Fonte Castalia

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Fonte Castalia
La fonte arcaica a Delfi
StatoBandiera della Grecia Grecia

La fonte Castalia si trova nelle vicinanze del santuario di Delfi, a metà cammino tra Marmaria e il santuario stesso. In età antica i pellegrini, prima di entrare nel recinto sacro di Delfi, si purificavano presso questa fonte.

Un'altra fonte minore, «Kassotis», era situata all'interno del temenos, nel luogo in cui la Pizia o pitonessa realizzava delle abluzioni prima di pronunciare i suoi auguri. Si dovevano purificare presso la fonte anche i sacerdoti e le persone che volevano avere un consulto dell'oracolo.[1]

Ubicazione[modifica | modifica wikitesto]

Si trovava sul monte Parnaso, nella gola delle rocce Fedriadi, ai piedi della roccia di Hiampea, (ora chiamata Flembuco)[2][3], luoghi dai quali sorgevano diverse fonti che formavano distinte sorgenti, sebbene Pausania indichi che l'acqua di Castalia si pensava provenisse da alcune sorgenti del fiume Cefiso[4]. La fontana era circondata da una foresta[5] di allori consacrata ad Apollo.

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Lucas Cranach il Vecchio, La ninfa della fonte. L'iscrizione in alto a sinistra dice: "Io, ninfa della fonte sacra, dormo. Non interrompete il mio sonno". Si è suggerito che la fonte sacra rappresentata in questa opera fosse la fonte Castalia. Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza.[6]

Secondo la mitologia greca, il suo nome deriva della ninfa Castalia, figlia del fiume Acheloo e moglie del re di Delfi. Essa avrebbe avuto un figlio chiamato Castalio, il quale sarebbe divenuto re alla morte del padre. Secondo un'altra tradizione la fonte deve il nome a una ragazza di Delfi chiamata Castalia che, inseguita da Apollo, si sarebbe immersa nella fonte.[7]

Un altro mito descrive che la fonte fosse custodita da una dragonessa —il serpente Pitone —, che sarebbe stata uccisa da Apollo[8]; in un'altra versione del mito, il serpente a custodia della fonte sarebbe stata figlia di Ares e sarebbe stata uccisa da Cadmo, il quale in seguito, con la semina dei suoi denti, avrebbe fatto nascere gli Sparti.[9]

La leggenda racconta che sul monte Parnaso e vicino a questa fonte corressero le ninfe coricie.[10] Si diceva che l'acqua scendesse ribollente grazie all'influenza di Apollo, quando questi emetteva un oracolo.[11]

Funzioni della fonte[modifica | modifica wikitesto]

La fonte di Castalia è citata come un luogo riguardante direttamente Apollo e il suo oracolo[12]; essa serviva per la purificazione rituale tanto della pizia, quanto degli altri sacerdoti dell'oracolo, che lavavano i loro capelli con le sue acque, come avveniva nel tempio di Apollo.[13][14] Inoltre si purificavano nella fonte coloro che chiedevano un consulto dell'oracolo.[15]

Si riteneva che l'acqua della fonte Castalia favorisse l'ispirazione dei poeti.[16]

Dati storici[modifica | modifica wikitesto]

La fonte romana.

Si sono conservate due fonti alimentate dalla sorgente sacra.

La prima, quella più antica (inizio VI secolo a.C.), citata da autori come Pindaro o Erodoto, ha un pilone rivestito di marmo circondato da panchine. La seconda, situata circa 50 metri sopra la precedente, è di età ellenistica o romana (probabilmente appartenente al I secolo a.C.) ed è quella che vide Pausania, con nicchie scavate nella roccia per ricevere i doni votivi.

La fonte del periodo arcaico fu trovata da Anastasios Orlandos negli scavi di 1960.[1] ; quella più moderna è stata scoperta dopo gli scavi realizzati a partire dal 1878.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ministry of Culture and Sports | The Castalian fountain, su odysseus.culture.gr. URL consultato il 25 febbraio 2018.
  2. ^ Erodoto VIII, 39.
  3. ^ Verónica Marsá González, La portadora de la palabra del dios, p.43, en Protai Gynaikes: mujeres próximas al poder en la antigüedad, Universidad de Valencia (2005), ISBN 84-370-6185-7.
  4. ^ Pausania X, 8, 9.
  5. ^ Properzio, Elegia III, 3, 13; Seneca, Edipo 277; 710.
  6. ^ Ficha de la obra en la página del Museo Thyssen-Bornemisza
  7. ^ Pierre Grimal (2004). Diccionario de mitología griega y romana. Edición en rústica. Barcelona: Ediciones Paidós Ibérica. p. 90. ISBN 84-7509-166-0.
  8. ^ Inni omerici ad Apollo 300.
  9. ^ Higino, Fábulas 178.
  10. ^ Sofocle, Antigone 1130.
  11. ^ Nonno di Panopoli IV,309; XIII,134.
  12. ^ Pindaro, Pitica I, 39; IV,163; V,30; Orazio, Odi III,4,61; Stazio, Tebaida I,697; Nonno di Panopoli, Dionisiaca IV,309.
  13. ^ Euripide, Ion 94, 146; Euripide, I fenici 222.
  14. ^ Antonio Ruiz de Elvira, Ninfa de la fuente, p.179, su Cuadernos de filología clásica. Estudios latinos nº 17 (1999), pp. 177-180, ISSN 1131-9062.
  15. ^ Eliodoro, Etiopica II,26,4.
  16. ^ Ovidio, Amores I,14,35.

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