William Wake

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
William Wake
arcivescovo della Chiesa anglicana
William Wake ritratto da Thomas Gibson (1710)
 
Incarichi ricoperti
 
Nato26 gennaio 1657, Blandford Forum
Consacrato vescovo21 ottobre 1705 da Thomas Tenison
Elevato arcivescovo1716
Deceduto24 gennaio 1737, Lambeth, Londra
 

William Wake (Blandford Forum, 26 gennaio 1657Lambeth, 24 gennaio 1737) è stato un arcivescovo anglicano inglese, arcivescovo di Canterbury dal 1716 alla morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel Dorset, William Wake studiò al Christ Church dell'Università di Oxford e, dopo essere stato ordinato sacerdote, nel 1682 si trasferì a Parigi come cappellano personale dell'ambasciatore Richard Graham, I visconte Preston.[1] Oltre a familiarizzare con la chiesa francese, Wake ebbe modo di acquistare un gran numerosi di manoscritti antichi, tra cui un Nuovo Testamento in greco per John Fell, l'allora vescovo di Oxford.

Tornato in Inghilterra nel 1685, divenne predicatore a Gray's Inn nel 1688 e nel 1689 tornò a Christ Church in veste di canonico. Nel 1693 fu nominato rettore della chiesa di San Giacomo a Londra e, dieci anni più tardi, divenne decano di Exeter. Nel 1705 fu consacrato vescovo di Lincoln e nel 1716, alla morte del suo mentore Thomas Tenison, fu nominato arcivescovo di Canterbury. Nei suoi ultimi mesi, Tenison si era prodigato affinché Wake gli succedesse come primate d'Inghilterra, ma la scelta fece indispettire la regina Anna, che considerava una sua prerogativa la nomina dei vescovi.[2]

Grande erudito e appassionato di manoscritti bizantini e numismatica, Wake si dimostrò tollerante nei confronti nei nonconformisti e disposto a una revisione del Book of Common Prayer pur di appianare certe divergenze. Mantenne sempre una grande distenza dalla Santa Sede e tentò di allearsi con la chiesa cattolica francese nel tentativo di limitare le influenze politiche e religiose di Roma.[3]

Morì a Lambeth Palace all'atà di 79 anni e lasciò la sua collezione di monete antiche e manoscritti al Christ Church.[4]

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La sua genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Helen Jacobsen, Luxury and Power: The Material World of the Stuart Diplomat, 1660-1714, OUP Oxford, 2012, p. 61, ISBN 978-0-19-969375-7. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  2. ^ (EN) James Anderson Winn, Queen Anne: Patroness of Arts, Oxford University Press, 2014, ISBN 978-0-19-937219-5. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  3. ^ (EN) Heather Welland, Political Economy and Imperial Governance in Eighteenth-Century Britain, Routledge, 15 giugno 2021, ISBN 978-1-000-39425-2. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  4. ^ (EN) Byzantine Manuscripts | Christ Church, University of Oxford, su www.chch.ox.ac.uk. URL consultato il 5 febbraio 2024.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN9856931 · ISNI (EN0000 0001 0777 0313 · SBN TO0V505835 · BAV 495/258099 · CERL cnp00142260 · LCCN (ENn79032274 · GND (DE118840533 · BNE (ESXX1765596 (data) · BNF (FRcb11997394d (data) · J9U (ENHE987007269612205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79032274