Antonio Drammis dei Drammis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Antonio Drammis dei Drammis
NascitaBrescia, 12 ottobre 1895
MorteLechemti, 27 giugno 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaArtiglieria
Anni di servizio1915-1936
GradoCapitano osservatore d'aeroplano
ComandantiVincenzo Magliocco
GuerreGuerra d'Etiopia
BattaglieEccidio di Lechemti
Decorazionivedi qui
Studi militariScuola allievi ufficiale di complemento di Modena
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Antonio Drammis dei Drammis (Brescia, 12 ottobre 1895Lechemti, 27 giugno 1936) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Brescia il 12 ottobre 1895.[1] Nel gennaio 1915 si arruolò nel Regio Esercito, assegnato al 6º Reggimento artiglieria da fortezza.[2] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio dello stesso anno, fu subito operante in zona di combattimento.[2] Aspirante ufficiale di complemento nel mese di ottobre, nel gennaio 1916 fu promosso sottotenente, e nell'ottobre dello stesso anno tenente.[2] Partecipò ai combattimenti fino alla fine della guerra, venendo poi messo in congedo. Richiamato in servizio verso la fine del 1920, entrò in servizio permanente effettivo nel giugno 1921, conseguendo in quel periodo la laurea in giurisprudenza presso l'università di Torino.[2] Assegnato al 14º Reggimento artiglieria pesante campale, dal novembre 1925 iniziò a frequentare la Scuola allievi ufficiale di complemento di Modena, e tre anni dopo fu assegnato in servizio al 6º Reggimento artiglieria pesante campale, restandovi anche dopo la promozione al grado di capitano (30 marzo 1928).[2] Nel maggio 1931 conseguì il brevetto di osservatore d'aeroplano, destinato poi a prestare servizio presso la 115ª Squadriglia da ricognizione.[2] Promosso primo capitano il 18 gennaio 1935, con l'inizio della guerra d'Etiopia fu destinato a prestare servizio in Africa Orientale Italiana, imbarcandosi a Genova il 1 maggio 1936, e sbarcando a Massaua, in Eritrea, esattamente dodici giorni dopo.[2] Da Massaua raggiunse Addis Abeba, dove entrò in servizio nella 34ª Squadriglia ricognizione terrestre.

Rimase ucciso nel corso dell'eccidio di Lechemti il 27 giugno 1936, e per onorarne il coraggio gli fu conferita inizialmente la Medaglia d'argento al valor militare, successivamente trasformata in Medaglia d'oro alla memoria.[1]

Una via di Brescia porta in suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato fra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva con generosa insistenza di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare col simbolo del tricolore il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria. Lekempti, 27 giugno 1936 .[3]»
— Regio Decreto 14 agosto 1936.[4]
Cavalieri dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 14 novembre 1935.[5]
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 45.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Antonio Drammis dei Drammis, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato il 17 settembre 2020.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1936, dispensa 37, pag. 619, e Bollettino Ufficiale 1937, disp. 9, pag. 182.
  5. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.122 del 27 maggio 1936, pag.1730.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Ovidio Ferrante, Lekemti: la Kindu della Regia Aeronautica, in Rivista Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, febbraio-marzo 2006, pp. 80-87.
  • Nico Sgarlato, Le Aquile dell'Impero, in Ali di Gloria, n. 3, Parma, Delta Editrice, aprile-maggio 2012.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]