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Mario Madiai

pittore italiano


Mario Madiai (Siena, 14 maggio 1944) è un pittore italiano contemporaneo. Vive ed opera principalmente a Livorno, spostandosi tra Venezia, Firenze, Siena, Barga, "luoghi nei quali trova gli spunti più congeniali al suo temperamento"[1]. Si sono occupati della sua attività artistica i critici d'arte Pier Carlo Santini, Elio Mercuri, Raffaele Monti, Renato Valerio, Martina Corgnati, Riccardo Ferrucci e Patrizia Turini.

Mario Madiai

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Siena nel 1944, si trasferisce nei primi anni di vita a Livorno, dove inizia il percorso scolastico alle scuole elementari De Amicis. Già in questi anni dimostra secondo Pier Carlo Santini "di possedere un talento artistico naturale e una predilezione per l' osservazione, iniziando a disegnare i primi soggetti con precoce abilità."[1]

Finite le elementari la madre, sotto espresso consiglio del maestro, lo iscrive all' Istituto d'arte Passaglia di Lucca. Qui dal 1957 al 1963, sotto la guida del professor Palagi, riesce ad esprimere la propria creatività e conseguire ottimi risultati.[1]

Nel 1961 infatti, a soli 17 anni, vince il premio Spalletta, rassegna pittorica svolta a Livorno, sbaragliando la concorrenza di numerosi partecipanti e attirando l'attenzione di noti pittori livornesi dell' epoca, tra i quali Giovanni March e Gino Romiti.

Terminati gli studi al "Passaglia", torna a Livorno ed entra in contatto con una piccola galleria d'arte che non ha difficoltà a piazzare i suoi dipinti, sempre più richiesti ed apprezzati. I temi sono quelli delle vedute livornesi e di altri soggetti, nei quali l'artista segue la tradizione dei pittori postmacchiaioli. Tuttavia, in altre produzioni si delineano i tratti di una personalità più libera e moderna, non legata ai tradizionali stereotipi ritenuti dall' autore troppo costrittivi, produzioni con cui Madiai intende definirsi meglio e capire le proprie ragioni espressive[1]

"La ricerca dell'equilibrio e della composizione, il senso dei colori, l'amore per le cose e la costante sete di verità, gli stati d'animo , il modo di vivere, queste sono sin dall'inizio le peculiarità che distinguono e costituiscono l'attività artistica del pittore livornese." osserva il critico Renato Valerio.[2]


Anni '70-'80[modifica | modifica wikitesto]

Dai primi anni '70 in poi i quadri vengono presentati in mostre sia personali che collettive e partecipano a rassegne rilevanti, ottenendo frequenti riconoscimenti. Cominciano, inoltre, i primi sodalizi con gallerie importanti, quali la Galleria Menghelli di Firenze, il cui proprietario Silvano Menghelli, conosciuto in occasione di una rassegna pittorica toscana, diventerà suo prodigo consigliere ma allo stesso tempo critico severo sugli aspetti espressivi e sulla tecnica.[1]

Sempre negli stessi anni, più precisamente nel 1972, complice un viaggio in Persia, comincia ad individuare nuovi soggetti e tematiche con le quali liberarsi definitivamente dalla tradizione pittorica postmacchiaiola ed individuare la propria strada. Rimanendo affascinato dai dettagli, dalla ricchezza dei colori, dai riflessi sulle cupole delle moschee, dai costumi e dalle vesti variopinte, produce la serie dei quadri persiani, che, secondo il critico Pier Carlo Santini, "testimoniano una piena maturazione artistica e la padronanza di una tecnica nuova ed originale".[1]

«Madiai è il professionista che non lascia niente al caso, è l'artista che, quando ha qualcosa nella testa, si organizza ponendo in essere tutti gli accorgimenti utili e validi per la realizzazione dell'idea.Sceglie sul territorio i punti di osservazione con una metodologia di lavoro collaudata, fatta di ricerca, di tecnica, di cuore, elementi questi che contribuiscono a render viva la sua opera.»

Si sposta frequentemente da Livorno, soggiornando a Barga, Siena, Venezia e Firenze. Trova gli spunti più importanti della sua produzione dai paesaggi, dagli oggetti, dai giardini e dalle vedute di questi luoghi. Numerosi sono i dipinti di questo periodo, dagli interni fiorentini, alla serie delle Serre, ai giardini di Barga. Dei primi anni 80 fa parte anche la serie dei quadri veneziani. Nella città veneta, in cui torna periodicamente da diversi anni, stabilisce lo studio in Casa Frollo, nome della struttura che lo ospita. Le finestre della stanza si aprono sul Canale della Giudecca e sullo sfondo di Piazza San Marco. Santini definisce abile il pittore nel cogliere ogni luce, il passaggio dei battelli, l' incresparsi delle onde, la penombra al calare del sole ed altrettanto abile la mano che li riproduce sulla tela, trasferendo su di essa anche lo stato emotivo.[1]

Nonostante la sua condizione di "pittore errante" come è stato più volte definito dalla critica, risente, seppure in chiave originale e moderna, della cultura artistica livornese, conseguenza della propria formazione, rappresentando numerosi soggetti che riesce a cogliere nella sua città e tanti personaggi livornesi a cui renderà omaggio. Degli ultimi anni '70, infatti, dipinti quali Livorno: i Bagni Pancaldi del 1977 o L' alibero della Rotonda del 1979. Successiva di qualche anno la serie Omaggio a Piero Ciampi, realizzata nel suo studio ascoltando alla radio le canzoni scritte dal poeta e musicista livornese Piero Ciampi, interpretate da cantanti quali Gino Paoli e Renato Zero.[1]

«Il vero Madiai parla livornese, ed è livornese assolutamente privo nei suoi più veri raggiungimenti di dialettismi, eppur nato da quella operazione "liberty" che si operò tra Livorno, Viareggio e Firenze alla fine del secolo e che, auspice Plinio Nomellini, corruppe splendidamente il casto parlare macchiaiolo. Madiai ha avuto il coraggio di racchiudere in questo suo rinnovamento l'intero ciclo della "mauvaise peinture" livornese.»

L'ultimo ciclo di questo ventennio è quello che ha per tema le Campagne, motivato in parte dall'esperienza del Viaggio pittorico in Toscana del 1984 , rassegna itinerante in alcune città italiane. Si tratta delle campagne senesi, luogo molto amato dall'artista, in cui soggiorna spesso in quegli anni e in cui, scrive Santini, riesce grazie alla sua creatività a cogliere i particolari dei luoghi, dell'equilibrio tra natura e artificio, dei fiori, delle coltivazioni, dei poderi.[1]

Non sono mancati comunque, nel ventennio che va dal 1970 alla fine degli anni 80, radicali cambiamenti di prospettiva sui temi, cambiamenti che hanno portato l'artista a produrre opere che si discostano totalmente dalla consueta visione, cambiamenti che gli studiosi definiscono parentesi o più tradizionalmente momenti di riflessione. A questi periodi di "riflessione" appartengono, ad esempio, i dipinti della serie L' Incontenibile Energia degli anni 1974-75 presentati ad una mostra livornese dal critico Elio Mercuri, nei quali l'autore rappresenta tubi esplosi, deformati, cavi elettrici tranciati che trasmettono tensione e drammaticità. In queste opere secondo Mercuri "Madiai dà forma alla incontenibile energia che ci pulsa dentro, e riesce a tradurre l'angoscia in visione di possibile liberazione. in questa inesauribile prova di fedeltà al proprio sentire e vedere dà al particolare più insignificante il valore di un'assoluta verità"[3]. Altre variazioni tematiche nascono alla fine degli anni 80. Del 1987 sono infatti le "Tavole della memoria" ed altri quadri come La Valigia di Talete, Il cappello nero e Tavola imbandita.[1]

Degno di menzione risulta anche il capitolo dedicato alla Vespa il veicolo a 2 ruote della Piaggio. Madiai la fissa nelle sue tele a partire dagli anni '70 ed a più riprese negli anni che seguono fino al 2014, anno in cui viene allestita una mostra con i suoi dipinti presso il museo della Piaggio a Pontedera.[4]

Nella seconda metà degli anni 80 il nome di Madiai è ormai conosciuto su tutto il territorio nazionale e le sue opere cominciano a varcare i confini italiani. Nel 1986 espone a Londra , Madrid, Parigi inaugurando un ciclo di mostre che negli anni seguenti lo porterà ad essere molto apprezzato anche nel continente asiatico e negli Stati Uniti.[5]

Anni '90-'00[modifica | modifica wikitesto]

La continua e sistematica ricerca di nuovi stimoli e il costruttivo bisogno di rinnovamento, accompagnati da una consapevolezza e maturazione artistica sempre più evidenti, osserva Patrizia Turini, caratterizzano la produzione di Madiai anche nel ventennio che va dagli anni '90 a quelli attuali del nuovo millennio.[6]

Rimangono comunque I paesaggi, temi cari al pittore e omaggiati nel ventennio precedente dal già citato studioso lucchese Pier Carlo Santini, studioso che lo seguirà fedelmente nelle sue uscite nelle campagne toscane. La storica dell'arte Martina Corgnati si occuperà della stesura di vari testi riguardanti le nuove tematiche affrontate dal pittore in questi anni.

Nel 1996, infatti, viene pubblicato I fiori, le foglie e l'acqua, titolo che si riferisce chiaramente alle produzioni del pittore in questo periodo. Dedicandosi alla rappresentazione della natura morta, l'autore mostra l'altra metà della sua personalità. Il lavoro è svolto prevalentemente nel suo studio livornese, dove l'artista nel silenzio, senza testimoni, senza pubblico, da solo con la tela e il colore coglie i particolari di oggetti quotidiani, apparentemente privi di significato, ai quali, come afferma Martina Corgnati, con la consueta creatività e genuinità, riesce a conferire valenze artistiche oggettive e ben visibili anche allo sguardo di chi non si occupa di arte a livello professionale[7]

«Madiai si è addentrato con sempre maggior convinzione nell'esplorazione del sedimento depositato nel suo studio e nella sua memoria, ricavando da una semplice ciotola di plastica rossa(e più recentemente grigia), dismesso relitto di abitudini e circostanze quotidiane dall'obsolescenza fatalmente rapida, un intero, affascinante cifrario di luce, colore, accensioni, reiterazioni ossessive, scandagli di senso nel campo magnetico ed imprevedibile della superficie.»

Degli anni '90 fanno parte anche i dipinti della serie I Limoni ed I Girasoli, questi ultimi ritratti decine di volte dal pittore, portati in studio e poi lasciati ad appassire, per poi essere, come osserva Martina Corgnati "trasformati in autentici personaggi, proiettati come ombre inquietanti su sfondi dai colori sempre diversi, che ora restano lontani, quasi come una tessitura cromatica che gioca di contrappunto con le sorgenti luminose"[7]. Si evidenzia inoltre in queste composizioni, come i cicli del pittore non siano nettamente indipendenti l'uno dall'altro, ma legati nel corso delle esperienze e nelle vicende personali come anelli della stessa catena.[6]

In un repertorio tematico cosi' vario non mancano soggetti convenzionali che trovano le radici espressive nei secoli passati, nella pittura classica, nelle tradizioni poetiche, soggetti per cui l'artista prova interesse proprio perché profondamente attraversati dalla storia. Le Rose, già figurate in alcune produzioni degli anni precedenti, adesso sono riprese con nuove prospettive, sotto sfondi e colori sempre diversi e presentate in diverse mostre a tema anche in gallerie di fama internazionale quali la Galleria Forni di Bologna.[8], con la quale il pittore collaborerà fino al 2005, presentando mostre in Europa in Asia e negli Stati Uniti.

Agli inizi del nuovo millennio il continuo stimolo di rinnovamento e la capacità di esplorare la realtà sotto i propri punti di vista, come osserva il critico Ferrucci, porteranno Madiai a compiere lavori che desteranno curiosità oltre che negli ambienti della critica artistica anche negli ambienti intellettuali contemporanei, che ne analizzeranno le valenze simboliche anche dal punto di vista sociologico. Nasce, infatti, nei primi anni 2000 Il Pinocchio di Madiai, rivisitazione in chiave moderna e originale della favola di Carlo Collodi, favola che è e rimane patrimonio culturale nazionale. L'interesse per Pinocchio si risveglia, oltre che in concomitanza con la nascita del primo nipotino, anche grazie ad un importante iniziativa della Fondazione Nazionale Carlo Collodi in collaborazione con il comune di Pescia, che nel 2001 bandiscono un concorso chiedendo a 26 artisti, scelti tra i nomi più eccellenti, di presentare lavori personali aventi quali soggetto il famoso burattino di legno. Valutate attentamente le proposte presentate, affidano a 6 di questi artisti il compito di realizzare altrettante opere da esporre permanentemente nelle vie e nella piazze principali del Paese. Tra quegli artisti c'è anche Madiai, al quale viene assegnato un grande pannello di 370X290 cm. su cui realizzare l'opera. Si tratta di un Pinocchio che tiene nella mano destra il Grillo Parlante sullo sfondo di un cielo stellato, i due discutono sembra quasi a voler cambiare gli eventi della fiaba. Il lavoro su Pinocchio continua anche negli anni successivi, portando il pittore a realizzare le opere su ogni tipo di superficie sia esso cartone riciclato, tele di qualità o semplici pezzi di legno, lavoro tanto interessante per la critica da portare alla pubblicazione di un volume illustrato dal titolo "Le Avventure di Pinocchio. Racconto per immagini: Mario Madiai" e che il pittore presenterà in una mostra dal titolo Pinocchio con il Cuore.[9]

«La caratteristica profonda del suo fare pittorico permette a Madiai di attraversare il mondo dell'infanzia e la favola senza perdere una profonda coerenza compositiva, una raffinata stesura pittorica.I segni rossi di Pinocchio prendono, con naturalezza, il posto delle sue celebri rose rosse in una logica interna alla poesia, al procedere per elementi che si sovrappongono, attraverso velature, vibrazioni materiche e luminose, evocazioni liriche.»

Continua-mente-diverso è il titolo delle opere più recenti del pittore, risalenti al 2015, opere per cui il pittore sperimentava nuove tecniche espositive già dai primi anni di attività. Il titolo come scrive la critica d'arte Patrizia Turini, sintetizza alla perfezione quelli che sono stati i 50 anni di carriera di un pittore "professionista", in grado sempre di rinnovarsi e allo stesso tempo di mettersi in discussione, in grado di affrontare le tematiche più disparate e coglierne la sostanza, presentandole al pubblico cosi come sono uscite, dalla genuinità e dal duro e umile lavoro quotidiano.[6]

«Lavorando tutti i giorni e molte ore al giorno sento la necessità di variare temi e tecnica, non potrei lavorare sempre ad un unico soggetto. Ho la necessità di partire da elementi diversi e di variare tecnicamente il mio lavoro, sperimentando processi compositivi sempre nuovi.Sono un’artista in continua evoluzione e che cerca nuove motivazioni per andare avanti, un’artista che opera in una continuità profondamente discontinua. Sono sempre alla ricerca di suggestioni e visioni differenti, tento di andare oltre la tela per conoscere e sentire la profondità delle cose.»

Dopo anni in cui ha vissuto e lavorato a Livorno, si è trasferito dal 2006 in una tenuta a Lorenzana, in provincia di Pisa, dove vive con la moglie, dalla quale ha avuto tre figlie. Qui, oltre a portare avanti la sua passione per la pittura, si dedica alla viticoltura e alla produzione di vino.

Principali mostre personali e collettive[modifica | modifica wikitesto]

[10]

  • 1971 Cisternino dei Poccianti(Casa della Cultura), Livorno
  • 1972 Galleria "Fante di Picche, Livorno
  • 1976 Galleria d'arte Bergamini, Milano
  • 1977
    • XXIII premio del Fiorino, Biennale Internazionale d'Arte, Firenze
    • XI Edizione Rassegna Nazionale di Pittura,"Il Morazzone", Morazzone (Varese)
  • 1979
    • Galleria Menghelli, Firenze.
    • Accademia Pontano, Napoli.
  • 1981
    • Rassegna di pittura contemporanea Regione Toscana, Prato.
    • Galleria La Bussola, Torino.
    • Expoarte, Bari.
  • 1982
    • 1° Settimana senese di arti figurative, Siena.
    • Galleria "Il nuovo Fuso ", Parma.
    • Pittura oggi in Toscana, Galleria Comunale d'Arte contemporanea, Arezzo.
    • 20 pittori in Toscana oggi, Centro studi sull'arte.
  • 1983
    • Galleria Menghelli, Firenze.
    • Galleria L'Arcadia, Livorno.
    • Artefiera, Bologna.
  • 1984 Viaggio pittorico in Toscana, Galleria comunale d'Arte Contemporanea, Arezzo.
  • 1985
    • Artefiera, Bologna.
    • Galleria Ippocastano, Roma.
  • 1986
    • The Solomon Gallery, Londra.
    • Arco Fiera Internacional, Madrid.
    • ExpoArte Fiac, Parigi.
    • Galleria Menghelli, Firenze.
    • Arte fair, Londra.
  • 1987
    • Arco Fiera Internacional, Madrid.
    • Galleria Narciso, Roma.
    • Stockolm Art Fair, Stoccolma.
    • Expo Arte Fiera, Milano.
    • Contemporary Art Fair, Los Angeles.
    • Museo La Foret, Tokyo.
    • Hanson Art Gallery, La Jolla, CA. USA.
  • 1988
    • Galleria Il Segno Contemporaneo, Brescia.
    • Inter Arte, Valencia.
    • Galleria Forni,Tokyo.
    • Gallerie Prom, Monaco di Baviera.
  • 1989
    • Galleria Menghelli, Firenze.
    • Art Fair, Londra.
    • Galleria Forni, Bologna.
  • 1990
    • Galleria Forni, Tokyo..
    • Gallerie Prom,Monaco di Baviera.
  • 1991
    • Galleria Davico, Torino.
    • Galleria Il Cenacolo, Piacenza.
  • 1992
    • Auditorium 2 Pini, Roma.
    • Gallerie Prom,Monaco di Baviera.
    • Graphis Arte, Livorno.
    • Forni Tendenze, Bologna.
    • Galleria Aliseo, Campiglia Marittima.
  • 1993
    • Galleria Forni, Bologna.
    • Galleria L'Incontro, Ancona.
    • Expoarte, Bari.
    • Artest, Udine.
  • 1994
    • Gallerie Prom, Monaco di Baviera.
    • Premio Ginestra d'oro, Portonovo.
    • Galleria Rotta, Genova.
    • Expoarte, Bari.
  • 1995
    • Artefiera, Bologna.
    • Expoarte, Bari.
    • Gallerie Prom, Monaco di Baviera.
    • Galleria Il Quadrifoglio, Siracusa.
  • 1996
    • MIART, Milano
    • Galleria Signoretti, Pesaro.
  • 1997
    • Artefiera, Bologna.
    • Galleria Davico, Torino.
    • Galleria Forni, Bologna.
    • Palazzo Cesi, Acquasparta.
    • Siae 2, Bologna.
    • Galerie Prom, Monaco di Baviera.
    • Mole Vanvitelliana, Ancona.
  • 1998
    • Galleria Comunale Arte Moderna, Palazzo Racani Arroni, Spoleto.
    • Galleria Prima Visione, Gallarate.
    • Shanghay Art Fair, Shanghay, China.
    • Galleria 61, Palermo.
    • Galleria Forni, Milano.
    • Galleria Davico, Torino.
  • 1999
    • Miami Art fair, Miami, USA.
    • Artefiera, Bologna.
    • Galleria Prom, Quinta del Lago, Portugal.
  • 2000
    • Art Ancona, Ancona.
    • Galleria Abrmazle, Londra
    • Galleria d'Arte "Il Ponte", Susa.
  • 2001
    • Studio Forni, Milano.
    • Art Fair, Barcellona.
    • The Lewis Gallery Carmel, California, USA.
  • 2002
    • Galleria Forni, Bologna
    • The Lewis Gallery Carmel, California, USA.
  • 2004-Galleria Alberto Misrachi, Città del Messico, Messico.
  • 2009
    • Castello di Lari(PI), "Pinocchio Amarcord, Prova d'orchestra per un'inquadratura".
    • Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucca. "Sub Rosa, dall'emozione all'ossessione
  • 2010-A Muse Gallery, Columbus Ohio, USA.
  • 2011-Grafique Art Gallery, Bologna.
  • 2012-Art Basel, Miami, Florida, USA.
  • 2013-Mostra antologica Archivio di Stato, Milano.
  • 2014-Galleria Forni, Bologna.
  • 2015
    • -Estart Gallery, Pietrasanta.
    • -Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno.
  • 2016 - Pallazzo Bastogi, Regione Toscana, Firenze.
  • 2017
    • Ponte de Sor Alentejo, Portugal.
  • 2018
    • Unitamente in due, Palazzo Malaspina, San Donato in Poggio, Firenze.[11]
    • Pinocchio con il cuore-Mario Madiai, Collodi(PT).
    • Marcia Evans Gallery, Columbus OHIO, USA.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Santini, p. 5-18.
  2. ^ Valerio, p. 10
  3. ^ Mercuri, p. 5.
  4. ^ Nannipieri, p. 9.
  5. ^ Squaglia
  6. ^ a b c Turini, pp. 11,12.
  7. ^ a b Corgnati, p 4-14
  8. ^ Ferrucci
  9. ^ Gonews
  10. ^ Turini, pp. 75,76.
  11. ^ Unitamente in due

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elio Mercuri, L'incontenibile energia, Biella, Edizioni Il cavallo, 1974.
  • Pier Carlo Santini, Mario Madiai, Livorno, Grafiche Favillini, 1988.
  • Martina Corgnati, i fiori, le foglie e l'acqua, Milano, Mazzotta, 1996.
  • Martina Corgnati, Mario Madiai, i paesaggi, Pontedera, Bandecchi e Vivaldi, 2001.
  • Renato Valerio, Dall'A alla Z: Mario Madiai, Varese, Galleria Armanti, 2001.
  • Giuliano Nannipieri, In vespa con Madiai, Pontedera, Bandecchi e Vivaldi, 2014.
  • Patrizia Turini, Mario Madiai: opere dal 1962 al 2015 : Museo civico "G. Fattori", Granai di Villa Mimbelli, Livorno, 19 dicembre 2015 - 17 gennaio 2016, Livorno, Comune di Livorno, 2015.


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Biografia di Mario Madiai, su lagazzettadilucca.it.

Intervista a Mario Madiai, su quinewsabetone.it.

Biografia di Mario Madiai, su danielesquaglia.it.

Pinocchio con il cuore-Mario Madiai, su gonews.it.

Unitamente in due, su tavarnellevp.it.