Tour de l'Archet

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Tour de l'Archet
La Tour de l'Archet
Ubicazione
Stato Contea di Savoia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneValle d'Aosta
CittàMorgex
IndirizzoPlace de l'Archet, 6
Coordinate45°45′28.83″N 7°02′02.27″E / 45.758008°N 7.033964°E45.758008; 7.033964
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Tour de l'Archet
Informazioni generali
TipoCastello medioevale
CostruzioneX secolo-XII secolo
MaterialePietra, legno
Condizione attualeAperto al pubblico
Proprietario attualeComune di Morgex
VisitabileSi
[1]
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La tour de l'Archet (pron. fr. AFI: [tuʁ də laʁʃɛ]) è uno dei castelli della Valle d'Aosta, ed è situato a Morgex, in place de l'Archet.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il castello prende il nome dall'antica famiglia de l'Archet (in precedenza de Arculo) i quali erano originari di Aosta dove avevano adattato a loro residenza l'Arco d'Augusto, di epoca romana.

Il nucleo primitivo della torre risale con tutta probabilità alla fine del X secolo e sono considerate una delle più antiche costruzioni della Valle d'Aosta.

Nel 2010 si è concluso un restauro globale alla struttura.

Qui trovano sede la Fondazione Centro di studi storico-letterari Natalino Sapegno e il bibliomuseo del fumetto a conservazione e studio dei trentamila pezzi della Collezione Mafrica.[1]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Della costruzione originaria, oggi rimane solo una torre e un complesso di casaforte di base. L'edificio è merlato e presenta su un lato un portale in pietra sul cui architrave è scolpito un doppio arco sormontato da una piccola finestra in pietra con lo stemma della croce di Savoia.

Piantina della Tour de l'Archet nel 1936 (Carlo Nigra).

La tour de l'Archet presenta numerose analogie architettoniche con altre torri valdostane, come la tour de la Plantaz di Gressan e la tour de Ville di Arnad: le mura di spessore notevole (oltre 2 m), la struttura massiccia e la tecnica costruttiva, ossia l'uso di due paramenti con opera centrale a sacco. Lo studioso di castellologia valdostana André Zanotto ipotizza che una struttura più massiccia e perfezionata sia dovuta al fatto che tutte e tre le torri sorgono in posizioni pianeggianti, quindi senza difese naturali[2].

Dello stesso avviso anche Mauro Cortellazzo, che riprende il Lange:

«la tour Malluquin a Courmayeur, la tour de l'Archet a Morgex, la tour Lescours a La Salle, la tour de la Plantaz e la torre di Sant'Anselmo a Gressan, la torre recentemente scoperta al castello di Fénis, la tour Néran a Châtillon, la tour de Ville ad Arnad e altre due torri collocate nelle valli laterali, la tour Vachéry a Etroubles e la tour d'Hérères a Perloz. Tutte queste torri sono state edificate in zone che non presentano alcun elemento morfologico che possa facilitare la difesa, anzi appare chiara la scelta di spazi pianeggianti, aperti e non sempre in prossimità di percorsi viari. Tutte e dieci si caratterizzano quindi per la particolare scelta del sito.[3]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Apre il bibliomuseo del fumetto, La Stampa, 26 luglio 2013.
  2. ^ André Zanotto, p. 9.
  3. ^ Mauro Cortellazzo, pp. 223-225.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • André Zanotto, Castelli valdostani, Quart (AO), Musumeci, 2002 [1980], ISBN 88-7032-049-9.
  • Mauro Cortellazzo, Simbologia del potere e possesso del territorio: le torri valdostane tra XI e XIII secolo (PDF), in Bulletin d'études préhistoriques et archeologiques alpines, Numéro spécial consacré aux Actes du XIIe Colloquesur les Alpes dans l’Antiquité. Yenne / Savoie 2-4 octobre 2009 (par les soins de Damien Daudry), Aosta, 2010. URL consultato il 16 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). (fonte)
  • Mauro Minola, Beppe Ronco, Valle d'Aosta. Castelli e fortificazioni, Varese, Macchione ed., 2002, pp. 58, ISBN 88-8340-116-6.
  • Carlo Nigra, Torri e castelli e case forti del Piemonte dal 1000 al secolo XVI. La Valle d'Aosta, Quart (AO), Musumeci, 1974, pp. 107.

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