Chiesa di Santa Maria della Latina

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Chiesa di Santa Maria della Latina
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàMessina
Religionecattolica di rito romano
DiocesiMessina
Inizio costruzioneX - XI secolo
Demolizione1908

La chiesa di Santa Maria della Latina è stata una chiesa di Messina. Costituiva il primitivo Priorato di Santa Maria della Latina esistente vicino a Porta Buzzetta sulla strada d'accesso a Rocca Guelfonia. Il titolo del tempio dava il nome a tutta la contrada denominata «La Latina». Luogo di culto derivato in chiesa di Santa Maria dell'Arco.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio verosimilmente edificato su un preesistente luogo di culto pagano, nella cui area è stato rinvenuto un tumulo con l'iscrizione dedicata al tiranno Mamercus Imperator Mamertinorum, come descritto nel supplemento al compendio di Francesco Maurolico.[2]

Epoca rinascimentale e secoli successivi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1596 l'arcivescovo Francisco Velardo de La Cuenca importò da Napoli un quadro raffigurante Santa Maria dell'Arco, titolo molto diffuso nell'area campana e accostato ad un prodigio avvenuto nel 1450.

Sunto estratto dalla relazione circa la sacra regia visita di monsignor Giovanni Angelo de Ciocchis a Messina. Tra il 1741 e il 1743 l'incaricato regio compie per conto del sovrano di Sicilia Carlo III di Spagna una ricognizione generale di benefici e beni religiosi soggetti a patronato regio, all'interno dell'intero territorio siciliano e contemplati nella raccolta di atti e documenti denominati "Acta e Monumenta".[4]

«Il Priorato di Santa Maria della Latina è promosso dal gran Conte Ruggero eretto come gancia dell'antico Monastero dei Padri Benedettini della Città di Gerusalemme.[1] I frati di là scacciati o costretti alla fuga dalla Città Santa in seguito alle barbarie compiute dai Saraceni, riparano nelle rispettive gancie istituite in Sicilia: Agira sede del monastero di San Filippo d'Argirò di questo Regno di Sicilia, nel monastero di San Filippo il Grande e nel venerabile Priorato di Santa Maria della Latina della città di Messina.

Il Priorato ubicato presso Porta Buzzetta aveva il proprio luogo di culto nella chiesa della Madonna della Latina. Il 16 settembre 1600, per atti del notaio Alessandro Vistarchi, don Alberto Saladino, allora Priore di detto Priorato, perde le prerogative riconosciute dallo "Jure Patronatus" conferendo poteri all'illustre don Tommaso Bonfiglio di Gallari, governatore della compagnia o Confraternita di Santa Maria dell'Arco, a Giovan Domenico e Placido Pillizzi, consiglieri della suddetta confraternita. I futuri governatori e consiglieri possono liberamente e a piacimento disporre di lasciare il quadro in detta Chiesa di Santa Maria della Latina, con tutte le altre facoltà convenute nell'atto di contentamento, qualora i menzionati governatore e consiglieri, dovessero mantenere la proprietà di suddetta Chiesa in perpetuo.

All'atto della ricognizione della chiesa erano presenti quattro altari:

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Il terremoto del 1908 distrusse l'edificio sacro. L'arcivescovo Angelo Paino trasferì il titolo della parrocchia presso la chiesa di San Francesco di Paola del convento dei frati dell'Ordine dei Minimi al 1860. All'interno si conserva il primitivo Crocifisso collocato nel transetto.

Confraternita dei Gentiluomini[modifica | modifica wikitesto]

Commenda di Santa Maria La Latina[modifica | modifica wikitesto]

Priorato di Santa Maria La Latina[modifica | modifica wikitesto]

Confraternita della Madonna dell'Arco[modifica | modifica wikitesto]

Oratorio della Madonna dell'Arco[modifica | modifica wikitesto]

Implicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il Priorato di Santa Maria della Latina congiuntamente all'attività del Priorato di Santa Croce e istituzioni cittadine similari erano retti da monaci costituiti sotto la regola di Sant'Agostino, avevano titolo di Canonici regolari dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L'ordine cavalleresco dei gerosolimitani comprendeva i cristiani cavalieri (monaci benedettini che avevano impugnato le armi) e i cavalieri cristiani (soldati che diventavano religiosi: cavalieri San Giovanni di Gerusalemme, templari, teutonici, cavalieri del Santo Sepolcro). Coi loro possedimenti fornivano il necessario sostegno logistico lungo gli itinerari dei pellegrini diretti in Terra santa.

A Messina l'attività dei Priorati e il successivo insediamento dell'Ordine Francescano custode dei luoghi santi, favorisce lo sviluppo e la diffusione, sull'impronta della vera Via Crucis, delle primitive manifestazioni cittadine delle Barette, in essa trovano fondamento i riti della Settimana Santa della provincia e dell'intera regione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Caio Domenico Gallo, pp. 173.
  2. ^ Caio Domenico Gallo, pp. 17.
  3. ^ a b c d e Caio Domenico Gallo, pp. 174.
  4. ^ "Acta e Monumenta", raccolta di atti e documenti parzialmente editi nel 1836, custodita presso l'Archivio di Stato di Palermo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]