Utente:Mαρκος/Piramidi dell'Etna

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La "piramide" di Calafato, in agro di Santa Maria di Licodia, parzialmente crollata nel sisma del 2018[1]

Le cosiddette piramidi dell'Etna[2] (note anche come torrette dell'Etna, turritti in siciliano) sono costruzioni in pietrame a secco tipiche del paesaggio rurale etneo in Sicilia[3].

Nome[modifica | modifica wikitesto]

Presunta piramide etnea a Pedara

Nonostante queste costruzioni in siciliano siano chiamate turritti ('torrette') oppure turrizzi[4], o ancora pitreri[5], si è diffusa - a partire dalla seconda metà degli anni 2000 - la denominazione "piramidi [dell'Etna]", a causa della forma di queste strutture simili, seppur di dimensioni nettamente inferiori, alle piramidi egizie o maya (talvolta alle ziqqurat mesopotamiche).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sull'origine di queste costruzioni vi sono pareri discordanti. Antoine Gigal, divugatrice francese, nel 2008 ha censito una quarantina di queste strutture[6].

Datazione[modifica | modifica wikitesto]

Dal momento che molte di queste costruzioni insistono su terreni lavici di formazione relativamente recente, ne viene accreditata una datazione a partire dal XVII-XVIII secolo[7]. Tuttavia, non rimane infondato - ancorché privo di qualsiasi riferimento d'impronta storica e archeologica - il confronto diretto con altri edifici megalitici del bacino mediterraneo, quali i sesi di Pantelleria o le costruzioni preistoriche delle isole Baleari (le navetas di Minorca e i talayotos diffusi anche a Maiorca).

In un documento d'inizio Novecento, inoltre, si legge che durante uno scavo archeologico presso l'antica città di Adranon, tra oggetti databili dal V al II secolo a.C. fu rinvenuto un vaso (detto "della Sibilla Cumana") accanto a una grandissima torretta, denominata localmente «Torracchia del Re».

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Tipologie[modifica | modifica wikitesto]

Tipologie
Tipi Caratteri Dimensioni Orientazione Latitudine Declinazione
1 Muratura integralmente a secco. Pianta non riconducibile a poligono: in questo unico caso è ellittica. Pianoro terminale inclinato a cui si accede mediante rampa spiralica. 39,2 × 20,8 + 22
2 Muratura integralmente a secco. Pianta quadrilatera (rettangolo). Pianoro terminale orizzontale, raggiungibile per ampie rampe e strette gradinate. Sul pianoro Torre cilindrica con rampe spiraliche. Riga 3, cella 3 + 14

Elenco[modifica | modifica wikitesto]

N. Denominazione Comune Coordinate Immagine
1 Catena Linguaglossa
2 Calafato Santa Maria di Licodia 37°36′13.21″N 14°52′25.03″E / 37.603669°N 14.873619°E37.603669; 14.873619
3 Gattaino Belpasso
4 Santa Sofia Catania
5 Baruneddu Tremestieri Etneo
6 Passopisciaro Francavilla di Sicilia
7 Via Entea Tremestieri Etneo
8 Grotta Comune Trecastagni
9
10
11
12
13
14
  1. Trecastagni
  2. San Gregorio
  3. San Pietro Clarenza
  4. Calafato 2
  5. Mascalucia [2] (Piramide di Mascalucia)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luca Crispi, Santa Maria di Licodia. Terremoto: crollata torre di Calafato, in Yvii24.it, 8 ottobre 2018. URL consultato l'11 ottobre 2018.
  2. ^ Valeria Ferrante, Il mistero delle piramidi sotto l'Etna, in la Repubblica, 7 novembre 2013. URL consultato l'8 ottobre 2018..
  3. ^ Schipani De Pasquale.
  4. ^ VS V s.v.
  5. ^ http://web.archive.org/web/20130814191914/http://www.blogcatania.com:80/2013/07/turritti-genesi-di-un-mito.html
  6. ^ [1]
  7. ^ Messina 2015, p. 33.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]