Valmarana (famiglia)
Valmarana | |
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Plus Ultra D'azzurro, alla banda di fusi accollati d'oro[1] | |
Stato | Repubblica di Venezia Regno d'Italia Regno Lombardo-Veneto Regno d'Italia Italia |
Casata di derivazione | Gens Maria |
Titoli | |
Etnia | italiana |
Rami cadetti |
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I Valmarana sono una famiglia aristocratica vicentina, ascritta al patriziato veneziano.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origini
[modifica | modifica wikitesto]Discendenti, secondo la leggenda, dalla romana gens Maria, presero il nome da Valmarana, piccolo centro dei colli Berici che ebbero in feudo dal vescovo di Vicenza[2].
Ascesa
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1031 l'imperatore Corrado II concedeva loro il titolo di conti[3].
Il 30 aprile 1540, con apposito diploma, furono creati conti palatini di Nogara dall'imperatore Carlo V[3].
Patrizi veneti
[modifica | modifica wikitesto]Il titolo comitale fu riconosciuto anche dal governo veneziano. Nel 1658 il ramo rappresentato dai fratelli Triffone, Stefano e Benedetto Valmarana fu aggregato al patriziato veneziano dietro il pagamento centomila ducati da impiegare nella guerra di Candia[3][4][5]. Un'altra linea, pur non essendo stata assunta nell'aristocrazia veneziana, continuò a sedere nel Consiglio nobile di Vicenza[3].
Conti di Valmarana
[modifica | modifica wikitesto]Sotto il Regno Lombardo-Veneto entrambi i rami ricevettero il riconoscimento della nobiltà e del rango comitale dall'Impero d'Austria (SS. RR. 18 dicembre 1817, 28 agosto 1819, 11 marzo 1820 e 13 maggio 1825)[3].
Membri illustri
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Francesco Valmarana, morto nel 1566, nominato da Carlo V conte palatino, fratello di Giovanni Alvise Valmarana marito di Isabella Nogarola e padre di Leonardo Valmarana marito di Isabetta Da Porto. Commissionò ad Andrea Palladio la villa Valmarana (Lisiera) che fu terminata da suo nipote Leonardo tra il 1579-1591.
- Leonardo Valmarana, (1550-1612) Principe dell’Accademia Olimpica, portò a termine la realizzazione del Teatro Olimpico. Si fece ritrarre al suo interno in una statua con gli attributi imperiali. Commissionò a Palladio la cappella Valmarana in Santa Corona.
- Lodovico Valmarana (1926-2018), conte di Valmarana e di Nogara, fratello di Mario Valmarana professore di architettura presso l'Università della Virginia. Attuale proprietario di Villa Almerico Capra detta La Rotonda.
- Giustino Valmarana (1898-1977), politico democristiano e membro dell'Assemblea Costituente.
Luoghi e architetture
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzi
- Palazzo Valmarana, a Vicenza, progettato da Andrea Palladio
- Palazzo Smith Mangilli Valmarana, a Cannaregio, Venezia
- Palazzo Corner Valmarana, a San Marco, Venezia
- Palazzo Curti Valmarana, a San Marco, Venezia
- Ville
- Villa Almerico Capra, detta "La Rotonda", e in passato chiamata anche Villa Valmarana, a Vicenza, progettata da Andrea Palladio
- Villa Valmarana "Ai Nani", a Vicenza
- Villa Valmarana, a Lisiera di Bolzano Vicentino (Vicenza), progettata da Andrea Palladio
- Villa Valmarana, a Vigardolo di Monticello Conte Otto (Vicenza), progettata da Andrea Palladio
- Villa Valmarana Morosini, ad Altavilla Vicentina (Vicenza), progettata da Francesco Muttoni
- Villa Valmarana, a Saonara (Padova), con giardino progettato da Giuseppe Jappelli nel 1817
- Barchesse di Villa Valmarana, a Mira (Venezia)
- Altro
- Cappella Valmarana, nella chiesa di Santa Corona, a Vicenza, progettata da Andrea Palladio
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Piero Guelfi Camaiani, Dizionario araldico, Milano, Hoepli, 1940, p. 279.
- ^ Antonio Canova, Giovanni Mantese, I castelli medioevali del Vicentino, Vicenza, Accademia Olimpica, 1979, p. 76, ISBN 88-87061-09-2..
- ^ a b c d e Francesco Schröeder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle Provincie Venete, Vol. 2, Venezia, Tipografia di Alvisopoli, 1830, pp. 341-343.
- ^ Dizionario storico-portatile di tutte le venete patrizie famiglie, Giuseppe Bettinelli, 1780, pp. 154-155.
- ^ John Temple-Leader, Libro dei nobili veneti ora per la prima volta messo in luce, Firenze, Tipografia delle Murate, 1866, p. 85.
Altri progetti
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