firenze University Press, 2011, p. 561.
  5. ^ Vannucchi, Visintin, p. 466.
  6. ^ S. Randi, Successi e decadenza delle industrie di telecomunicazioni, in V. Cantoni, G. Falciasecca, G. Pelosi (a cura di), Storia delle telecomunicazioni, vol. 1, Firenze University Press, 2011, p. 660.
  7. ^ G. Tartara, F. Marconicchio, Telecomunicazioni spaziali, in V. Cantoni, G. Falciasecca, G. Pelosi (a cura di), Storia delle telecomunicazioni, vol. 1, Firenze University Press, 2011, p. 639.
  8. ^ a b Randi, p. 661.
  9. ^ M. Masotti, Francesco Vecchiacchi, una radio per amico [collegamento interrotto], in La Gazzetta del Serchio, 2 marzo 2013. URL consultato il 26 aprile 2021.
  10. ^ Il Professor Vecchiacchi, su arilissone.org. URL consultato il 26 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rotary Club di Livorno (a cura di), Francesco Vecchiacchi 1902-1955, Barga, Tipografia Gasperelli, 1963.
  • Comune di Camporgiano (a cura di), Francesco Vecchiacchi. La tecnologia e la passione, Pisa, Pacini, 2003, ISBN 9788877815149.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Vecchiacchi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.