Fabrizio Onofri

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Fabrizio Onofri (Roma, 15 agosto 1917Fregene, 8 maggio 1982) è stato uno scrittore, sceneggiatore e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Arturo, dopo una laurea in giurisprudenza, all'inizio degli anni '40 iniziò a collaborare con la casa editrice Einaudi come autore e traduttore e, attraverso l'amicizia con alcuni esponenti della redazione romana, aderì al Partito Comunista Italiano e alla Resistenza partecipando a diverse azioni con i Gap romani. Dopo la Liberazione unì per molti anni l'attività politica nel P.C.I. (diresse la "Sezione propaganda" e fu membro del Comitato centrale) e quella letteraria. Alla metà degli anni '50 iniziò a maturare un'insoddisfazione per la «burocratizzazione», e il culto dell’«unità formale» nella vita interna del partito [1] che lo portò, dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria, ad abbandonare il Partito. Legatosi agli ambienti vicini al Partito Socialista Italiano, fondò e diresse la rivista "Tempi moderni" e riprese l'attività di saggista e romanziere, accanto a quella di sceneggiatore per film come Tiro al piccione, Sacco e Vanzetti, I cannibali.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Via del maltempo, Torino, Einaudi, 1942
  • I cavalieri, Milano, La nuova biblioteca, 1945
  • Manoscritto (con lo pseudonimo di Sebastiano Carpi), Torino, Einaudi, 1948
  • Esame di coscienza di un comunista, prefazione di Gian Carlo Pajetta, Milano, Milano-Sera, 1949
  • La condizione operaia in Italia, Roma, Editori Riuniti, 1955
  • Classe operaia e partito , Bari, Laterza, 1957
  • Roma 31 dicembre, Torino, Einaudi, 1961
  • Socialismo e potere, Milano, Edizioni di Comunità, 1963
  • In nome del padre, Firenze, Vallecchi, 1968
  • L' uomo e la rivoluzione, Bologna, il Mulino, 1968
  • Pene d'America, Bari, Dedalo libri, 1972
  • Controcultura e rivoluzione, Rimini-Firenze, Guaraldi, 1974

Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Così nell'intervento al Comitato centrale del giugno 1956 pubblicato su "Rinascita" (luglio 1956, pp. 365-369) citato da Albertina Vittoria nella Voce del Dizionario biografico degli italiani

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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