Ninfeo di Nerone

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Ninfeo di Nerone
Sostruzioni del tempio del Divo Claudio e ninfeo di Nerone su via Claudia
Civiltàromana
UtilizzoNinfeo
Epoca64-68 d.C. (costruzione),
demolito da Vespasiano
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma
Scavi
Data scoperta1880
Amministrazione
PatrimonioCentro storico di Roma
EnteSovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
ResponsabileMaria Vittoria Marini Clarelli
Visitabile
Sito webwww.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/tempio_di_claudio
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 41°53′18.4″N 12°29′38.2″E / 41.888444°N 12.493944°E41.888444; 12.493944

Il Ninfeo di Nerone era un grande ninfeo scenografico che Nerone fece edificare addossato alla parete nord-orientale del podio del tempio del Divo Claudio sul Celio nel corso dell'edificazione della Domus Aurea. Il ninfeo poteva essere visto dall'ala del palazzo sull'Esquilino[1][2][3][4][5].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione della facciata del ninfeo

La costruzione del ninfeo avvenne dopo l'incendio del 64 d.C., quando l'imperatore avviò i lavori di costruzione della sua nuova villa urbana, la Domus Aurea (64-68 d.C.).

Dopo la morte di Nerone, le opere di costruzione della Domus Aurea si fermarono e parti del palazzo furono demolite. Non è chiaro se il Ninfeo sia mai stato completato, ma quello che è oggi visibile è quanto è stato risparmiato dalla ripresa dei lavori di costruzione del tempio del Divo Claudio[1]. Già al termine del I secolo d.C., davanti al Ninfeo era sorto un gran numero di edifici e fu realizzata una scala che dava accesso alla parte superiore della collina[1].

Durante la costruzione della moderna Via Claudia, nel 1880 furono rinvenuti i ruderi del Ninfeo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Pianta generale della Domus Aurea neroniana: il Ninfeo si trova sul margine destro del Celio
Planimetria del ninfeo di Nerone, da Rodolfo Lanciani, Forma Urbis Romae, Milano (1893-1901), tavole XXX e XXXVI

Il Ninfeo di Nerone era lungo 167 metri e alto 11 metri. Era costruito in calcestruzzo e rivestito di marmo. Per tutta la lunghezza, il Ninfeo era decorato con colonne, nicchie e numerose fontane, alimentate con l'acqua proveniente dall'Arcus Neroniani, una diramazione lunga 2 km dell'Aqua Claudia fatta realizzare da Nerone stesso[1].

Il ninfeo doveva essere simile alla fontana che Nerone aveva nella sua sala da pranzo nel palazzo sul Palatino, composta cioè da un complesso schema di colonne e caratterizzata da marmi colorati. Il Ninfeo però era 12 volte maggiore rispetto alla fontana[1].

Del ninfeo si conserva solo il nucleo di calcestruzzo, composto da sette nicchie alternativamente semicircolari e quadrate, delle quali la centrale - quadrata - è più ampia e presenta un'abside, mentre tutto il rivestimento marmoreo è stato rimosso[1]. La nicchia absidata fu in seguito inclusa nell'oratorio di San Lorenzo e affrescata.

Vista dei ruderi del ninfeo da sud, lungo la via Claudia

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Amanda Claridge, Rome, An Oxford Archaeological Guides, Oxford University Press, Londra, 1998, pp. 307-308, ISBN 019288003-9.
  2. ^ Segala & Sciortino 2005, p. 12.
  3. ^ Carandini 2010, p. 285.
  4. ^ Fraioli II, 2012, p. 313.
  5. ^ MarzialeDe Spectaculis, 2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Tempio di Claudio, su Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. URL consultato l'11 dicembre 2019.