Collegio Papio

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Il Collegio Papio[1], propriamente "Collegio di Santa Maria della Misericordia", è un istituto scolastico cattolico-romano di origini centenarie con sede ad Ascona. Fu costruito nel 1585 su iniziativa del cardinale Carlo Borromeo grazie ad un progetto tipico della renaissance del valsodano Pellegrino Tibaldi.

Il denaro per la costruzione della scuola provenne dall'asconese Bartolomeo Papio (da qui il nome della scuola), che mise a disposizione il suo palazzo di Ascona per la costruzione dell'istituto scolastico gestito prima dagli Oblati e poi dai Gesuiti[2].

Oltre al chiostro è di grande splendore la chiesa del Collegio. Facente parte di un convento di domenicani, la chiesa di Santa Maria della Misericordia servì come luogo di preghiera per seminaristi e tuttora è un importante luogo d'incontro per preghiere per gli studenti e la popolazione che lo desidera. In gran parte rinnovata nel 2006-2008, la chiesa ha da sempre avuto una connotazione speciale per le moltitudini di affreschi nella cupola a fianco della sacristia e per il notevole dipinto collocato nella navata centrale[3].

Guidato negli anni da diversi ordini religiosi fino ai salesiani, agli assunzionisti, finì nel 1935 per essere subordinato alla diocesi di Lugano, allora retta da Monsignor Angelo Jelmini, amministratore apostolico della diocesi di Lugano, che chiamò i benedettini di Einsiedeln che lo diressero dal 1924 al 1964.

Fra i rettori sono da notare monsignor Amédée Grab, vescovo emerito di Coira e monsignor Pier Giacomo Grampa, vescovo di Lugano che ha ceduto la funzione a don Patrizio Foletti di Massagno.

Non sono pochi gli studenti del Collegio Papio che hanno raggiunto le cariche più prestigiose nel settore privato così come in quello pubblico. Fra gli allievi, il Collegio annovera presidenti della Confederazione Svizzera, del Consiglio di Stato, ambasciatori, membri dell'ONU e dei direttivi dell'Unione europea e dell'OCSE, amministratori delegati di aziende mondialmente conosciute e vari membri dei quadri aziendali internazionali. Sono molti anche gli artisti, i letterati e i professori conosciuti sul piano internazionale che hanno studiato fra le mura di questo collegio.

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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Collegio Papio, Inventario dei beni culturali.
  2. ^ Borrani, 1896, pp. 482-483.
  3. ^ Buetti, 1969, pp. 503-508.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Lugano, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, 1896.
  • Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Locarno, Pedrazzini Edizioni, 1969.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Porza-Lugano, Edizioni Trelingue, 1980, p. 158.
  • Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Brescia, Editrice La Scuola, 2003.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2007, pp. 197-198.

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