Carlo Guadagni

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Carlo Pasquale Augusto Guadagni
NascitaSanteramo in Colle, 27 aprile 1878
MortePiave, 15 giugno 1918
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1900 - 1918
GradoTenente colonnello in servizio permanente effettivo
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
BattagliePrima battaglia dell'Isonzo
Battaglia del solstizio
Comandante diI Battaglione
243º Reggimento fanteria "Cosenza"
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1918 [1]
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Carlo Pasquale Augusto Guadagni (Santeramo in Colle, 27 aprile 1878Piave, 15 giugno 1918) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Santeramo in Colle, provincia di Bari, il 27 aprile 1878, figlio di Gaetano e di Carlotta Bellelli.[2] Dopo aver conseguito nel 1898 la licenza liceale, entrò alla Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena da cui uscì nel settembre 1900 con la nomina a sottotenente dell'arma di fanteria in servizio nell'11º Reggimento fanteria "Casale".[2] Divenuto tenente nel 1903, passò, alla fine del 1909, al 40º Reggimento fanteria della brigata Bologna con il quale, il 5 ottobre 1911, si imbarcò a Napoli per la Tripolitania, partecipando alla guerra italo-turca e a Misurata, nel luglio 1912, fu decorato di medaglia di bronzo al valor militare.[2] Rientrato in Italia nell’ottobre dello stesso anno venne promosso capitano nel giugno 1913, e fu trasferito al 39º Reggimento fanteria della stessa brigata Bologna. Due anni dopo, all'atto dell'inizio delle ostilità con l'Impero austro-ungarico, il 24 maggio 1915 varcò il confine partecipando alla prima battaglia dell'Isonzo, nel tratto di fronte RedipugliaFogliano e nei combattimenti per la conquista del "trincerone" a quota 92 di Castelnuovo, dal 19 al 26 luglio, fu insignito della medaglia d'argento al valor militare.[2] Nel giugno 1916 fu trasferito al 47º Reggimento fanteria "Ferrara", operante sul fronte Carsico tenuto dalla 3ª Armata.[2] Promosso maggiore nel gennaio 1917, fu assegnato al 218º Reggimento fanteria della brigata Volturno e poi, nel novembre dello stesso anno, dopo il ripiegamento sulla linea del Piave, venne destinato al 243º Reggimento fanteria "Cosenza", dove assunse il comando del I Battaglione. Il mattino del 15 giugno 1918, iniziata la battaglia del solstizio, dalla posizione di attesa di case Ninni venne inviato a sostenere le fanterie della brigata impegnate nei combattimenti nel tratto di fronte davanti a Sant'Andrea di Barbarana.[2] Attaccato da preponderanti forze avversarie, che erano riuscite a trasferirsi sulla riva destra del Piave, senza porre indugio impegnò combattimento con il nemico costringendolo a ritirarsi.[2] Poco tempo dopo, attaccato nuovamente da maggiori forze avversarie oppose una disperata resistenza.[2] Asserragliatosi con i pochi superstiti nel caposaldo della posizione, si difese arditamente con il lancio di bombe a mano, cadendo successivamente colpito a morte al petto da una scarica di fucileria.[2] Promosso postumo tenente colonnello, con Regio Decreto del 23 ottobre 1921 gli venne conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

A lui è intitolata la caserma di Piazza Balenzano di Bari.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante un poderoso attacco nemico, mentre alla testa del suo battaglione avanzava a sostegno dì altro reparto fortemente impegnato, scontratosi con forze preponderanti avversarie, che già avevano travolto le nostre prime linee e minacciavano un completo sfondamento, incurante del numero, le contrattaccava arditamente, e, a prezzo delle più gravi perdite, riusciva ad arrestarle ed a respingere i loro successivi attacchi. Dopo più ore di lotta impari e disperata, ridotto ormai con pochi superstiti, anzichè ripiegare, si asserragliava coi medesimi in un caposaldo della posizione, deliberato a resistere a tutta oltranza, e, fulgido esempio di valore e del più alto sentimento del dovere, v’incontrava morte gloriosa. S. Andrea di Barbarano (Piave), 15 giugno 1918.[3]»
— Regio Decreto 23 ottobre 1921.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Costante e mirabile esempio di calma e coraggio, mantenne per lungo tempo salda la difesa di una posizione, affidata alla sua compagnia, resistendo validamente agli attacchi notturni dell'avversario. Nell'attacco e nella conquista di un trincerone, sprezzante del pericolo fu sempre alla testa del suo reparto e fu il primo a raggiungere la posizione nemica, cooperando poi nell'azione di altra compagnia per la cattura di numerosi prigionieri. Castelnuovo, 19-20 luglio 1915
— Decreto Luogotenenziale del 1 giugno 1916.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il singolare slancio, coraggio e calma, dimostrati in combattimento, dove andò all'assalto con una compagnia. Portava con intelligente attività ordini e comunicazioni ai reparti, in terreno battuto dal fuoco nemico. Misurata, 8 luglio 1912
— Regio Decreto 22 marzo 1913.
Cavaliere dell'ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 22 novembre 1917.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 60.
  • Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura s.r.l., 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]