Alphard

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Alphard
Una fotografia di Alphard
ClassificazioneGigante arancione
Classe spettraleK3 III[1]
Distanza dal Sole180 anni luce
CostellazioneIdra
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta09h 27m 35,243s
Declinazione-08° 39′ 30,96″
Dati fisici
Raggio medio55,93 ± 2,41[2] R
Massa
3,03[3] M
Periodo di rotazione2991 giorni[4]
Velocità di rotazione1,1 km/s[4]
Temperatura
superficiale
4186 K[3] (media)
Luminosità
Metallicità87% rispetto al Sole[5]
Età stimata420 milioni di anni
Dati osservativi
Magnitudine app.+2,00[1]
Magnitudine ass.−2,48[2]
Parallasse18,4 ± 0,78 mas
Moto proprioAR: -15,23 mas/anno
Dec: +34,37 mas/anno
Velocità radiale−4,38 km/s
Nomenclature alternative
Alphard, Alfard, Alphart, Kalbelaphard, Cor Hydrae, α Hya, 30 Hya, HR 3748, BD -08°2680, HD 81797, SAO 136871, FK5 354, HIP 46390.

Coordinate: Carta celeste 09h 27m 35.243s, -08° 39′ 30.96″

Alphard (α Hya / α Hydrae / Alpha Hydrae) è la stella più luminosa della costellazione dell'Idra; ha una magnitudine apparente di +1,98 ed è una gigante arancione, distante 180 anni luce dalla Terra.[6]

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Posizione di Alphard nella costellazione dell'Idra.

Alphard è una stella dell'emisfero australe, ma è talmente prossima all'equatore celeste (solo 8° a sud) da poter essere osservata da tutte le aree abitate della Terra, senza difficoltà. D'altra parte questa vicinanza all'equatore celeste fa sì che essa sia circumpolare solo nelle regioni vicine al polo sud terrestre. La stella, di gran lunga la più brillante della costellazione dell'Idra, risalta in un campo piuttosto povero di stelle luminose; la si può identificare prolungando la direttrice, verso sud-ovest, che da γ Leonis conduce a Regolo. Essendo di magnitudine +1,99 la si può scorgere anche dai piccoli e medi centri urbani senza difficoltà.

Il periodo migliore per la sua osservazione ricade nei mesi primaverili dell'emisfero boreale, che equivale alla stagione autunnale dell'emisfero australe.

Caratteristiche fisiche[modifica | modifica wikitesto]

Alphard è sospettata di essere una stella variabile infatti è stata catalogata nel New Catalogue of Suspected Variable Stars, ma finora non è possibile precisarne la natura.[7] È una gigante arancione in uno stadio evolutivo avanzato, la cui massa è il triplo di quella solare, e il suo raggio arriva ad essere 56 volte superiore a quello della nostra stella.[2] Pare avere un'età stimata di 420 milioni di anni,[3] meno di un decimo di quella solare, ma come tutte le stelle di maggior massa si trova già nello stadio di gigante, e in tempi relativamente brevi rispetto alla vita stellare, rilascerà i suoi strati esterni trasformandosi in una piccola e densa nana bianca.

È anche una stella al bario, per la presenza di questo elemento in quantità più elevate del normale; molto probabilmente aveva una compagna, più massiccia che, prima di divenire una nana bianca contaminò la compagna con questo elemento.[8]

Ha una stella compagna di magnitudine apparente +9,5 che però non ha alcun legame con la stella arancione.

Etimologia e significato culturale[modifica | modifica wikitesto]

Il suo nome deriva dall'arabo فرد|الفرد (Al Fard) e significa "La solitaria"; la stella è infatti collocata in una regione celeste abbastanza vuota, infatti per trovare una stella più luminosa nelle vicinanze bisogna spostarsi fino a Regolo, nella costellazione del Leone. L'astronomo europeo Tycho Brahe la chiamò Cor Hydrae, "il cuore del serpente, che con l'alternativa Collum Hydrae, "collo d'Idra", è attuale ancora oggi.[9]

Nell'antica Cina Alphard era la stella più importante di un asterismo chiamato Uccello Vermiglio, che univa le sette divisioni lunari del quartiere meridionale dei cieli. Si dice che la sua longitudine sia stata accertata in Cina e che la stella sia stata osservata al passaggio al meridiano al tramonto nel giorno dell'equinozio di primavera, durante i tempi dell'imperatore Yao, attorno al 2350 a.C..[9]

Alphard appare nella bandiera del Brasile, dove rappresenta lo stato del Mato Grosso do Sul.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b NAME ALPHARD -- Variable Star, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 14 febbraio 2013.
  2. ^ a b c d Piau, L. et al., Surface convection and red giants radii measurements, in Astronomy & Astrophysics, 18 ottobre 2010. arΧiv:1010.3649.
  3. ^ a b c da Silva, L.; Girardi, L.; Pasquini, L.; Setiawan, J.; von der Lühe, O.; de Medeiros, J. R.; Hatzes, A.; Döllinger, M. P.; Weiss, A., Basic physical parameters of a selected sample of evolved stars, in Astronomy and Astrophysics, vol. 458, n. 2, 2007, pp. 609-623.
  4. ^ a b J. Setiawan et al., Precise radial velocity measurements of G and K giants. Multiple systems and variability trend along the Red Giant Branch, in Astronomy and Astrophysics, vol. 421, n. 1, luglio 2004, pp. 241–254, DOI:10.1051/0004-6361:20041042-1.
  5. ^ Mg/Fe ratio of MILES stars (Milone+, 2011), su vizier.u-strasbg.fr, VizieR. URL consultato il 14 febbraio 2013.
  6. ^ Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012.arΧiv:1108.4971.
  7. ^ NSV 4496, su aavso.org, AAVSO. URL consultato il 14 febbraio 2013.
  8. ^ Alphard (Jim Kaler, Stars).
  9. ^ a b Richard Hinckley Allen, Hydra, the Water-snake, in Star Names: Their Lore and Meaning, New York, Dover Publications Inc, 1963, p. 249, ISBN 0-486-21079-0.
  10. ^ Astronomy of the Brazilian Flag, su fotw.fivestarflags.com. URL consultato il 14 febbraio 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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