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Confine tra la Polonia e l'Ucraina: differenze tra le versioni

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Durante i negoziati sull'accordo del confine polacco-sovietico nell'agosto del 1945, la proposta della controparte polacca fu categoricamente respinta. Come conseguenza, i rappresentanti polacchi virarono su richieste più modeste, relative innanzitutto a rivendicare il [[bivio (ferrovia)|nodo ferroviario]] sito a [[Chyriv]] (in [[lingua polacca|polacco]] ''Chyrów''), in cui convergevano due tratte molto importanti. Nel contempo, si richiedeva [[Rava-Rus'ka]]. Pure questa città, situata vicino alla [[linea Curzon]], ospitava diverse linee ferroviarie (tre polacche e una posseduta dagli ucraini). Le richieste polacche furono entrambe respinte: il confine fu spostato però leggermente ad est, causando l'inclusione di [[Przemyśl]], [[Korczowa]] e [[Horyniec-Zdrój]] (tuttora insediamenti biancorossi). I sovietici accettarono poi di lasciare in mano ai polacchi [[Medyka]] e il [[distretto di Bieszczady]], grazie agli sforzi realizzati da Stanisław Leszczycki.<ref>{{en}}Geoffrey Martin, ''[https://books.google.it/books?id=7dMkCwAAQBAJ&pg=PT107&dq=Stanisław+Leszczycki+poland&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiGhOWn2P7lAhXeQEEAHQXZDjEQ6AEINTAC#v=onepage&q=Stanisław%20Leszczycki%20poland&f=false| Geographers]'' (vol. 14), Bloomsbury Publishing, 2015, ISBN 978-14-74-22662-2.</ref> Successivamente a questi negoziati, la Polonia era riuscita ad espandersi di circa 300 km quadrati, includendo le vette di Halicz e Tarnica.
Durante i negoziati sull'accordo del confine polacco-sovietico nell'agosto del 1945, la proposta della controparte polacca fu categoricamente respinta. Come conseguenza, i rappresentanti polacchi virarono su richieste più modeste, relative innanzitutto a rivendicare il [[bivio (ferrovia)|nodo ferroviario]] sito a [[Chyriv]] (in [[lingua polacca|polacco]] ''Chyrów''), in cui convergevano due tratte molto importanti. Nel contempo, si richiedeva [[Rava-Rus'ka]]. Pure questa città, situata vicino alla [[linea Curzon]], ospitava diverse linee ferroviarie (tre polacche e una posseduta dagli ucraini). Le richieste polacche furono entrambe respinte: il confine fu spostato però leggermente ad est, causando l'inclusione di [[Przemyśl]], [[Korczowa]] e [[Horyniec-Zdrój]] (tuttora insediamenti biancorossi). I sovietici accettarono poi di lasciare in mano ai polacchi [[Medyka]] e il [[distretto di Bieszczady]], grazie agli sforzi realizzati da Stanisław Leszczycki.<ref>{{en}}Geoffrey Martin, ''[https://books.google.it/books?id=7dMkCwAAQBAJ&pg=PT107&dq=Stanisław+Leszczycki+poland&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiGhOWn2P7lAhXeQEEAHQXZDjEQ6AEINTAC#v=onepage&q=Stanisław%20Leszczycki%20poland&f=false| Geographers]'' (vol. 14), Bloomsbury Publishing, 2015, ISBN 978-14-74-22662-2.</ref> Successivamente a questi negoziati, la Polonia era riuscita ad espandersi di circa 300 km quadrati, includendo le vette di Halicz e Tarnica.

Lo [[dissoluzione dell'URSS|sfaldamento dell'Unione Sovietica]] in [[Stati post-sovietici|differenti Stati]] trasformò il confine tra Polonia e Unione Sovietica nelle linee di demarcazione oggi sussistenti tra [[confine tra la Polonia e la Russia|Polonia e Russia]], [[confine tra la Lituania e la Polonia|Polonia e Lituania]], [[confine tra la Bielorussia e la Polonia|Polonia e Bielorussia]] e tra Polonia e Ucraina.<ref>{{en}}Olga Sasunkevich, ''[https://books.google.it/books?id=JCw3DAAAQBAJ&pg=PT70&dq=poland+soviet+border+lithuania+belarus&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiSrZSKgYDmAhU7wAIHHcT1AhoQ6AEIKjAA#v=onepage&q=poland%20soviet%20border%20lithuania%20belarus&f=false| Informal Trade, Gender and the Border Experience]'', Routledge, 2016, ISBN 978-13-17-11682-0.</ref> Quest'ultimo fu confermato dai due Paesi il 18 maggio 1992.<ref>{{en}}Justyna Zając, ''[https://books.google.it/books?id=ykNxDQAAQBAJ&pg=PA141&dq=18+may+1992+poland+ukraine+treaty&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjfman9gYDmAhUBsKQKHUYEA18Q6AEIJzAA#v=onepage&q=18%20may%201992%20poland%20ukraine%20treaty&f=false| Poland's Security Policy]'', Springer, 2016, ISBN 978-11-37-59500-3, p. 141.</ref> È il più lungo dei confini orientali polacchi.<ref name="KatajalaLähteenmäki2012">{{cite book|author1=Kimmo Katajala|author2=Maria Lähteenmäki|language=en|title=Imagined, Negotiated, Remembered: Constructing European Borders and Borderlands|url=https://books.google.com/books?id=yrJPqE6hSEcC&pg=PA188|year=2012|publisher=LIT Verlag Münster|isbn=978-3-643-90257-3|page=188}}</ref> Il confine, difficilmente attraversabile nei decenni sovietici, andò incontrò ad un più semplice accesso.<ref name="Follis2012-40">{{cite book|author=Karolina S. Follis|language=en|title=Building Fortress Europe: The Polish-Ukrainian Frontier|url=https://books.google.com/books?id=Tp5XoyDMJYEC&pg=PA1|date=24 July 2012|publisher=University of Pennsylvania Press|isbn=0-8122-0660-6|page=40}}</ref> Quando fu aperto al traffico, il numero di persone che attraversava le frontiere iniziò a crescere costantemente dal 1990, raggiungendo le cifre maggiori intorno al 2000.<ref name="LeibenathKorcelli-Olejniczak2008">{{cite book|author1=Markus Leibenath|author2=Ewa Korcelli-Olejniczak|author3=Robert Knippschild|language=en|title=Cross-border Governance and Sustainable Spatial Development: Mind the Gaps!|url=https://books.google.com/books?id=QWQxsIkTam0C&pg=PA142|date=14 May 2008|publisher=Springer|isbn=978-3-540-79244-4|pages=142&ndash;143}}</ref> Circa 3 milioni di ucraini hanno attraversato il confine ogni anno nell'ultimo decennio del XX secolo.<ref name="HerdMoroney2013">{{cite book|author1=Graeme P. Herd|author2=Jennifer D.P. Moroney|title=Security Dynamics in the Former Soviet Bloc|url=https://books.google.com/books?id=nS4Fm7DdjaYC&pg=PA91|date=17 June 2013|publisher=Routledge|isbn=978-1-136-49788-9|page=91}}</ref> Uno dei picchi statistici è stato registrato nel 2001, quando circa 12 milioni di persone hanno attraversavato il confine.<ref name="LeibenathKorcelli-Olejniczak2008"/>

Con l'adesione della Polonia all'[[Unione Europea]] nel 2004, la frontiera figura nell'elenco di quelle con Paesi estranei alla Comunità.<ref name="Follis2012-1">{{cite book|author=Karolina S. Follis|title=Building Fortress Europe: The Polish-Ukrainian Frontier|language=en|url=https://books.google.com/books?id=Tp5XoyDMJYEC&pg=PA1|date=24 luglio 2012|publisher=University of Pennsylvania Press|isbn=0-8122-0660-6|page=1}}</ref> È una delle quattro frontiere tra UE ed Ucraina (le altre sono [[confine tra l'Ucraina e l'Ungheria|Ungheria-Ucraina]], [[confine tra la Romania e l'Ucraina|Romania-Ucraina]] e [[confine tra la Slovacchia e l'Ucraina|Slovacchia-Ucraina]]).<ref>{{en}}[https://www.csmonitor.com/Commentary/the-monitors-view/2014/0304/How-Ukraine-crisis-can-revive-EU-ideals| How Ukraine crisis can revive EU ideals], ''csmonitor.com'', link verificato il 23 novembre 2019.</ref> Trattandosi di un punto di accesso allo [[spazio Schengen]], è stato introdotto l'obbligo del [[Visto d'ingresso|visto]] per i cittadini ucraini che entrano in Polonia dall'ottobre del 2003.<ref>{{en}}Marta Kindler, ''[https://books.google.it/books?id=GBIhAwAAQBAJ&pg=PA108&dq=regime+visa+october+2003+ukraine+poland&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiGzob5h4DmAhWPM-wKHf2NAHMQ6AEINjAC#v=onepage&q=regime%20visa%20october%202003%20ukraine%20poland&f=false| A risky business?]'', Amsterdam University Press, 2015, ISBN 978-90-48-51447-2, p. 108.</ref> Tra ottobre 2003 e settembre 2004, le autorità polacche non hanno assistito ad una diminuzione del numero di richieste per il passaggio da uno Stato all'altro.<ref>{{en}}[[European migration network|EMN]], ''[http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:bYbOByG9vuIJ:ec.europa.eu/dgs/home-affairs/what-we-do/networks/european_migration_network/reports/docs/emn-studies/migration-channel/pl_20120403_visapolicy_en_version_final_en.pdf+&cd=11&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=safari| Visa policy as migration channel in Poland. National report]'', pp. 12-13.</ref><ref name="LeibenathKorcelli-Olejniczak2008"/> Un altro picco si è verificato nel 2006, quando si è toccata una quota molto vicina ai 20 milioni ai valichi di frontiera con l'UE.<ref name="frontex2013">{{en}}FRONTEX, ''[https://frontex.europa.eu/assets/Publications/Risk_Analysis/EB_ARA_2013.pdf| Eastern Borders: Annual Risk Analysis 2013]'', link verificato il 23 novembre 2019.</ref> Nel 2008, la Polonia e l'Ucraina hanno concordato politiche sul traffico frontaliero locale (messe in atto dal 2009).<ref name="fedyuk58">{{en}}Olena Fedyuk; Marta Kindler, ''[https://books.google.it/books?id=gNlCDwAAQBAJ&pg=PA58&dq=local+border+traffic+poland+ukraine+2009&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii_sqCjoDmAhWS5KQKHSLfDxYQ6AEIJzAA#v=onepage&q=local%20border%20traffic%20poland%20ukraine%202009&f=false| Ukrainian Migration to the European Union]'', Springer, 2016, ISBN 978-33-19-41776-9, p. 58 (e nota 7).</ref> Questo accordo ha introdotto permessi di traffico frontaliero locale che consentono ai titolari di attraversare il confine fino a 90 giorni per semestre.<ref name="fedyuk58"/> Il 2009 ha registrato circa 12 milioni di attraversamenti di frontiera tra Polonia e Ucraina.<ref name="frontex2013"/>


== Caratteristiche ==
== Caratteristiche ==

Versione delle 12:25, 23 nov 2019

Confine tra la Polonia e l'Ucraina
Il confine tra la Polonia (in verde) e l'Ucraina (in arancione) in Europa
Dati generali
StatiBandiera della Polonia Polonia
Bandiera dell'Ucraina Ucraina
Lunghezza535 km
Dati storici
Istituito nel1951
Attuale dal24 agosto 1991

Il confine tra la Polonia e l'Ucraina descrive la linea di demarcazione tra questi due stati. Ha una lunghezza di 535 km.

Storia

Un primo confine tra Polonia e Ucraina si formò, brevemente, come conseguenza della guerra polacco-ucraina del 1919. Il trattato di Varsavia del 1920 divise i territori contesi a favore della Polonia lungo il fiume Zbruč.[1] L'anno seguente, tuttavia, l'Ucraina perse la sua indipendenza nei confronti dell'Unione Sovietica e i suoi territori rimanenti furono divisi tra la Polonia e la RSS Ucraina dopo la pace di Riga.[2][3][4]

In seguito alla firma del patto Molotov-Ribbentrop e all'invasione della Polonia da parte dell'Unione Sovietica, numerosi territori della Polonia orientale furono annessi alla RSS Ucraina. Il nuovo confine ebbe vita breve, per via della campagna militare avviata dalla Germania nazista ai danni dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale. Nel 1945, dopo la fine della guerra e l'istituzione della Repubblica Popolare di Polonia, si formarono nuove frontiere tra la RSS Ucraina e la Polonia: quest'ultima perse vasti territori a favore dell'Ucraina, tra cui la città di Leopoli.

Durante i negoziati sull'accordo del confine polacco-sovietico nell'agosto del 1945, la proposta della controparte polacca fu categoricamente respinta. Come conseguenza, i rappresentanti polacchi virarono su richieste più modeste, relative innanzitutto a rivendicare il nodo ferroviario sito a Chyriv (in polacco Chyrów), in cui convergevano due tratte molto importanti. Nel contempo, si richiedeva Rava-Rus'ka. Pure questa città, situata vicino alla linea Curzon, ospitava diverse linee ferroviarie (tre polacche e una posseduta dagli ucraini). Le richieste polacche furono entrambe respinte: il confine fu spostato però leggermente ad est, causando l'inclusione di Przemyśl, Korczowa e Horyniec-Zdrój (tuttora insediamenti biancorossi). I sovietici accettarono poi di lasciare in mano ai polacchi Medyka e il distretto di Bieszczady, grazie agli sforzi realizzati da Stanisław Leszczycki.[5] Successivamente a questi negoziati, la Polonia era riuscita ad espandersi di circa 300 km quadrati, includendo le vette di Halicz e Tarnica.

Lo sfaldamento dell'Unione Sovietica in differenti Stati trasformò il confine tra Polonia e Unione Sovietica nelle linee di demarcazione oggi sussistenti tra Polonia e Russia, Polonia e Lituania, Polonia e Bielorussia e tra Polonia e Ucraina.[6] Quest'ultimo fu confermato dai due Paesi il 18 maggio 1992.[7] È il più lungo dei confini orientali polacchi.[8] Il confine, difficilmente attraversabile nei decenni sovietici, andò incontrò ad un più semplice accesso.[9] Quando fu aperto al traffico, il numero di persone che attraversava le frontiere iniziò a crescere costantemente dal 1990, raggiungendo le cifre maggiori intorno al 2000.[10] Circa 3 milioni di ucraini hanno attraversato il confine ogni anno nell'ultimo decennio del XX secolo.[11] Uno dei picchi statistici è stato registrato nel 2001, quando circa 12 milioni di persone hanno attraversavato il confine.[10]

Con l'adesione della Polonia all'Unione Europea nel 2004, la frontiera figura nell'elenco di quelle con Paesi estranei alla Comunità.[12] È una delle quattro frontiere tra UE ed Ucraina (le altre sono Ungheria-Ucraina, Romania-Ucraina e Slovacchia-Ucraina).[13] Trattandosi di un punto di accesso allo spazio Schengen, è stato introdotto l'obbligo del visto per i cittadini ucraini che entrano in Polonia dall'ottobre del 2003.[14] Tra ottobre 2003 e settembre 2004, le autorità polacche non hanno assistito ad una diminuzione del numero di richieste per il passaggio da uno Stato all'altro.[15][10] Un altro picco si è verificato nel 2006, quando si è toccata una quota molto vicina ai 20 milioni ai valichi di frontiera con l'UE.[16] Nel 2008, la Polonia e l'Ucraina hanno concordato politiche sul traffico frontaliero locale (messe in atto dal 2009).[17] Questo accordo ha introdotto permessi di traffico frontaliero locale che consentono ai titolari di attraversare il confine fino a 90 giorni per semestre.[17] Il 2009 ha registrato circa 12 milioni di attraversamenti di frontiera tra Polonia e Ucraina.[16]

Caratteristiche

Segnali del confine

Il confine interessa la parte sud-est della Polonia e quella nord-ovest dell'Ucraina. Ha un andamento generale da nord verso sud.

Inizia alla triplice frontiera tra Bielorussia, Polonia ed Ucraina[18] e termina alla triplice frontiera tra Polonia, Slovacchia ed Ucraina[19].

Parte del confine corre lungo il fiume Bug Occidentale.

Voivodati ed oblast' interessati

Frontiera tra Polonia e Ucraina presso Krakovets nel 2008

In Polonia sono interessati al confine i seguenti Voivodati (da nord verso sud):

Nell'Ucraina si trovano lungo il confine le seguenti oblast':

Note

  1. ^ (EN) Alison Fleig Frank, Oil Empire: Visions of Prosperity in Austrian Galicia, Harvard University Press, 1º luglio 2009, p. 228, ISBN 978-0-674-03718-2.
  2. ^ (EN) Historical Dictionary of Ukraine, Scarecrow Press, 11 July 2013, p. 747, ISBN 978-0-8108-7847-1.
  3. ^ (EN) Joaquim Carvalho, Religion and Power in Europe: Conflict and Convergence, Edizioni Plus, 2007, p. 242, ISBN 978-88-8492-464-3.
  4. ^ (EN) Joaquim Carvalho, Religion and Power in Europe: Conflict and Convergence, Edizioni Plus, 2007, pp. 242–243, ISBN 978-88-8492-464-3.
  5. ^ (EN) Geoffrey Martin, Geographers (vol. 14), Bloomsbury Publishing, 2015, ISBN 978-14-74-22662-2.
  6. ^ (EN) Olga Sasunkevich, Informal Trade, Gender and the Border Experience, Routledge, 2016, ISBN 978-13-17-11682-0.
  7. ^ (EN) Justyna Zając, Poland's Security Policy, Springer, 2016, ISBN 978-11-37-59500-3, p. 141.
  8. ^ (EN) Imagined, Negotiated, Remembered: Constructing European Borders and Borderlands, LIT Verlag Münster, 2012, p. 188, ISBN 978-3-643-90257-3.
  9. ^ (EN) Karolina S. Follis, Building Fortress Europe: The Polish-Ukrainian Frontier, University of Pennsylvania Press, 24 July 2012, p. 40, ISBN 0-8122-0660-6.
  10. ^ a b c (EN) Cross-border Governance and Sustainable Spatial Development: Mind the Gaps!, Springer, 14 May 2008, pp. 142–143, ISBN 978-3-540-79244-4.
  11. ^ Security Dynamics in the Former Soviet Bloc, Routledge, 17 June 2013, p. 91, ISBN 978-1-136-49788-9.
  12. ^ (EN) Karolina S. Follis, Building Fortress Europe: The Polish-Ukrainian Frontier, University of Pennsylvania Press, 24 luglio 2012, p. 1, ISBN 0-8122-0660-6.
  13. ^ (EN) How Ukraine crisis can revive EU ideals, csmonitor.com, link verificato il 23 novembre 2019.
  14. ^ (EN) Marta Kindler, A risky business?, Amsterdam University Press, 2015, ISBN 978-90-48-51447-2, p. 108.
  15. ^ (EN) EMN, Visa policy as migration channel in Poland. National report, pp. 12-13.
  16. ^ a b (EN) FRONTEX, Eastern Borders: Annual Risk Analysis 2013, link verificato il 23 novembre 2019.
  17. ^ a b (EN) Olena Fedyuk; Marta Kindler, Ukrainian Migration to the European Union, Springer, 2016, ISBN 978-33-19-41776-9, p. 58 (e nota 7).
  18. ^ Le coordinate geografiche di questa triplice frontiera, collocata lungo il fiume Bug Occidentale, sono: 51.502527°N 23.62283°E
  19. ^ Le coordinate geografiche di questa triplice frontiera sono: 49.084556°N 22.5578°E

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