Caffettano marocchino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
L'attrice marocchina Fati Jamali con un caffettano

Il caffettano marocchino (in arabo قفطان مغربي?) è un abito tradizionale marocchino. Sotto forma di una lunga tunica, e in generale con maniche lunghe, indossata con una cintura (mdama) che si dispiega in molti stili e colori, l'abito è il risultato del savoir-faire di artigiani e sarti (maalem) del Paese. È l'abito da cerimonia per eccellenza delle donne marocchine durante le tradizionali cerimonie (come matrimoni, battesimi e feste religiose). Il caffettano marocchino si è diffuso anche nella vicina Algeria.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il caffettano apparve in Marocco nel XVI secolo all'epoca della dinastia merinide[3][4], nella quale veniva indossato nelle corti reali.[5] La città di Fès era nota per le sue fabbriche tessili, all'epoca intorno alle tre migliaia.[6] I sultani merinidi inviarono caffettani in dono ad ogni nuovo sultano dell'Impero ottomano.[7]

Secondo Encyclopaedia of Islam, il caffettano fu introdotto negli Stati barbareschi dagli ottomani.[8]

Secondo Naima El Khatib Boujibar, il caffettano venne introdotto in Marocco durante la dinastia sa'diana dal sovrano Abu Marwan Abd al-Malik I, il quale visse ad Algeri e a Istanbul. Indossato prima dai dignitari e dalle cortigiane, divenne popolare anche tra la classe media a partire dal XVII secolo.[9][10][11]

Stile e varianti[modifica | modifica wikitesto]

Tradizionalmente, ogni città marocchina ha il proprio stile di caffettano.

Gli stili variano tra quello di Fès, lungo e diritto, e quello di Tétouan, corto e ampio. Ma al giorno d'oggi, lo stile si è generalmente uniformato.[3]

Keswa kbira[modifica | modifica wikitesto]

Nelle città settentrionali del Paese, la keswa kbira è una variante indossata tradizionalmente dalle donne ebree e risente dell'influenza della Spagna del XVI secolo, introdotta in Marocco dai rifugiati ebrei sefarditi e musulmani moriscos espulsi dalla Spagna in quel periodo. Questo caffettano è una composizione di velluto, seta e oro che di solito consiste di tre pezzi: una grande gonna, la zeltita, il cui taglio varia a seconda della regione, un plastron, il ktef, e un giubbotto chiamato gombaz. Quanto alle maniche, sono in mussola e non sono attaccate all'abito. Il plastron è la parte più preziosa del costume e la più riccamente ricamata nell'abito. Consiste in un pezzo di velluto, seta, pelle o cotone, ricamato con fili d'oro e i cui motivi differivano da una città all'altra.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Le caftan marocain en passe de détrôner la légendaire gandoura, su liberte-algerie.com. URL consultato il 13 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2020).
  2. ^ (FR) Litamine Khelifa, Vêtements traditionnels : les importations algériennes du Maroc augmentent de 97%, su Algerie Eco, 6 agosto 2018.
  3. ^ a b (FR) Le Caftan, un voyage dans les dédales d'une histoire millénaire, su Atlasinfo, 15 aprile 2016.
  4. ^ (FR) Le raffinement du caftan marocain en vedette à Montréal, su Libération.
  5. ^ (FR) Le caftan marocain, chef d'oeuvre de l'artisanat, su Vicedi : voyager comme Ulysse, 9 aprile 2015.
  6. ^ (AR) مدونة ثقافة المغرب: القفطان المغربي في الأندلس و خرافة القفطان العثماني, su marocultur.blogspot.com.
  7. ^ (AR) Abd Elhadi Tazi, التاريخ الدبلوماسي للمغرب, p. 226.
  8. ^ Cl. Huart, Ḳaftān, 24 aprile 2012, DOI:10.1163/2214-871X_ei1_SIM_3796.
  9. ^ Kaftan, su museumwnf.org.
  10. ^ (AR) الجزائريون في تطوان, p. 127.
  11. ^ (AR) Driss Bouhlila, الجزائريون في تطوان.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]