Troiano De Filippis Delfico

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Troiano De Filippis Delfico
Ritratto di Troiano De Filippis Delfico nel 1881

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato15 febbraio 1880 –
9 maggio 1908
LegislaturaXIII
Sito istituzionale

Troiano Berardino Melchiorre Filippo Gaetano De Filippis Delfico (Teramo, 24 luglio 1821Montesilvano, 9 maggio 1908) è stato un politico italiano, Senatore del Regno. Figlio primogenito di Gregorio De Filippis e Marina Delfico, ereditò dal padre il titolo di Conte di Longano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La formazione[modifica | modifica wikitesto]

Si formò grazie a insegnanti privati. Fu particolarmente dotato nella pittura, disciplina nella quale ebbe maestro il napoletano Pasquale Della Monica.

La prima guerra di indipendenza e l'esilio[modifica | modifica wikitesto]

Appartenne a una famiglia di lunghe tradizioni liberali e nel 1848 combatté nella prima guerra di indipendenza. Perseguitato dalla polizia borbonica fu costretto all'esilio, inizialmente nello Stato pontificio e poi in Grecia, dove visse per alcuni anni.

Così lo stesso Troiano raccontò la vicenda relativa alla sua fuga:

«Nell'entrare a Teramo delle truppe di Landi, io ne uscivo con Giorgio Marozzi, col mio fucile e col mio sacco. Sul Pennino vidi l'entrata degli eroi del Borbone, poi fui a caccia a Fano Adriano e a Tossicia, ma, stringendo le cose, passai il confine sulle montagne e dopo due giorni e due notti di faticoso cammino giunsi in Ascoli, mi son trattenuto in Ascoli, e in S.Benedetto molto tempo, fintanto che, minacciata Ascoli dai briganti, contro i quali mi ero battuto all'Acquasanta assieme al povero Donatuccio, dai Napoletani, ed assalita da tutte le parti e da tutte le nazioni la Repubblica Romana, mi ritirai in Ancona. … Capitolata che ebbe Ancona, fummo caricati in folla su due barche che alzarono la bandiera inglese, molto soffrii nel viaggio per la folla della gente e per lo scarso e cattivo cibo, finalmente a Corfù fummo ricevuti, mediante garanzia. Dopo quattro mesi partii per la Grecia, dove sono.»

Prodittatore d'Abruzzo[modifica | modifica wikitesto]

L'8 settembre 1860, dopo il suo rientro in patria fu nominato prodittatore d'Abruzzo con Pasquale De Virgiliis e Clemente De Caesaris. A Teramo organizzò e comandò, con il grado di maggiore, la Guardia Nazionale. Certamente prese parte all'assedio della Fortezza di Civitella del Tronto e si impegnò nella lotta al Brigantaggio. Si dimise dall'incarico nel 1865. Ancora nel 1867 prese parte alle raccolte di fondi e risorse per i volontari abruzzesi in partenza per l'Agro romano dove furono coinvolti molti degli ufficiali che avevano servito sotto il suo comando nella Guardia Nazionale di Teramo.

L'impegno politico[modifica | modifica wikitesto]

Fu esponente della Sinistra storica e più volte si candidò nelle elezioni politiche, prima contro Nicola Urbani (1861) e poi contro Francesco Sebastiani (1865, 1867 e 1870). Nonostante il prestigio indiscusso della persona, fu sempre sconfitto, con esiti addirittura disastrosi nelle politiche del 1867 e 1870 quando riuscì a raccogliere poche decine di voti. Alla forza dei candidati della Destra si aggiunse una campagna denigratoria che, pur ricordando i meriti di Delfico al tempo della guerra d'indipendenza, tendeva ad affermare una sua inaffidabilità a governare e a rappresentare il collegio teramano in tempo di pace. La figura di eroe e il passato di combattente gli si ritorsero contro in questo caso e favorirono l'affermazione dei candidati liberali più moderati.

A partire dalle elezioni del 1874 il ruolo di candidato della Sinistra nel collegio di Teramo passò a Settimio Costantini, già sindaco e presidente della provincia, destinato a una carriera politica di primo piano a livello nazionale.

Delfico invece, nel dicembre del 1875, partecipò con altri intellettuali, tra i quali lo stesso Costantini, alla fondazione del giornale “Corriere abruzzese” del quale divenne uno dei principali collaboratori, anzi forse l'opinionista politico più autorevole. Tutti i suoi articoli del Corriere sono firmati semplicemente Troiano Delfico. Il giornale, diretto da Francesco Taffiorelli, contribuì in modo determinante all'affermazione in regione della sua parte politica e all'elezione in provincia, nelle elezioni del 1876, di cinque deputati su cinque collegi: Settimio Costantini a Teramo, Giuseppe Cerulli Irelli a Giulianova, Luigi Patrizi ad Atri, Giuseppe De Riseis a Città Sant'Angelo, Diego Aliprandi a Penne.

Fu Sindaco di Montesilvano dal marzo del 1880 al maggio del 1882. Rivestì numerosi altri incarichi pubblici e fu Consigliere Comunale e Provinciale.

La nomina a senatore[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1880 fu nominato senatore del Regno. Non abbandonò mai l'attività giornalistica. Compose e pubblicò scritti di argomento politico ed economico. Si occupò di agricoltura e di industria. I suoi articoli, oltre che sul “Corriere abruzzese”, furono ospitati anche sulla “Rivista abruzzese di scienze lettere ed arti”.

La famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Fu il primogenito della prima generazione della famiglia De Filippis Delfico, nata dal matrimonio di Gregorio De Filippis con Marina Delfico. Tra i nove fratelli di Troiano il più noto fu senz'altro Melchiorre, 1825-1895, musicista e caricaturista di fama internazionale. Filippo, 1827-1907, condivise con lui gli ideali liberali, fu patriota e combattente per l'Unità d'Italia, capo riconosciuto della Massoneria teramana. Gli altri furono: Bernardino, 1823-1870; Aurora, 1829-1894; Lodovico, 1833-1866; Margherita, 1835-1910; Michele, 1840-1905; Rosa, 1843-1930.

Troiano sposò Bianca Casamarte Treccia di Campotino, dalla quale ebbe tre figli: Marino (1871-1945), sindaco di Montesilvano (aprile 1902 - settembre 1910) e deputato al parlamento nel 1919; Luciano (1873-1954), sindaco di Montesilvano (agosto 1914 – febbraio 1924); Beatrice (1876-1957).

Morì a Montesilvano, dove la famiglia si era trasferita dopo l'abbandono del palazzo di Teramo.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Sull'elezioni politiche. Lettera di Troiano Delfico a Settimio Costantini, Teramo, Marsilii, 1865;
  • Dei partiti in Italia. Saggio politico, Teramo, Marsilii, 1867;
  • Un voto ragionato, in “Corriere abruzzese”, a. II (1876), n.78 del 27 aprile;
  • La fisiologia dei partiti, in “Corriere abruzzese”, a. II (1876), n.79 del 30 settembre;
  • La libertà del voto, in “Corriere abruzzese”, a. II (1876), n.85 del 21 ottobre;
  • Sulla questione sociale. Considerazioni, Roma, Tipografia romana, 1878;
  • Agli elettori del Collegio politico di Teramo, in “Corriere abruzzese”, a. VI (1880), n.37 dell'8 maggio;
  • La nostra provincia e le elezioni politiche, in “Corriere abruzzese”, a. VIII (1882), n.81 dell'11 ottobre;
  • Sul progresso industriale-agricolo-commerciale in Italia. Studi economici, Teramo, Pomponj, 1884;
  • Degli effetti dei dazi protettori sull'agricoltura, in “Rivista abruzzese di scienze lettere ed arti”, a. II (1887), fasc.3, pp. 97–104, fasc. 4, pp. 158–166;
  • La mezzeria e la coltura miglioratrice, in “Rivista abruzzese di scienze lettere ed arti”, a. II (1887), fasc.11, pp. 481–488, fasc. 12, pp. 539–547;
  • Sulle Associazioni operaie, in “Rivista abruzzese di scienze lettere ed arti”, a. III (1888), fasc.3-4, pp. 126–136, a. IV (1889), fasc. 1-2, pp. 68–75; fasc. 3-4, pp. 153–161;

Epistolario[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Conte Troiano Delfico al fratello Filippo, in Alberto Scarselli, Intimità nell'esilio. Carteggio di un esule e di una Madre. Marina Delfico al figlio Filippo (1850-1853; il conte Delfico al fratello Filippo (1850, 1853, 1859, 1860), Teramo, De Carolis, 1950; pp. 12–13.

Carte e manoscritti[modifica | modifica wikitesto]

Carte riguardanti Troiano sono conservate a Teramo, presso la Biblioteca Melchiorre Delfico e presso l'Archivio di Stato; all'Aquila, presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi, nel Fondo Marrelli. Per il resto numerose carte e documenti sono in possesso degli eredi.

Dipinti[modifica | modifica wikitesto]

Dalla documentazione conosciuta si desume che durante l'esilio in Grecia, spinto dalla necessità, si procurò da vivere anche dando lezioni di pittura e vendendo i paesaggi che egli stesso realizzava. Della sua attività artistica attualmente non resta che la riproduzione fotografica di un dipinto da lui realizzato intorno al 1844, nel quale è ritratta l'intera famiglia De Filippis Delfico in una delle sale del palazzo di Teramo. Nel dipinto egli stesso si autoritrae, riflesso in uno specchio, mentre esegue il ritratto.

Iconografia[modifica | modifica wikitesto]

Oltre all'autoritratto giovanile di cui si è detto e ad alcuni presunti ritratti di mano ignota, vanno ricordati almeno tre ritratti fotografici molto significativi: il primo del 1863, opera di Gianfrancesco Nardi, lo ritrae in divisa di Maggiore Comandante della Guardia Nazionale di Teramo, al centro del gruppo di ufficiali della Guardia stessa; il secondo del 1880, eseguito al momento della sua nomina a senatore; il terzo, infine, che lo ritrae ormai anziano.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Raffaele Aurini, De Filippis Delfico Troiano, in Dizionario bibliografico della Gente d'Abruzzo, vol. IV, Teramo, Ars et Labor, 1962, ora in nuova edizione, a cura di Fausto Eugeni, Luigi Ponziani, Marcello Sgattoni, Colledara, Andromeda editrice, 2002, vol. II, ad nomen;
  • Clemente Cappelli e Rino Faranda, Storia della Provincia di Teramo dalle origini al 1922, Teramo, Tercas, 1980, p. 363;
  • De Filippis Delfico Troiano, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Treccani, vol. 33, 1987, ad nomen;
  • Giovanni Di Leonardo e Maria Rita Bentivoglio, Garibaldini in Abruzzo (1860-1870), Mosciano Sant'Angelo, Media, 2002, pp. 44–45;
  • Cristiano Valleriani, De Filippis Delfico Troiano, in Gente d'Abruzzo. Dizionario biografico, Castelli, Andromeda editrice, 2007, vol.4, pp. 117–120;

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