Buddismo in Malaysia

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Penang, Malaysia: tempio buddhista burmese Dhammikarama

Il buddismo in Malaysia è la seconda religione per numero di praticanti dopo l'Islam, con il 19,2% della popolazione che afferma di professarla, secondo certe stime, anche se questa cifra arriva a salire al 21,6% se viene combinata con la religione tradizionale cinese[1]. Il buddismo malese è principalmente praticato dall'etnia Han dei Cino-malesi, ma vi sono anche un buon numero di emigrati dallo Sri Lanka che seguono la fede buddhista, come l'uomo d'affari e filantropo Ananda Krishnan ed il monaco e studioso K. Sri Dhammananda.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Indianizzazione del sudest asiatico.

Il buddismo è stato introdotto nell'arcipelago malese e tra i malesi già nel 200 a.C. Fonti cinesi scritte indicano che all'incirca una trentina di piccoli stati fortemente influenzati dalla cultura dell'India si succedettero l'uno con l'altro nella penisola malese; tutto ebbe inizio quando i commercianti indiani, accompagnati dai loro sacerdoti, viaggiarono lungo le rotte marittime che conducevano verso il sudest asiatico e portando con loro i concetti indiani di religione, il governo e le arti.

Per molti secoli i popoli della regione, in particolare le corti reali, sintetizzarono le idee indiane con quelle indigene, tra cui l'induismo e il buddismo Mahāyāna i quali dettero orma ai loro modelli politici e culturali[2]; tuttavia il regno di Kedah denunciò le religioni indiane dopo che il sovrano dei Chola partendo dal Tamil Nadu l'attaccò nei primi anni dell'XI secolo. Il re Kedah Phra Ong Mahawangsa fu il primo sovrano malese a rifiutare e combattere le tradizioni religiose indiane e a convertirsi all'Islam; in seguito, nel corso del XV secolo, durante l'età aurea del sultanato di Malacca, la maggior parte dei malesi divennero musulmani.

Status attuale[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la costituzione malese, il gruppo etnico di maggioranza costituito dai malesi, viene legalmente definito come musulmano. Essi costituiscono attorno al 60% della popolazione, mentre il resto consiste principalmente di cinesi, che sono generalmente buddhisti o cristiani, e di una significativa minoranza di indiani, che sono generalmente indù. Ci sono anche un piccolo numero di altri immigrati e autoctoni; tra questi ultimi singalesi e i thailandesi di origine multirazziale eurasiatica. Quasi tutti i buddisti in Malesia vivono nelle aree urbane, dal momento che sono per lo più impegnati in attività commerciali o impiegati in varie professioni del settore civile.

Recentemente, un certo numero di leader buddisti malesi hanno risposto al declino della partecipazione religiosa da parte dei figli di famiglie buddiste, tentando di riformulare il loro messaggio per affrontare la vita moderna in modo più diretto. Gruppi coinvolti in questo sforzo di formazione includono la "Società Missionaria buddista"; i suoi dirigenti hanno sostenuto che, mentre molti giovani istruiti cercano un approccio intellettuale al Buddismo, un altrettanto elevato numero di persone preferisce avvicinarsi alla religione attraverso la tradizione della cerimonia e del simbolismo. In risposta a queste esigenze, le pratiche religiose sono svolte in un modo che è semplice e dignitoso, con la rimozione di ciò che può essere visto come superstizione. Gli sforzi sono fatti per spiegare il perché i sutra vengono cantati, le lampade accese, i fiori offerti, e così via.

Nella sua qualità di religione senza un capo supremo col compito di dirigerne il suo sviluppo, il buddismo è praticato in varie forme che, anche se assai raramente in aperto conflitto, a volte può portare a confusione tra gli stessi buddisti. In Malesia, alcuni movimenti ecumenici sono stati creati per coordinare le attività dei diversi tipi di buddisti. Un esempio è la formulazione delle celebrazioni di Vesak (festività che commemora la nascita di Gautama Buddha) in un comitato misto coordinato tra i templi di Kuala Lumpur e di Selangor. Un'altra iniziativa è quella che ha dato l'avvio alla formazione di un Consiglio buddista malese, in rappresentanza delle varie sette del buddismo presenti nel paese, con l'intento di estendere il lavoro di sviluppo del buddismo, soprattutto nel dare rilevanza contemporanea alla pratica della religione, nonché a promuovere la solidarietà tra i fedeli buddhisti in generale.

Nel 2013, il video di un gruppo di praticanti buddhisti provenienti da Singapore che mostrava lo svolgimento di varie cerimonie religiose in un Surau (edificio per le assemblee islamiche) era diventato uno tra i più cliccati su Facebook. La polizia malese ha arrestato uno dei proprietario del resort, dopo che questi aveva permesso a 13 buddisti di usare una sala di preghiera musulmana per la loro meditazione a Kota Tinggi, nello Johor[3]. L'incidente è stato un appiglio per i musulmani d'intraprendere tutta una serie di rimostranze. Inoltre è diventato un tema caldo nei social media. In seguito la controversa sala di preghiera è stata fatta demolire dalla direzione dopo molte proteste da parte degli abitanti di Kota Tinggi[4][5]. A quel tempo, Syed Ahmad Salim, il proprietario del resort ha spiegato di aver permesso al gruppo di buddisti di utilizzare il Surau per una sessione di meditazione non sapendo che ciò fosse un reato o un'offesa nei confronti dei musulmani[6].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il Censimento del 2010[7] 5.620.483 persone corrispondenti al 19,8% della popolazione si considerano buddisti. La maggior parte sono cino-malesi che seguono una combinazione di Buddismo, Taoismo, Confucianesimo e di culto degli antenati ma che, quando viene loro richiesto di specificare la propria religione, si autoidentificano come buddisti, l'83,6% di tutto il gruppo cino-malese.

Per sesso e gruppo etnico[modifica | modifica wikitesto]

Genere Totale della popolazione buddhista
(Censimento 2010)
Cittadini buddhisti malesi Cittadini buddhisti non malesi
Buddhisti Bumiputra Buddhisti non-Bumiputera
Buddhisti Malay Altri buddhisti Bumiputra Buddhisti cinesi Buddhisti indiani Altri buddhisti
Totale 5,620,483 0 33,663 5,341,687 32,441 51,274 161,418
Maschi 2,903,709 0 16,611 2,759,151 16,888 25,429 91,630
Femmine 2,716,774 0 17,052 2,588,536 15,553 25,845 69,788

Per stato[modifica | modifica wikitesto]

State Totale della popolazione buddhista
(Censimento 2010)
% della popolazione per stato
Johor 989,316 29.5%
Kedah 275,632 14.2%
Kelantan 57,792 3.8%
Malacca 198,669 24.2%
Negeri Sembilan 216,325 21.2%
Pahang 215,815 14.4%
Penang 556,293 35.6%
Perak 597,870 25.4%
Perlis 22,980 9.9%
Selangor 1,330,989 24.4%
Terengganu 25,653 2.5%
Sarawak 332,883 13.5%
Sabah 194,428 6.1%
F. T. Kuala Lumpur 597,770 35.7%
F. T. Labuan 7,795 9.0%
F. T. Putrajaya 273 0.4%

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The World Factbook: Malaysia, in CIA World Factbook. URL consultato il 22 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2019)..
  2. ^ [1]
  3. ^ https://www.youtube.com/watch?v=waSBtJ1_mdk, su youtube.com, The Star Online, 14 agosto 2013. URL consultato il 14 agosto 2013.
  4. ^ Surau in Kota Tinggi resort demolished, su thestar.com.my, The Star Online, 28 agosto 2013. URL consultato il 28 agosto 2013.
  5. ^ Surau kontroversi diroboh(Malay), su kosmo.com.my, Kosmo!, 28 agosto 2013. URL consultato il 28 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2015).
  6. ^ One year after surau controversy, normalcy returns to Johor resort, su themalaysianinsider.com, Kosmo!, 23 ottobre 2014. URL consultato il 23 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2014).
  7. ^ [2]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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