Alfa Camelopardalis

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Alpha Camelopardalis
Alfa Camelopardalis
ClassificazioneSupergigante blu
Classe spettraleO9.5Iae
Distanza dal Sole± 5240 anni luce
CostellazioneGiraffa
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta04h 54m 03,01s
Declinazione+66° 20′ 33,64″
Dati fisici
Raggio medio29[1] R
Massa
31 M
Velocità di rotazione95 km/s
Temperatura
superficiale
30.000 K (media)
Luminosità
620.000 L
Indice di colore (B-V)0,03
Età stimata2 milioni di anni
Dati osservativi
Magnitudine app.+4,29 (media)
Magnitudine app.4,29
Magnitudine ass.-7,1[1] (-11,2)
Parallasse0.52
Moto proprioAR: -0,13 mas/anno
Dec: 6,89 mas/anno
Velocità radiale+6,1
Nomenclature alternative
α Cam, Alpha Camelopardalis, Alpha Cam, HR 1542, HD 30614, SAO 13298, HIP 22783, CD +66 358, CCDM J12083-5043.

Coordinate: Carta celeste 04h 54m 03.01s, +66° 20′ 33.64″

Alfa Camelopardalis è una stella supergigante blu della costellazione della Giraffa di magnitudine apparente +4,29. Non è la più luminosa della sua costellazione, primato che spetta a Beta, ma rispetto a questa è molto più lontana. La sua distanza è incerta, all'incirca dai 4000 ai 6000 anni luce; Mezier e soci hanno stimato nel 2009 la distanza della stella in 5240 anni luce[2].

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

α Camelopardalis è la stella azzurra al centro dell'immagine. Accanto ad essa, la cometa C/2017 O1 (ASASSN) appare di colore verde.

Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste boreale, avente una declinazione marcatamente settentrionale (+66° 20′), il che la rende ben visibile dal nostro pianeta nelle regioni dell'emisfero nord della Terra, ove appare circumpolare a nord della latitudine +24°N; dall'emisfero sud risulta invece parzialmente visibile solamente per una piccola fascia vicino all'equatore, a nord della latitudine +24°S. La sua magnitudine pari a 4,29 fa sì che possa essere scorta solo con un cielo sufficientemente libero dagli effetti dell'inquinamento luminoso.

Caratteristiche fisiche[modifica | modifica wikitesto]

Alfa Camelopardalis è una stella fuggitiva espulsa dall'ammasso aperto NGC 1502, la sua velocità nello spazio interstellare è di 60 km/s[3]. Inizialmente era stato supposto che la stella fosse una binaria spettroscopica; successivamente, nel 2006, venne appurato che i cambiamenti dello spettro erano dovuti a cambiamenti atmosferici e dal suo forte vento stellare[4], e nel 2008 la conferma che è una stella singola venne dopo osservazioni effettuate con il telescopio da 3,67 dell'osservatorio di Haleakalā, alle Hawaii[5].

Il vento stellare è responsabile della perdita di 6,3×10−6 M all'anno, vale a dire che a questo ritmo perde una massa solare in appena 160.000 anni[6]. Nonostante la sua grande distanza dal Sole brilla a una magnitudine visuale +4,29, ma la sua alta temperatura superficiale le fa emettere gran parte della sua luce nell'ultravioletto, e se si considera anche questa Alfa Camelopardalis è, in assoluto, tra le stelle visibili ad occhio nudo, una delle più luminose stelle conosciute[1].

L'incertezza sulla distanza si ripercuote anche sulla certezza dei parametri stellari; se Markova e soci nel 2002 stimano la massa in 31 volte quella del Sole, Hohle e colleghi nel 2010 arrivano a stimarla in 55 volte quella solare, con una luminosità bolometrica di 1.816.000 volte quella del Sole[7]. La stessa magnitudine assoluta della stella, stimata a -7,1 da Markova, in una pubblicazione di Schiavon del 2007 sale a -8,14 nel visibile e, considerando tutte le lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico, a -11,20[8].

Come tutte le stelle di tale massa, terminerà la propria breve esistenza esplodendo in una supernova.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Markova, N., Spectral variability of luminous early type stars . II. Supergiant alpha Camelopardalis, in Astronomy and Astrophysics, vol. 385, aprile 2002, pp. 479–487, DOI:10.1051/0004-6361:20020153.
  2. ^ alf Cam -- Emission-line Star SIMBAD
  3. ^ (EN) Alpha Cam: Runaway Star, su apod.nasa.gov, NASA. URL consultato il 28 gennaio 2012.
  4. ^ M. Virginia McSwain et al., A Spectroscopic Study of Field and Runaway OB Stars, in The Astrophysical Journal, vol. 655, n. 1, gennaio 2007, pp. 473–483, Bibcode:2007ApJ...655..473M, DOI:10.1086/509914, arXiv:astro-ph/0608270.
  5. ^ Nils H. Turner et al., Adaptive Optics Photometry and Astrometry of Binary Stars. III. a Faint Companion Search of O-Star Systems, in The Astronomical Journal, vol. 136, n. 2, agosto 2008, pp. 554–565, Bibcode:2008AJ....136..554T, DOI:10.1088/0004-6256/136/2/554, arXiv:0805.3162.
  6. ^ N. Markova, Spectral variability of luminous early type stars . II. Supergiant alpha Camelopardalis, in Astronomy and Astrophysics, vol. 385, n. 2, Aprile 2002, pp. 479–487, Bibcode:2002A&A...385..479M, DOI:10.1051/0004-6361:20020153. See Table 1.
  7. ^ Hohle, M. M.; Neuhäuser, R.; Schutz, B. F., Masses and luminosities of O- and B-type stars and red supergiants, in Astronomische Nachrichten, vol. 331, n. 4, aprile 2010, p. 349, DOI:10.1002/asna.200911355.
  8. ^ Population synthesis in the blue. IV (Schiavon+, 2007)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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