Francesco Scandone

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Francesco Vincenzo Scandone (Montella, 12 novembre 1868Napoli, 13 gennaio 1957) è stato uno storico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Vincenzo Scandone nacque a Montella il 12 novembre del 1868 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Suo primo educatore fu uno zio sacerdote, Giuseppe Schiavo, che lo spinse poi nella continuazione degli studi. Ottenne da privatista la maturità classica presso il "Liceo Pietro Colletta" di Avellino e, nel 1889, si iscrisse alla Facoltà di lettere dell'Università di Napoli dove si laureò in Storia Moderna nel 1893 discutendo una tesi sulla storia di Avellino longobarda.
La frequentazione, durante gli anni universitari, della casa di Scipione Capone, ex colonnello della Guardia Nazionale, distintosi nella lotta al brigantaggio, mise a disposizione del giovane Scandone una biblioteca di 30.000 volumi, che avrebbe costituito in seguito il nucleo fondante della Biblioteca Provinciale di Avellino. Il giovane maturò così l'interesse per la ricerca storica, in particolare per le vicende di Avellino, e in seguito per molti altri comuni della sua provincia.

Ebbe le prime esperienze di insegnamento a Gallipoli e poi in altre sedi fino a raggiungere Napoli. Durante tutta la sua attività di docente non cessò mai di frequentare gli archivi storici dai quali attinse materiale per la stesura di 74 opere in gran parte dedicate alla sua terra (Storia di Avellino romana, longobarda, feudale, medievale, moderna, L'alta valle del Calore, I due Principati) edite a partire dal 1911 fino a dopo la sua morte, avvenuta il 13 gennaio 1957.

Come riconoscimento al suo impegno nella documentazione storica venne chiamato a far parte dell'Accademia Pontaniana, fondata in epoca aragonese e che, negli anni in cui fu da lui frequentata, era presieduta da Benedetto Croce.
A Francesco Scandone furono conferite le cittadinanze di Avellino, quale riconoscimento ai suoi studi, e di Roccasecca che egli aveva dimostrato essere il vero luogo natale di San Tommaso, detto d'Aquino.
Le sue opere, custodite nelle maggiori biblioteche italiane e straniere (come l'importante Documenti per la storia dei comuni dell'Irpinia[1] del 1957) rimangono spesso l'unica fonte storica per i comuni dell'Irpinia dopo il terremoto del 23 novembre 1980.

Il giornalista Felice Scandone era suo figlio.

Ricerche sul luogo di nascita di san Tommaso[modifica | modifica wikitesto]

Nel volume Per la controversia sul luogo di nascita di S. Tommaso d'Aquino[2] ricostruisce in modo dettagliato la storia del tentativo di collocare dapprima a Napoli e poi ad Aquino la nascita di san Tommaso che avrebbe assunto il patronimico d'Aquino non dall'omonima città di nascita, bensì dalla contea che quest'ultima ospitava e che fu un possedimento dei d'Aquino fini al 1237.[3]

A favore dell'ipotesi napoletana pendeva il fatto che nel 1221 l'imperatore Federico II di Svevia aveva posto Landolfo, padre di Tommaso, già miles e Giustiziere di Terra di Lavoro, alle dipendenze di Tommaso I d'Aquino (1185-1251) che divenne primo conte di Acerra e vice-re di una vasta zona dell'Italia meridionale.[3]
Landolfo aveva sposato Donna Teodora, appartenente al ramo Rossi della famiglia Caracciolo con la quale ebbe quattro maschi e cinque femmine.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ LibraryThing.com
  2. ^ Per la controversia sul luogo di nascita di S. Tommaso d'Aquino, su Calameo, Napoli, 1903.
  3. ^ a b c Jean-Pierre Torrell, O.P., Amico della verità. Vita e opere di Tommaso d'Aquino, traduzione di Giorgio Maria Caerbone, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 2017, p. 20-21, ISBN 9788870947984, OCLC 984707751.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Scandone, Notizie biografiche di rimatori della scuola poetica siciliana, Napoli, Tip. Giannini e figli, 1904
  • Id, Storia di Avellino: dalle origini alla fine della dominazione longobarda: con documenti inediti, Napoli, D'Auria, 1905
  • Id, Santa Maria di Ferraria - Badia Cistercense presso Vairano Caserta, Napoli - Stabilimento Tipografico Michele D'Auria, 1908
  • Id, Il giacobinismo in Sicilia: 1792-1802, Palermo, Archivio storico siciliano, XLIV, 1921
  • Id, La vita, la famiglia e la patria di S. Tommaso De Aquino, Roma 1924
  • Id, Storia di Avellino, monografia, Avellino, Pergola, 1951
  • Id, Il Sannio e lo studio generale di Napoli nel secolo 13°: con accenni alle origini della Università degli studi, Benevento, Coop. Tip. Chiostro S. Sofia 1925
  • Id, Sul potere risolutivo dei prismi, Firenze 1933
  • Id, Storia di Avellino: Vol. I, parte 1: Abellinum romanum. Avellino pre-romana e romana. Vol. I, parte 2: abellinum longobardicum. Avellino longobarda. Vol. II, parte 1: abellinum feudale. Avellino durante la dominazione de'normanni (1077-1195). Prefazione di Vincenzo Cannaviello, Napoli 1947-1948
  • Id, Storia di Avellino: Vol. II, parte 2. Avellino feudale. Avellino durante le dominazioni sveva-angioina-aragonese (1195-1500). Vol. III. Avellino moderna. Avellino durante il dominio spagnuolo, austriaco, borbonico, e l'occupazione militare francese (1501-1815), Napoli 1950
  • Id, Profili di storia dei comuni compresi nell'antica contea di Avellino, Avellino, Pergola, 1951
  • Id, Roccasecca, patria di S. Tommaso De Aquino, Caserta, Società di Storia Patria di Terra di Lavoro 1956
  • Id, Documenti per la storia dei comuni dell'Irpinia, a cura dell'Amministrazione Provinciale, Avellino 1957

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN14689501 · ISNI (EN0000 0000 6135 2035 · BAV 495/71499 · LCCN (ENnr99015619 · GND (DE1233224298 · WorldCat Identities (ENlccn-nr99015619