Flaminia Rossi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Flaminia de Rossi
Principessa consorte di Salm-Salm
Stemma
Stemma
In carica25 febbraio 1828 –
20 dicembre 1840
PredecessoreMaria Valpurga di Sternberg-Manderscheid
SuccessoreAugusta di Croÿ
TrattamentoSua Altezza Serenissima
Altri titoliDuchessa di Hoogstraten
(1828-1840)
NascitaAjaccio, 21 luglio 1795
MorteCastello di Anholt, 20 dicembre 1840
SepolturaCappella di Anholt, Anholt
Casa realeSalm per matrimonio
DinastiaRossi per nascita
PadreNicolò de Rossi
MadreAngela Maria Baciocchi
ConsorteFiorentino di Salm-Salm
FigliAlfredo Costantino
Emilio Massimiliano
Felice Costantino
ReligioneCattolicesimo

Flaminia de Rossi (Ajaccio, 21 luglio 1795Castello di Anholt, 20 dicembre 1840) fu la principessa consorte di Salm-Salm dal 1828 al 1840, in quanto moglie del principe Fiorentino di Salm-Salm.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini famigliari[modifica | modifica wikitesto]

Flaminia Rossi nacque ad Ajaccio, nel sud della Corsica, il 21 luglio 1795, dal nobile corso Nicolò de Rossi (1754-1802)[1] e dall'aristocratica italiana Angela Maria Baciocchi (1758-1819).[1] Ebbe una sorella, Properzia De Rossi, e due fratelli, Camillo Luigi e Carlo Alessandro. La famiglia di sua madre era una famiglia decaduta di origine ligure e a Flaminia venne dato lo stesso nome della nonna materna, Flaminia Benielli. Suo zio Felice Pasquale Baciocchi, fratello della madre, sposò Elisa Bonaparte,[2] sorella di Napoleone I, e attraverso il loro matrimonio la famiglia di Flaminia ebbe sempre rapporti molto stretti con quella del celebre generale francese.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Il castello di Wilhelmshöhe, un tempo dimora di Girolamo di Vestfalia, fotografato dal parco

Il 21 luglio 1810, all'età di 15 anni, Flaminia sposò, nel castello di Wilhelmshöhe a Kassel,[1] capitale del regno di Vestfalia, il ventiquattrenne Fiorentino, duca di Hoogstraten e principe ereditario di Salm-Salm, all'epoca stretto collaboratore e colonnello dell'esercito del re di Vestfalia, Girolamo Bonaparte. Poiché il principe Fiorentino era collaboratore del re Girolamo, il matrimonio di Flaminia giovò ancora di più ai rapporti tra la sua famiglia e quella dei Bonaparte. Inoltre, già due anni dopo dalla loro unione matrimoniale, il padre di Flaminia, allora maggiore dell'esercito di Vestfalia, venne elevato al grado di colonnello, nel 1812.

La questione del trono[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1810 il Principato di Salm venne prima messo sotto il controllo dell'Impero francese e poi ceduto al Regno di Prussia, in seguito al Congresso di Vienna. Con ciò il marito di Flaminia poté solamente ereditare il titolo formale di principe di Salm-Salm, senza alcun potere politico. L'unico territorio su cui il consorte di Flaminia ebbe permesso di "governare" fu il castello di Anholt, in Germania. Il 4 ottobre 1830, dopo che il Belgio si proclamò indipendente dai Paesi Bassi, il principe Fiorentino si candidò al fine di diventare sovrano del Belgio, cosa che avrebbe fatto diventare Flaminia regina consorte. Il trono però fu vinto dal principe Leopoldo della dinastia dei Sassonia-Coburgo-Gotha, salito al trono come Leopoldo I.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

La cappella in cui è sepolta la principessa Flaminia, fotografata nel 2019

Negli ultimi anni della sua vita Flaminia de Rossi dimorò nel castello di Anholt, di proprietà del marito, ove morì il 20 dicembre 1840, all'età di 45 anni. È sepolta nella cappella di Anholt, che ospita la cripta principesca.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1830 il fratello minore di Flaminia, il conte e diplomatico Carlo Alessandro (17971864),[3] all'epoca ambasciatore del regno di Sardegna presso la corte dei Paesi Bassi, all'Aia, rese pubblica la sua relazione con la cantante lirica tedesca Henriette Sontag (1805[4]-1854), che aveva sposato in segreto tre anni prima, al fine di non danneggiare in alcun modo la sua carriera da cantante. I due resero pubblica la propria relazione solo dopo che a Henriette venne donato il titolo di contessa da Federico Guglielmo III di Prussia e resero la principessa Flaminia zia di sette nipoti. La cognata di Flaminia fu, inoltre, insegnante di canto di Aleksandra Nikolaevna Romanova, figlia dello zar Nicola I, e di Carlotta di Prussia, figlia di Federico Guglielmo III.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Con il consorte Fiorentino di Salm-Salm Flaminia ebbe tre figli:

Flaminia de Rossi è anche la quintavola della diplomatica liechtensteinese Maria-Pia del Liechtenstein, coniugata Kothbauer, in quanto bisnonna del suo bisnonno, Emanuele di Salm-Salm.

Titoli e trattamenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 21 luglio 1795 – 21 luglio 1828: Contessa Flaminia de Rossi
  • 21 luglio 1828 – 20 dicembre 1840: Sua Altezza Serenissima la Principessa Flaminia di Salm-Salm, Duchessa di Hoogstraten

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Alessandro de Rossi Pellegrino Luigi de Rossi  
 
Katia di Klitzing  
Giacomo de Rossi  
 
 
 
Nicolò de Rossi  
Andrea di Klitzing Gaspare di Klitzing  
 
Anna di Schulenberg  
Margherita di Klitzing  
Anna Caterina di Schulenberg Levin V di Schulenberg  
 
 
Flaminia de Rossi  
Giulio Stefano Antonio Baciocchi  
 
 
Francesco Baciocchi  
Paola Francesca Matra  
 
 
Angela Maria Baciocchi  
Marco Ariotto Benielli  
 
 
Flaminia Benielli  
Maria Maddalena Cuneo d'Ornaro  
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Leo van de Pas, Flaminia Rossi, in genealogics.org.
  2. ^ Enciclopedia reale tedesca generale per le classi colte. Volume 9, Lipsia, Brockhaus, 1836, p. 616.
  3. ^ Flaminia de Rossi, in geneee.org.
  4. ^ Altre fonti indicano il 1806: (DE) Escudier (DE) Baker

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Almanacco genealogico-storico-statistico per l'anno 1846, Weimar, Landes-Industrie-Comptoir, 1846, p. 436.
  • Friedrich Maximilian Oertel e Friedrich Theodor Richter (a cura di), Pannello XCI Salm, in Tavole genealogiche sulla storia europea del XIX secolo. 3ª edizione, Lipsia, F. A. Brockhaus, 1877, p. 91.
  • The Royal House of Stuart, Londra, Addington AC, 1969, p. 153.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]