Bacino del Paraná

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Localizzazione del bacino del Paraná nell'America del Sud.

Il bacino del Paraná (in lingua portoghese: Bacia do Paraná, in lingua spagnola: Cuenca Paraná) è un vasto bacino sedimentario di origine cratonica situato nella parte centro-orientale del Sud America. Circa il 75% della sua distribuzione areale si trova nel Brasile, compresa tra gli stati del Mato Grosso e del Rio Grande do Sul. La parte rimanente è distribuita tra il Paraguay orientale, l'Argentina nordorientale e l'Uruguay settentrionale.

La depressione ha una forma grossolanamente ellittica e si estende su di un'area di 1.500.000 di km2.

Il bacino deriva il suo nome dal grande fiume Paraná che scorre lungo l'asse centrale della depressione e di cui costituisce anche il bacino idrografico.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il bacino del Paraná si estende dallo stato brasiliano del Mato Grosso a nord, fino alla parte settentrionale dell'Argentina e dell'Uruguay a sud. In Uruguay la porzione meridionale del bacino è chiamata localmente Cuenca Norte.[1][2]

Studi pionieristici[modifica | modifica wikitesto]

Scheletro di Mesosaurus (ricostruzione di MacGregor, 1908)[3]

I primi studi sul bacino del Paraná risalgono al 1841, nel corso di una missione governativa brasiliana alla ricerca di giacimenti di carbone. Il punto di svolta nella conoscenza geologica del bacino avvenne nel 1908 con la pubblicazione del "White Report" del geologo americano Israel C. White, a capo della "Comissão de Estudos das Minas de Carvão de Pedra do Brasil" (Commissione di studio delle miniere di carbon fossile del Brasile).[3] Uno dei maggiori risultati di questi studi, oltre al ritrovamento del carbone, fu la scoperta di fossili di Mesosaurus risalenti al Permiano negli scisti della formazione Irati, e di fossili di piante di Glossopteris negli strati di carbone. White fu uno dei primi a proporre l'equivalenza tra gli strati del Permiano del Sud America e le rocce simili del bacino del Karoo in Sudafrica che contribuirono al successivo sviluppo della teoria della deriva dei continenti.[4]

Evoluzione del bacino[modifica | modifica wikitesto]

Il bacino si sviluppò durante il Paleozoico e il Mesozoico e presenta una serie di reperti sedimentari che comprendono rocce che vanno dall'Ordoviciano al Cretacico, coprendo quindi l'intervallo di tempo che va tra 460 e 66 milioni di anni fa. Lo spessore massimo della coltre sedimentaria raggiunge i 7.000 m nella parte centrale della depressione ed è composto di rocce sedimentarie e rocce magmatiche.[5][6][7]

La coltre sedimentaria si estende su varie province geologiche del Precambriano: il cratone del Río de la Plata, la provincia Mantiqueira, il cratone Luis Alves, la provincia Tocantins e il blocco Paranapanema. Quest'ultimo si differenzia dagli altri in quanto è completamente ricoperto dai sedimenti del bacino ed è pertanto poco conosciuto.[8]

Il bacino del Paraná è un tipico bacino di fessurazione intracratonica, anche se durante il Paleozoico era un ampio golfo che si affacciava a sudovest. La genesi del bacino è legata alla convergenza tra i margini del supercontinente Gondwana e la crosta oceanica del precedente oceano Pantalassa. Durante l'orogenesi paleozoica della Gondwana, il bacino si formò come bacino di avampaese.[5][6][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Héctor De Santa Ana, César Goso Aguilar, Jorge Montaño, Graciela Piñeiro, Rossana Muzio, Eduardo Rossello, Daniel Perea e Nelson Ucha, Cuencas sedimentarias de Uruguay - geología, paleontología y recursos naturales - Mesozóico (PDF), University of the Republic (Uruguay), 2004, pp. 1–219. URL consultato l'11 settembre 2017.
  2. ^ Gloria Daners, Jorge Montaño, Héctor De Santa Ana, Ana Ethel Morales, Vicente Fulfaro, Rossana Muzio, César Goso Aguilar, Elena Peel e Nora Lorenzo, Andrés Pérez, Henri Masquelin, Graciela Piñeiro, Eduardo Rossello, Cuencas sedimentarias de Uruguay - geología, paleontología y recursos naturales - Paleozóico (PDF), University of the Republic (Uruguay), 2006, pp. 1–325. URL consultato l'11 settembre 2017.
  3. ^ a b Mac Gregor, J.H. (1908), Mesosaurus brasiliensis nov. sp., Parte II. (Português e Inglês) IN: White, I.C. (1908), Commissão de Estudos das Minas de Carvão de Pedra do Brazil, Relatório Final, Parte II, Imprensa Nacional, Rio de Janeiro, Brazil, 617 pg. (Relatório bilíngüe, em português e inglês). Edição facsimilar de 1988, DNPM
  4. ^ I.C White, Comissão de Estudos das Minas de Carvão de Pedra do Brasil – Relatório final: Commission for Studies on Brazilian Coal Mines - Final Report, Imprensa Nacional, Rio de Janeiro, Brazil, 1908, pp. 301–617.
  5. ^ a b E.J. Milani, J.H.G. Melo, P.A. Souza, L.A. Fernandes e A.B. França, Bacia do Paraná, in Cartas Estratigráficas - Boletim de Geociências da Petrobras, Rio de Janeiro, vol. 15, 2007a, pp. 265–287.
  6. ^ a b P.V. Zalán, S. Wolf, M.A.M. Astolfi, I.S. Vieira, J.C. Conceição, V.T. Appi, E.V. Santos Neto, J.R. Cerqueira e A. Marques, The Paraná Basin, Brazil, in AAPG Memoir, vol. 51, 1991, pp. 707–708.
  7. ^ E.J. Milani, A.B. França e R.Á. Medeiros, Roteiros Geológicos, Rochas geradoras e rochas-reservatório da Bacia do Paraná, in Boletim de Geociências da Petrobras, Rio de Janeiro, vol. 15, 2007b, pp. 135–162.
  8. ^ Marta S.M. Mantovani e Benjamin B. De Brito Neves, Neoproterozoic-Cambrian tectonics, global change and evolution: a focus on south western Gondwana, Elsevier, 2010, pp. 257–272.
  9. ^ J.H.G Melo, The Malvinokaffric realm in the Devonian of Brazil, in Canadian Society of Petroleum Geologists, vol. 14, 1988, pp. 669–704.

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