Eta Lyrae

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Eta Lyrae
Eta Lyrae
ClassificazioneSubgigante blu
Classe spettraleB2.5 IV
Distanza dal Sole1 390 ± 80 anni luce
CostellazioneLira
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta19h 13m 45,48832s
Declinazione+39° 08′ 45,4801″
Dati fisici
Acceleraz. di gravità in superficie3,38 (Sistema CGS)
Temperatura
superficiale
17360 K[1] (media)
Luminosità
6,605 L
Dati osservativi
Magnitudine app.+4,40
Magnitudine ass.-3,71[2]
Parallasse2,35 ± 0,13 mas[3]
Moto proprioAR: -0,60 mas/anno
Dec: -1,26 mas/anno[4]
Velocità radiale-8,1 ± 0,9 km/s
Nomenclature alternative
η Lyr, BD+38°390, HD 180163, HIP 94481, SAO 68010, WDS 19138+3909.

Coordinate: Carta celeste 19h 13m 45.48832s, +39° 08′ 45.4801″

Eta Lyrae (η Lyrae, abbreviato Eta Lyr, η Lyr) è la componente principale, chiamata anche componente 'A', di un sistema stellare triplo[5] visibile nella costellazione della Lira e situato a circa 1.390 anni luce dal Sole. La componente secondaria del sistema, o componente 'B', è la stella BD +38 3491.[5]

Eta Lyrae è una stella binaria spettroscopica con componenti chiamate Aa (cui ci si riferisce anche con il nome di Aladfar[6]) e Ab.

Nomenclatura[modifica | modifica wikitesto]

Il nome di η Lyrae proviene dalla nomenclatura di Bayer delle stelle binarie. La sua designazione come componente A di un sistema triplo, e delle sue due stelle costituenti come componenti Aa e Ab, deriva dalla convenzione utilizzata nel Washington Multiplicity Catalog (WMC) per i sistemi stellari multipli, adottata anche dall'Unione Astronomica Internazionale (IAU).[7]

Eta Lyrae viene spesso indicata anche con il tradizionale nome Aladfar, dall'arabo الأظفر (al-uz̧fur), che significa "gli artigli (dell'aquila in picchiata)", un nome che condivide con la stella Mu Lyrae. Nel 2016, la IAU ha istituito un gruppo di lavoro, il WGSN,[8] avente il compito di catalogare e standardizzare i preesistenti nomi delle stelle, e il WGSN ha deciso di attribuire i nomi tradizionali alle singole stelle piuttosto che ai sistemi multipli nella loro interezza.[9] In questo caso in particolare, il 5 settembre 2017, il WGSN ha approvato il nome Aladfar per la componente Aa del sistema triplo (ossia per la componente primaria di Eta Lyrae).[6]

Proprietà[modifica | modifica wikitesto]

Eta Lyrae è, come detto, una stella binaria spettroscopica e non può essere quindi risolta come binaria visuale. La sua classe spettrale è B2.5IV ed è quindi una subgigante blu, con una magnitudine apparente pari a +4,40 e una temperatura superficiale di circa 17360 K.[4]

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Come le altre componenti della costellazione della Lira, la stella fa parte del cielo boreale, di conseguenza è maggiormente visibile dall'emisfero boreale della Terra, dove nelle serate estive alle medie latitudine raggiunge lo zenit, ed è visibile già in marzo ad est prima del sorgere del Sole, e resta visibile fino ad autunno inoltrato, quando è visibile a ovest dopo il tramonto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. J. Cenarro, R. F. Peletier, P. Sanchez-Blazquez, S. O. Selam, E. Toloba, N. Cardiel, J. Falcon-Barroso, J. Gorgas, J. Jimenez-Vicente e A. Vazdekis, Medium-resolution Isaac Newton Telescope library of empirical spectra - II. The stellar atmospheric parameters, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 374, n. 2, 2007, p. 664, Bibcode:2007MNRAS.374..664C, DOI:10.1111/j.1365-2966.2006.11196.x, arXiv:astro-ph/0611618.
  2. ^ E. Anderson e Ch. Francis, XHIP: An extended hipparcos compilation, in Astronomy Letters, vol. 38, n. 5, 2012, p. 331, Bibcode:2012AstL...38..331A, DOI:10.1134/S1063773712050015, arXiv:1108.4971.
  3. ^ F. van Leeuwen, Validation of the new Hipparcos reduction, in Astronomy and Astrophysics, vol. 474, n. 2, novembre 2007, pp. 653-664, Bibcode:2007A&A...474..653V, DOI:10.1051/0004-6361:20078357, arXiv:0708.1752.
  4. ^ a b Eta Lyrae SIMBAD
  5. ^ a b Washington Double Star Catalog, su ad.usno.navy.mil, United States Naval Observatory. URL consultato il 29 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2011).
  6. ^ a b Naming Stars, su iau.org, IAU. URL consultato il 29 agosto 2018.
  7. ^ F. V. Hessman, V. S. Dhillon, D. E. Winget, M. R. Schreiber, K. Horne, T. R. Marsh, E. Guenther, A. Schwope e U. Heber, On the naming convention used for multiple star systems and extrasolar planets, arXiv, 3 dicembre 2010. URL consultato il 29 agosto 2018.
  8. ^ IAU Working Group on Star Names (WGSN), su iau.org, IAU. URL consultato il 29 agosto 2018.
  9. ^ WG Triennial Report (2015-2018) - Star Names (PDF), su iau.org, IAU, p. 5. URL consultato il 29 agosto 2018.
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