David Hahn

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Modello della centrale nucleare Superphenix, che impiegava un reattore nucleare autofertilizzante. David Hahn ha tentato di costruire un modello di reattore autofertilizzante in un capanno nel cortile della casa materna.

David Charles Hahn (Clinton Township, 30 ottobre 1978Shelby Charter Township, 27 settembre 2016[1]) è stato un inventore e militare statunitense, noto come il boy scout radioattivo o il boy scout nucleare, fu noto per aver tentato nel 1994, all'età di 16 anni, la costruzione di un modello di reattore nucleare autofertilizzante in un capanno nel cortile della sua abitazione. Membro dei Boy Scouts of America, David Hahn condusse i suoi esperimenti nella casa materna a Commerce (Michigan). Nonostante il reattore non abbia mai raggiunto la massa critica, David attrasse l'attenzione della polizia locale quando in un'occasione, essendo stato fermato per altri motivi, i poliziotti trovarono nella sua automobile del materiale sospetto e David mise in guardia gli agenti facendo notare che si trattava di materiale radioattivo. Dieci mesi dopo, l'abitazione materna venne decontaminata dall'Environmental Protection Agency, come sito Superfund.[2]

Sebbene inizialmente l'incidente non sia stato pubblicizzato, divenne noto a seguito della pubblicazione, nel 1998, di un articolo di Ken Silverstein su Harper's Magazine. La vicenda venne poi narrata nel libro The Radioactive Boy Scout, pubblicato da Silverstein nel 2004.[2]

Costruzione del reattore[modifica | modifica wikitesto]

David Hahn era un boy scout affascinato dalla chimica e trascorse anni eseguendo esperimenti amatoriali, spesso causando piccole esplosioni o altri incidenti. Nella sua attività era ispirato dal The Golden Book of Chemistry Experiments, e tentò di raccogliere campioni di tutti gli elementi nella tavola periodica, inclusi quelli radioattivi. Ricevette un merit badge degli scout in energia atomica e rimase affascinato dall'idea di creare un reattore nucleare autofertilizzante a casa. Iniziò, quindi, ad ammassare materiale radioattivo ricavato da oggetti domestici, come americio dai rilevatori di fumo, torio dalle reticelle Auer delle lampade da campeggio, radio dagli orologi, e trizio (un moderatore) dai visori per armi da fuoco. Il suo reattore era costituito da un blocco di piombo scavato, e impiegò del litio, recuperato da accumulatori elettrici per un valore di mille dollari, per purificare il torio con l'ausilio di un becco Bunsen.[3][4] Hahn si finse uno scienziato adulto o un professore di scuola superiore nella corrispondenza con diversi professionisti del settore, ottenendo la fiducia di alcuni di essi, nonostante gli errori, anche ortografici, nella sua scrittura.[5]

Il suo reattore non si avvicinò mai alla massa critica ma raggiunse, comunque, un livello di emissione di radiazioni pericoloso, verosimilmente oltre mille volte la radioattività ambientale. Preoccupato, David iniziò a smantellare il suo esperimento ma la polizia, casualmente, venne a conoscenza della sua attività e avviò una procedura di Federal Radiological Emergency Response, coinvolgendo l'FBI e la Nuclear Regulatory Commission. Il 26 giugno 1995 la United States Environmental Protection Agency, dopo aver designato la casa della madre di David Hahn come un sito Superfund, smantellò il capanno e rimosse tutto il suo contenuto, smaltendolo come rifiuti radioattivi a basso livello nello Utah. Ad insaputa degli agenti, la madre, preoccupata di perdere la proprietà se l'effettiva quantità di materiale radioattivo fosse stata scoperta, si era già disfatta di buona parte del materiale gettandolo tra i comuni rifiuti. Gli esperti dell'EPA ritennero che l'aspettativa di vita di David sia stata fortemente ridotta dalla sua esposizione alla radioattività, per via del prolungato periodo trascorso in un piccolo ambiente chiuso a contatto con una grande quantità di materiale radioattivo e con misure di sicurezza minime. Ciò nonostante, egli rifiutò la loro raccomandazione di sottoporsi a controlli medici per l'esposizione a radiazioni ionizzanti.[3]

Carriera successiva[modifica | modifica wikitesto]

David Hahn venne colpito da depressione a seguito dello scandalo, esacerbata dalla rottura con la sua fidanzata e il suicidio della madre nel 1996.[2] Diplomatosi dalla scuola superiore, non aveva un piano per il futuro. Incoraggiato dal padre e dalla matrigna, si iscrisse presso il Macomb Community College in un corso di metallurgia, del quale tuttavia frequentemente saltava le lezioni.[2] Venne quindi incoraggiato ad intraprendere una carriera militare, e si arruolò nella marina, venendo assegnato alla portaerei nucleare USS Enterprise (CVN-65) come marinaio semplice.[3] Dopo quattro anni di servizio, divenne sottufficiale di terza classe, specialista di comunicazioni interne.[2]

Dopo il periodo a bordo dell'Enterprise, Hahn si arruolò nei Marines, venendo assegnato in Giappone. Dopo alcuni anni di servizio, venne congedato con onore per motivi medici, e tornò in Michigan. Gli furono in seguito diagnosticate schizofrenia paranoide e disturbo bipolare, e assunse farmaci per contrastare entrambe le patologie.[6]

Dopo il congedo[modifica | modifica wikitesto]

Il primo agosto 2007, Hahn fu arrestato a Clinton Township per furto, avendo rimosso diversi rilevatori di fumo installati negli ambienti comuni dell'edificio presso il quale si trovava il suo appartamento[7][8][9] allo scopo di ottenere l'americio in essi contenuto. Nella foto segnaletica sono visibili piaghe sul suo volto, che gli inquirenti ritennero dovute all'esposizione a materiale radioattivo.[10] Durante un'udienza, Hahn si dichiarò colpevole. L'accusa richiese una breve condanna e che fosse ricoverato, e sotto i termini dell'accordo le accuse originali sarebbero state fatte cadere durante la sentenza, programmata per il 4 ottobre.[11] Fu condannato a 90 giorni di detenzione per tentato furto, e i registri del tribunale riportano che la sentenza sarebbe stata ritardata di sei mesi per consentirgli di essere curato nell'unità di psichiatria della prigione della contea di Macomb.[12][13]

Hahn morì il 27 settembre 2016, all'età di 37 anni. All'epoca risiedeva a Shelby Charter Township.[1][14] La sua morte è stata giudicata un risultato accidentale di intossicazione dagli effetti combinati di alcol, difenidramina e fentanil.[15]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

L'incidente ricevette scarsa attenzione mediatica all'epoca, ma divenne popolare quando Ken Silverstein pubblicò un articolo al riguardo su Harper's Magazine nel 1998,[3] espanso poi nel 2004 con la pubblicazione di un libro, The Radioactive Boy Scout, che era stato considerato per una trasposizione cinematografica nel 2016.[16]

Nell'episodio Page Turner della quinta stagione di CSI: NY, il personaggio Lawrence Wagner è ispirato a David Hahn.[17]

Channel 4 ha trasmesso nel 2003 un documentario televisivo intitolato The Nuclear Boyscout, nel quale Hahn ha ricostruito alcuni dei suoi metodi davanti alle telecamere.

Hahn è servito come fonte di ispirazione per l'antagonista Derek Frost dal film Source Code (2011), che mira a distruggere Chicago con un ordigno nucleare di sua creazione.[18]

Gli esperimenti di Hahn hanno ispirato altri tentativi analoghi, tra i quali quelli di Taylor Wilson, che a 14 anni è diventato il più giovane ad aver messo in atto un processo di fusione nucleare.[19]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b David Charles Hahn, su Tributes.com, Tributes, Inc., 26 settembre 2016. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  2. ^ a b c d e Ken Silverstein, The Radioactive Boy Scout: The Frightening True Story of a Whiz Kid and His Homemade Nuclear Reactor, Villard, 2004, ISBN 0-8129-6660-0.
  3. ^ a b c d Ken Silverstein, The Radioactive Boy Scout, in Harper's Magazine, November 1998. URL consultato il 10 settembre 2014.
  4. ^ Tim Rauschenberger, The Nuclear Merit Badge, su The Christian Science Monitor, 16 marzo 2004. URL consultato il 3 febbraio 2016.
  5. ^ Sam Kean, The Disappearing Spoon, Little, Brown and Co, 2010.
  6. ^ Laura Collins, Radioactive Boy Scout' who nearly blew up Detroit is still at it, su Daily Mail News, Associated Newspapers Ltd., 13 novembre 2013. URL consultato il 20 aprile 2016.
  7. ^ Laura Collins, Uh-oh! 'Radioactive Boy Scout' who built a nuclear reactor in his Detroit shed sparking evacuation of 40,000 now wants to invent a lightbulb that lasts 100 years, su The Daily Mail, 13 novembre 2013. URL consultato il 3 febbraio 2016.
  8. ^ Adam Taylor, The Weird Story Of The Swedish Man Who Tried To Build A Nuclear Reactor In His Kitchen, su Business Insider, 2 agosto 2011. URL consultato il 3 febbraio 2016.
  9. ^ Man dubbed 'Radioactive Boy Scout' pleads guilty, su Detroit Free Press, Web.archive.org, 27 agosto 2007. URL consultato il 3 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
  10. ^ 'Radioactive Boy Scout' Charged in Smoke Detector Theft, Fox News, 4 agosto 2007. URL consultato il 28 novembre 2007 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2007).
  11. ^ Man dubbed 'Radioactive Boy Scout' pleads guilty, in Detroit Free Press, Associated Press, 27 agosto 2007. URL consultato il 27 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
  12. ^ Laura Collins, Radioactive Boy Lives!, in Daily Mail, London, 14 novembre 2013. URL consultato il 27 ottobre 2014.
  13. ^ 'Radioactive Boy Scout' Sentenced to 90 Days for Stealing Smoke Detectors, Fox News, 4 ottobre 2007. URL consultato il 28 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2007).
  14. ^ David Hahn Obituary - Shelby Township, Michigan, su legacy.com.
  15. ^ fonte morte, su documentcloud.org.
  16. ^ Matt Pressburg, ‘Radioactive Boy Scout’ Movie About Real Teen Nuke Builder in the Works, su thewrap.com, The Wrap, 28 settembre 2016. URL consultato il 6 ottobre 2016.
  17. ^ Nancy Gail, TV Review: CSI: NY, 'Page Turner', su blogcritics.org, Blog Critics. URL consultato il 29 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2011).
  18. ^ https://web.archive.org/web/20110813005823/http://ca.io9.com/5788795/duncan-jones-unravels-the-mysteries-behind-source-code
  19. ^ The Boy Who Played With Fusion, su Popular Science. URL consultato il 20 aprile 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN890149108534768780002 · ISNI (EN0000 0004 4882 9619 · LCCN (ENn2003011071
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