Crispino I di Pavia

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San Crispino I

Vescovo

 
Morte466 circa
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazione20 dicembre 1888 da papa Leone XIII
Santuario principaleCattedrale di Santo Stefano e Santa Maria Assunta
Ricorrenza7 gennaio
Patrono diPorana

Crispino I di Pavia (... – 466 circa) è stato un vescovo italiano. Il suo culto fu confermato da papa Leone XIII nel 1888.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Ennodio, vescovo di Pavia agli inizi del VI secolo e autore della vita di sant'Epifanio, Crispino esercitava già l'incarico di vescovo a Pavia quando conferì il lettorato a Epifanio a 8 anni, ossia nel 446 circa.[1]

Crispino prese parte al concilio indetto probabilmente a Milano dal vescovo Eusebio, nell'estate del 451, e sottoscrisse al sesto posto la lettera sinodale con la quale i vescovi italiani condannavano l'archimandrita Eutiche e professavano le due nature distinte nell'unica persona di Cristo, Figlio di Dio.[2]

Ennodio riferisce ancora che Crispino nel 456 circa ordinò Epifanio suddiacono e due anni dopo diacono, affidandogli contestualmente degli incarichi sempre più importanti e delicati; infine lo scelse come suo successore sulla cattedra di Pavia, ottenendone l'approvazione da Rusticio, vir illustris di Milano.[3]

Secondo Ennodio, Crispino morì otto anni dopo aver ordinato diacono Epifanio, cioè nel 466 circa.[3] Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore, che aveva contribuito ad edificare.[4]

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

Il suo culto come santo fu confermato da papa Leone XIII con decreto del 20 dicembre 1888.[5]

Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 7 gennaio.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Petri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, p. 506. Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia..., p. 987.
  2. ^ Petri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, pp. 506-507.
  3. ^ a b Petri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, p. 507.
  4. ^ Pietro Burchi, BSS, vol. IV (1964), col. 313.
  5. ^ Index ac status causarum (1999), pp. 432 e 598.
  6. ^ Martirologio romano (2004), p. 115.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
  • Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an.604), Faenza 1927.
  • (FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, Roma 1999, pp. 506-507.
Predecessore Vescovo di Pavia Successore
Sant'Ursicino prima del 446 - 466 ca. Sant'Epifanio