Fernando Ferri

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Fernando Ferri
NascitaPalermo, 1916
MorteBubesi quota 715, 4 febbraio 1941
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto14º Reggimento fanteria "Pinerolo"
Anni di servizio1936-1941
GradoTenente in servizio permanente effettivo
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941) [1]
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Fernando Ferri (Palermo, 1916Bubesi quota 715, 4 febbraio 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale ª.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Palermo nel 1916, figlio di Pietro e Teresa Bellucci.[2] Dopo aver compiuto gli studi medi nell'Istituto tecnico di Chieti, nell'ottobre 1934 fu ammesso a frequantare la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena da cui uscì nel settembre 1936 con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo nell'arma di fanteria.[2] Ultimato il corso di applicazione d'arma a Parma, veniva assegnato al 14º Reggimento fanteria della 24ª Divisione fanteria "Pinerolo" dove fu promosso tenente il 1º ottobre 1938.[2] Con l'entrata in guerra del Regno d'Italia dal 10 giugno al 19 luglio 1940 alle operazioni di guerra sulla frontiera alpina occidentale contro la Francia.[2] Dal 9 gennaio 1941 partecipò alle operazioni belliche sul fronte greco-albanese.[2] Cadde in combattimento il 4 febbraio 1941 a quota 715 di Bubesi, e venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Incaricato di difendere ad oltranza una posizione isolata con un reparto di formazione ai suoi ordini, manteneva inflessibile il caposaldo, contro ripetuti attacchi nemici, fornendo nel contempo anche nei momenti più critici, preziose informazioni sui movimenti e sulle intenzioni dell’avversario. Dopo una giornata di prove vittoriose, attaccato sui fianchi e sul tergo da forze soverchianti, benché ferito, rimaneva animatore leggendario di una resistenza votata al supremo sacrificio, alla testa dei pochi superstiti trasformati in un manipolo di eroi dalla sua parola e dal suo coraggio. Colpito una seconda volta gravemente, incitava ancora i pochi feriti che lo circondavano e scagliava contro il nemico le ultime bombe, scomparendo poi nel furore più intenso della mischia. Luminoso esempio di alte virtù combattive, di cosciente e suprema abnegazione. Bubesi quota 715 (Fronte greco), 4 febbraio 1941 .[3]»
— Regio Decreto 29 novembre 1941.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.563.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 12 gennaio 1942, registro 1, foglio 327.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 563.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]