Abies delavayi fansipanensis

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Abies delavayi fansipanensis
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Pinophyta
Classe Pinopsida
Ordine Pinales
Famiglia Pinaceae
Genere Abies
Specie A. delavayi
Sottospecie A. delavayi fansipanensis
Nomenclatura trinomiale
Abies delavayi fansipanensis
(Q.P.Xiang, L.K.Fu & Nan Li) Rushforth
Sinonimi

Abies fansipanensis Q.P.Xiang, L.K.Fu & Nan Li

Nomi comuni

(EN) Fansipan fir

Abies delavayi fansipanensis (Q.P.Xiang, L.K.Fu & Nan Li) Rushforth, è una rarissima sottospecie di A. delavayi appartenente alla famiglia delle Pinaceae, endemica del monte Fan Si Pan nel nord del Vietnam. Si stima che la consistenza numerica della popolazione sia di 200 - 250 esemplari adulti, di cui pochi in grado di riprodursi.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico Abies, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare dalla parola greca ἄβιος = longevo.[2] Il nome specifico delavayi fu assegnato in onore di Pierre Jean Marie Delavay, missionario gesuita, botanico e esploratore francese del XIX secolo.[3] L'epiteto fansipanensis fa riferimento al Fan Si Pan, la montagna più elevata del Vietnam e dell'intera Indocina, che ospita l'unica popolazione conosciuta di questa sottospecie.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questa sottospecie differisce da A. delavayi per l'altezza leggermente minore (15-20 m), e per i coni femminili cilindrici leggermente più lunghi (8-14 cm), le cui scaglie hanno brattee totalmente incluse e bilobate, con piccola cuspide.[4]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Cresce sul fianco orientale del Fan Si Pan a quote comprese tra 2600 e 3000 m, emergendo rispetto alle altre specie che vegetano nella foresta pluviale tropicale montana. Il clima di questo habitat è estremamente umido, con precipitazioni annue che raggiungono o superano i 3500 mm e con una copertura nuvolosa presente in gran parte dell'anno; in inverno a queste quote può nevicare e si possono raggiungere temperature minime di 15 °C. Vegeta in associazione con Tsuga dumosa e specie del genere Rhododendron, Acer, Sorbus e Daphne.; il sottobosco è monopolizzato da specie di bamboo, in particolare del genere Borinda.[1][4]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Fino al 1996 veniva descritta come varietà botanica di Abies delavayi con l'epiteto nukiangensis. Nel 1997 fu elevata al rango di specie da Q.P.Xiang, L.K.Fu & Nan Li, con il nome scientifico di A. fansipanensis sulla base di evidenti caratteristiche morfologiche dei coni; successivamente Keith D. Rushforth la declassò al rango di sottospecie nel 1999, che è lo stato attuale di questo taxon a livello di classificazione più o meno accettata. Tuttavia alcuni recenti studi argomentano che il livello di speciazione raggiunto sia tale da suggerire un ritorno al rango di specie distinta, con un areale fortemente disgiunto, oltre 300 km, dall'areale primario di A.delavayi.[4]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa sottospecie è presente in una sola località con areale molto ristretto (circa 4 km²), e una popolazione di individui adulti molto ridotta e non in grado di rigenerarsi (si stima che nella prossima generazione la popolazione si ridurrà ulteriormente del 25 %). Nonostante che l'areale risieda all'interno del Parco nazionale di Hoang Lien, la pressione antropica costituita dal turismo è in aumento e costituisce un rischio concreto, insieme a quello degli incendi boschivi, anche perché l'unica strada di accesso alla vetta del Fan Si Pan attraversa la zona di vegetazione di questa sottospecie. È in corso un piccolo programma di coltivazione ex-situ per prevenirne la possibile estinzione. Per questi motivi viene classificata come specie in pericolo critico nella Lista rossa IUCN.[1][4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Rushforth, K., Xiang, Q. & Carter, G. 2011, Abies delavayi fansipanensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Pier Luigi Nimis, Nevio Agostini, Marco Verdecchia e Elias Ceccarelli, Guida agli alberi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (PDF), su Dryades project Dipartimento di Scienze della Vita Università di Trieste, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. URL consultato il 15 aprile 2019.
  3. ^ (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.), Brill, 2010, pp. 74-75. URL consultato il 15 aprile 2019.
  4. ^ a b c d (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.), Brill, 2010, p. 75. URL consultato il 15 aprile 2019.

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