Discussione:Tomás Saraceno

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Il testo qui incassettato si riferisce a 3 recenti progetti, che vengono sviscerati in tono agiografico (come il resto della voce d'altronde). Voglio ricordare che Wikipedia non è una raccolta indiscriminata d'informazioni e non è nemmeno uno spazio gratuito dove lanciarsi in approfondimenti che si configurano come ricerche originali per il semplice fatto che non vi sono fonti terze autorevoli a supporto delle affermazioni. Un conto è un sito-blog personale, un altro è una voce di enciclopedia. Non tutto ciò che concerne un soggetto/argomento riconosciuto come enciclopedico può essere a sua volta di rilevanza per l'enciclopedia. Si veda a tal proposito la voce in de.wiki. Ammesso che ci sia un consenso sul mantenimento, questo testo va eventualmente asciugato dai toni enfatici e ridotto in misura proporzionale alla voce e in base alle fonti --Soprano71 02:55, 16 dic 2013 (CET)[rispondi]

progetti

On Space Time Foam

Tomas Saraceno - On Space Time Foam - HangarBicocca, Milano 2012

On Space Time Foam, è un installazione site specific pensata appositamente per lo spazio espositivo per cui è stato concepito: l’HangarBicocca di Milano che ha ospitato l’opera nell’autunno del 2012 e fino a febbraio del 2013. Le diverse fasi progettuali hanno portato l’artista e il suo team alla conformazione finale: una struttura fluttuante sospesa tra 14 e 20 metri di altezza. L’ installazione si compone di tre membrane di un materiale plastico studiato e realizzato grazie alla collaborazione di un team di ingegneri e la Lindstrand Technologies. Queste tre membrane giustapposte formano tre livelli, come tre piani mobili, ai quali gli spettatori possono accedere. La sensazione di perdita di stabilità data dal materiale che viene a contatto con il corpo (si è costretti a usare tutti gli arti per riuscire a gestire questa instabilità) fa perdere i riferimenti abituali e quindi catapulta il fruitore in una dimensione estranea. Così come in campo scientifico la figura del cubo viene associata ai concetti di spazio e tempo, così nell’opera di Saraceno i corpi degli spettatori e i loro movimenti sono l’espressione della variabile temporale, che introduce il tema della quarta dimensione all’interno dello spazio tridimensionale.

Il titolo dell’opera, e non solo, si può far risalire a concetti della meccanica quantistica teorizzate dal fisico Paul Davies, sulle origini dell’universo che comprende l’idea di particelle subatomiche in rapidissimo movimento, in grado di causare mutamenti nella materia spazio-temporale. Saraceno, ispirandosi liberamente a queste teorie, ne rende visibile metaforicamente il funzionamento. [1] Il pubblico può anche trovare altri livelli di lettura dell’opera e interpretarla secondo la propria sensibilità: dal dispositivo che mette in discussione le certezze percettive, all’elemento che modifica l’architettura che lo ospita, On Space Time Foam è una struttura che rende visibili le interrelazioni tra le persone con lo spazio, un utopico tentativo di superare le leggi della gravità.

Partendo da questo progetto Tomás Saraceno coinvolge studiosi, scienziati e ingegneri del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, all’interno del progetto di residenza del Center for Art, Science & Technology, per analizzare la fattibilità di un vero e proprio modello abitativo: una biosfera fluttuante da posizionare sopra le isole Maldive, con pannelli solari e un sistema per desalinizzare l’acqua marina. La sperimentazione artistico/scientifica messa in atto per l’esperienza all'HangarBicocca è quindi stata importante perché ha messo in relazione l’ambito simbolico e immaginifico dell’arte, quello ingegneristico della ricerca sui materiali e sulle tecnologie, quello culturale e antropologico della riflessione sul futuro che ci aspetta.


In Orbit

E’ un’installazione spettacolare situata nell’atrio dello Ständehaus K21 di Düsseldorf. L’opera, inaugurata il 21 giugno 2013, è composta di bolle, palloni e rete metallica. La realizzazione del progetto è stata curata dallo studio Stadler Prenn Architekten di Berlino. Sotto la cupola vetrata del K21, che ospita la collezione d’arte contemporanea della Renania settentrionale Vestfalia, si trova la tensostruttura ultraleggera, tesa a 20 m di altezza. L’opera si compone di varie stratificazioni e ricopre complessivamente una superficie di quasi 2.500 metri quadri. Le reti praticabili sono mantenute distanziate tra loro da bolle di PVC riempite di aria, le cosiddette sfere. Il diametro di queste bolle arriva fino a otto metri e mezzo, alcune hanno superficie riflettente altre sono trasparenti. La struttura è realizzata con cavi di sicurezza di ultima generazione collegati tra loro a formare una serie di reti. Per il progetto dell’opera, l’artista argentino si è ispirato alle tecniche di annodamento e alla geometria delle ragnatele, tentando letteralmente di imitarle. I visitatori possono accedere alla struttura in piccoli gruppi di massimo dieci persone. Siamo di fronte ad un’esperienza sensoriale unica: è necessario coordinare i propri movimenti poiché le reti non sono statiche e reagiscono in maniera estremamente sensibile al carico in movimento del pubblico. Dalle parole dell’artista:

“Ogni singolo fascio di cavi agisce sui visitatori sostenendoli ma anche legandoli indissolubilmente insieme e costringendoli ad agire in modo coordinato. E’ come una rete tesa su un giardino pubblico. Una struttura cosmica tessuta, capace di addensarsi, aprirsi e confluire nuovamente nella linea che ne determina i bordi. Nel confronto con l’architettura esistente, la rete si pone in modo unico e singolare.”

In orbit ha un’importante relazione con il cosmo, questo insieme di strati composto di linee e sfere che si intersecano sono riconducibili ai modelli dell’universo che rappresentano la forza di gravità e i corpi celesti. L’opera visualizza il continuum spazio-tempo, la rete tridimensionale di un ragno, le diramazioni della materia all’interno del cervello, la materia oscura o le strutture dell’universo. “in orbit” stabilisce nuove relazioni tra le proporzioni; il corpo umano diventa pianeta, molecola o buco nero sociale.

Parallelamente alla struttura praticabile, il K21 ospita anche uno “spazio per gli artisti”, nel quale è possibile ammirare ragni vivi che tessono le proprie ragnatele. In questo modo è possibile associare l’osservazione dei fenomeni naturali all’esperienza personale dell’opera d’arte[2].

Cloud City/Air Port City

Il progetto multidisciplinare Cloud Cities/ Air Port City fonda le sue radici nello studio delle forme abitabili con una particolare cura per l’ambiente. Durante l’ultimo decennio Saraceno ha concentrato il suo lavoro nell’ideazione e realizzazione di reti abitabili ispirate a geometrie complesse con l’ambizione di mescolare arte, architettura e scienza. Cloud City è una delle opere che meglio incarna questo intento. Cloud City, nella versione del 2012, è stata installata al Metropolitan Museum of Art di New York sul Tetto Verde dell’ Iris & B. Gerald Cantor dal 15 maggio al 4 novembre 2012. L’opera è composta da sedici moduli interconnessi, per un totale di 18 metri di lunghezza, 8 metri di larghezza e altrettanti di altezza. Accessibile ai visitatori è stata totalmente ispirata a fenomeni naturali e a strutture prese in prestito dalla scienza: nubi, bolle, batteri, schiuma, universi e reti sociali di comunicazione neurale.

“Visto al contrario Central Park è un giardino fluttuante integrato nelle nuvole, gli edifici e il cielo appaiono riflessi sotto di essa, la gravità pare riorientarsi e la gente si moltiplica in mosaici di nubi, formando reti interconnesse e inaspettate"

Cloud City è un invito a percepire simultaneamente una molteplicità di realtà creando sovrapposizioni e connessioni multi-riflesse nelle cose, alterando e interrogando la nostra percezione; è un veicolo per l’immaginazione pronta a trasportarci più in la degli stati sociali, politici e geografici della mente.”

Note

  1. ^ Tomas Saraceno, On Space Time Foam, a cura di Andrea Lissoni, Milano, 2012
  2. ^ D'ARS n.212, winter 2012, Milano
Sarei per la versione asciutta di de.wiki, è un iperdettaglio il paragrafo On Space Time Foam, che vedo che è stato rimesso. Vedo anche frasi ripetute nella stessa sezione, e come in uqella precedente i tono sono ancora agiografici, sarei per un altro rb. --Kirk39 Dimmi! 12:25, 16 dic 2013 (CET)[rispondi]

Tomas Saraceno - Sezione opere[modifica wikitesto]

Volevo in realtà aggiungere anche le descrizioni delle altre due opere in versione rivista e corretta. Ancora non capisco perché i toni non vadano bene. Non sto inventando nulla, ho letto sull'artista, su riviste specializzate e siti web. Perché le descrizioni delle opere non vanno bene? --WikiREdia (msg) 12:43, 16 dic 2013 (CET)[rispondi]

Perchè si tratta di ingiusti rilievi: come hai detto in talk, e come è evidente dalla mancanza di fonti, ciò che è in discussione non è la veridicità delle affermazioni (nessuno ha detto che stai inventando) bensì la sproporzione tra l'effettiva rilevanza - data dalle fonti attualemente disponibili - e quella che viene data su questa pagina. Se le fonti sono quelle non ci possiamo fare nulla. Aggiungo che finchè non c'è consenso quel testo rimane qui e non in campo principale, grazie --Soprano71 13:35, 16 dic 2013 (CET)[rispondi]

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