Centrolabrus melanocercus

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Tordo codanera
Esemplare femminile
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Gnathostomata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Labroidei
Famiglia Labridae
Genere Centrolabrus
Specie C. melanocercus
Nomenclatura binomiale
Centrolabrus melanocercus
(Risso, 1810)
Sinonimi

Symphodus melanocercus
(Risso, 1810)
Crenilabrus melanocercus
(Risso, 1810)
Lutjanus melanocercus
Risso, 1810

Centrolabrus melanocercus (Risso, 1810), conosciuto in italiano come tordo codanera, è un pesce osseo marino della famiglia Labridae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È una specie endemica del mar Mediterraneo e del mar di Marmara[2]. È assente o rara nella parte più orientale del Mediterraneo, nel nord del mar Adriatico, dal mar Egeo settentrionale e dal mar Nero[1]. Non è comune nei mari italiani[3].

Vive prevalentemente nelle praterie di Posidonia oceanica, più raramente si può incontrare tra le rocce con folta vegetazione[4]. Vive a basse profondità[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si caratterizza per la piccolezza della bocca, il muso breve e la sagoma particolarmente allungata. Il carattere più importante per il riconoscimento è comunque la livrea. Le femmine ed i giovani hanno dorso beige, fianchi dorati o giallognoli e pinna caudale interamente nera o blu molto scuro, spesso con un bordo chiaro o azzurro. Alcune linee blu possono essere presenti nella parte inferiore della testa e sotto l'opercolo. I maschi adulti hanno una livrea del tutto diversa, il colore di fondo tende al blu sul dorso e al violaceo sui fianchi mentre ventre e gola sono gialli. Tutto il corpo è coperto di fitte linee ondulate ed irregolari azzurre, le pinne sono giallastre o marroni, la caudale non è nera ma brunastra con ocelli blu e gli occhi sono gialli[3][4][5].

Misura fino a 14 cm[2].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Solitario[3]. Si trova spesso in acque libere, lontane dal fondo[4]. Presenta un comportamento da “pesce pulitore“ come il noto labride indopacifico Labroides dimidiatus: si avvicina agli altri pesci, anche più grandi e ripulisce la loro pelle dai parassiti. Tra i "clienti" più frequenti ci sono altri Labridae, saraghi, mennole e perchie. È molto territoriale con gli individui della sua specie[3].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si ciba di invertebrati bentonici come crostacei (soprattutto anfipodi e copepodi), vermi marini, briozoi e celenterati idrozoi[2].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Si riproduce in primavera e all'inizio dell'estate[3]. Il maschio non fabbrica un nido vero e proprio come in molti congeneri ma sceglie un ciuffo dell'alga bruna Cystoseira dove la femmina depone le uova dopo di che sorveglia il "nido" fino alla schiusa[2].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Viene talvolta catturato con le reti da posta e con altri attrezzi costieri mentre non abbocca agli ami. Ha scarso valore alimentare come quasi tutti i Labridae mediterranei, è adatto solo per la preparazione della zuppa di pesce[5].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie non è minacciata. Le popolazioni, seppur con abbondanza variabile da zona a zona dell'areale, sono stabili[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Centrolabrus melanocercus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c d e (EN) Centrolabrus melanocercus, su FishBase. URL consultato il 26 novembre 2020.
  3. ^ a b c d e Enrico Tortonese, Osteichthyes, Bologna, Calderini, 1975.
  4. ^ a b c Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 88-8039-472-X.
  5. ^ a b Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN 88-425-1003-3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani Mursia 1991 ISBN 88-425-1003-3
  • Louisy P., Trainito E. (a cura di) Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo. Milano, Il Castello, 2006. ISBN 88-8039-472-X

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