Torre dei Rossi-Cerchi

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Torre dei Rossi-Cerchi
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzovia Guicciardini
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Realizzazione
ArchitettoFrancesco Tiezzi

La torre dei Rossi-Cerchi è un edificio storico (per quando ricostruito dopo il 1944) del centro storico di Firenze, quartiere Oltrarno. Si trova prospiciente al Ponte Vecchio, in via Guicciardini 2r angolo borgo San Jacopo e via dei Barbadori.

La torre con il palazzo Barbadori confinante apparivano nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quali edifici monumentali da considerare patrimonio artistico nazionale[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Esisteva in origine in questa zona (in posizione comunque arretrata rispetto all'edificio attuale) una torre edificata nel Duecento dalla famiglia guelfa dei Rossi d'Oltrarno, originari di Fiesole, assieme ad altri edifici adiacenti, in parte distrutti dai ghibellini dopo la battaglia di Montaperti del settembre 1260. Dai Rossi, dopo vari passaggi di proprietà, la torre passò ai Cerchi e, per via ereditaria, ai Canigiani[2].

Alla base della fabbrica, su progetto dell'architetto Francesco Leoni, venne realizzata nel 1838 una nicchia all'interno della quale fu posta un'antica vasca di marmo e un Bacco in bronzo dal cui basamento sgorgava attraverso una testa leonina l'acqua, in modo da costituire a tutti gli effetti una fontanella pubblica. L'edificio venne restaurato su progetto di Alfredo Lensi tra il 1924 e il 1925, accentuandone il carattere medievale[1].

Distruzione e ricostruzione[modifica | modifica wikitesto]

La ricostruzione della torre e della volta su via Barbadori negli anni 1950

Durante la seconda guerra mondiale la torre e il palazzo Canigiani che si sviluppava in aderenza furono distrutti (fu salva invece la statua che era stata precedentemente rimossa) dalle mine tedesche che, pur risparmiando il Ponte Vecchio, demolirono tutti gli accessi al ponte stesso. Nel 1946 il Comune di Firenze bandì un concorso per la ricostruzione degli edifici e, riguardo a questo tratto, il Gruppo San Giorgio, che riuniva architetti di prestigio, presentò un primo progetto di stampo conservatore, a cui collaborò l'allora giovane Francesco Tiezzi, allievo di Giovanni Michelucci[3]. Nel periodo 1953-1957 Tiezzi, assieme all'architetto Valleri, elaborò un progetto di ricostruzione della zona di Borgo San Jacopo-via Guicciardini che, secondo le indicazioni urbanistiche, doveva in qualche modo ricordare la distrutta torre dei Rossi, che aveva connotato storicamente l'accesso al Ponte Vecchio. L'allora Assessore alla Cultura Pietro Bargellini riuscì anche a far inserire nel progetto anche la ricollocazione della statua del Bacco[4].

Il restauro dovette rispondere alle complesse esigenze urbanistiche del luogo. Tuttavia, come accennato, la posizione odierna non risponde all'antica dato che, essendo stato deciso di rettificare il tracciato di borgo San Jacopo in modo che questo consentisse la vista della torre dei Mannelli, tutta la fabbrica fu avanzata mentre parallelamente fu ridotta la profondità dell'edificio antistante, dove già era la casa della Commenda del Santo Sepolcro[1].

Per quanto riguarda gli interventi conservativi recenti si segnala il restauro del parato lapideo effettuato nel 2010 (ditta esecutrice RAM Restauri Artistici e Monumentali) con parallelo intervento di manutenzione alla copia del Bacco (Nicola Salvioli)[1].

L'edificio è attualmente in parte sede del B&B Hotel Pitti Palace al Ponte Vecchio[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Terrazza alla sommità della torre

La ricostruzione della torre si svolse tenendo conto del “colpo d'occhio” dal Ponte Vecchio, armonizzando vecchio e nuovo con il ricorso, almeno su quel lato, al tradizionale filaretto in pietraforte a vista. La porzione su via Guicciardini fu invece progettata in forme manifestamente moderne e comunque cercando di evocare nel disegno delle masse il carattere del luogo. Il complesso lavoro di restauro della zona riuscì a “riprodurre la trama minuta dell'edilizia precedentemente esistente” e a “ricreare un ambiente con il quale le preesistenze potessero dialogare senza traumi”[3][5]. Infatti “già a quel tempo l'anomalia italiana presentava la tipica scissione tra intenzioni di stabilire un dialogo raffinato col patrimonio architettonico, come ci si aspetta da chi eredita una parte così rilevante dei beni culturali mondiali, e impossibilità di contenere le richieste dei proprietari delle aree”[3][6].

Fontana del Bacco[modifica | modifica wikitesto]

Fontana del Bacco
Lo stesso argomento in dettaglio: Fontana del Bacco.

Alla base della torre, su progetto dell'architetto Francesco Leoni, venne realizzata nel 1838 una nicchia, all'interno della quale fu posta un'antica vasca di marmo (già parte della base della scultura del Giambologna raffigurante Ercole e Nesso quando questa si trovava sul canto de' Carnesecchi) su uno zoccolo sporgente rispetto al filo del fronte ed elevata di tre gradini, ed un Bacco in bronzo dal cui basamento sgorgava attraverso una testa leonina l'acqua, in modo da costituire a tutti gli effetti una fontanella pubblica. La scultura era reputata allora di un allievo di Benvenuto Cellini e oggi riconosciuta come opera giovanile del Giambologna databile attorno al 1560[1].

La notte tra il 3 e il 4 agosto 1944 anche la fontana venne distrutta, sebbene la statua del Bacco si salvò essendo stata nel frattempo trasferita nei depositi della Soprintendenza, mentre andò perduta la vasca in marmo. Nel corso dei lavori di ricostruzione si provvide a ricreare una nicchia simile alla precedente che, nel 1958, con un finanziamento dell'Azienda di Turismo, tornò ad ospitare il Bacco e una diversa vasca, questa volta costituita da un sarcofago di epoca romana. Un'incisione nella nicchia ne ricorda la data e le circostanze della ricostruzione[1].

Nel 2006, dopo il suo restauro, la statua è stata collocata al Museo nazionale del Bargello e qui sostituita da un calco (Meridiana Restauri con fusione eseguita dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli di Firenze)[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Paolini.
  2. ^ Lara Mercanti e Giovanni Straffi, Le torri di Firenze
  3. ^ a b c Scheda su Regione Toscana, Architetture del Novecento, su web.rete.toscana.it.
  4. ^ Lisa Ariani, Il contributo alla ricostruzione del centro distrutto di Firenze, in AA.VV. (a cura di), Francesco Tiezzi architetto, Torrita di Siena, Ass. Culturale Villa Classica, 2009.
  5. ^ Lisa Ariani, cit., p. 46.
  6. ^ Benedetto Di Cristina "Dal dopoguerra alla grandi infrastrutture della città metropolitana" in I Fiorentini e il cambiamento, Semestrale della Camera di Commercio di Firenze, anno 45, n. 2, luglio/dicembre 2008, p. 54.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, p. 742, n. 372;
  • Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 239, n. 597;
  • Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, p. 217;
  • Emilio Bacciotti, Firenze illustrata nella sua storia, famiglie, monumenti, arti e scienze dalla sua origine fino ai nostri tempi, 3 voll., Firenze, Stabilimento Tipografico Mariani e Tipografia Cooperativa, 1879-1886, III, 1886, pp. 96-97;
  • Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 253;
  • L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, (1904) 1903, p. 71;
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 180;
  • L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, (1911) 1910, p. 116;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Italia Centrale, II, Firenze, Siena, Perugia, Assisi, Milano, Touring Club Italiano, 1922, p. 163;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, pp. 283-284, n. XXVIII;
  • La via borgo San Jacopo a Firenze. Almanacco storico illustrato per l'anno 1931, Firenze, Stamperia Giannini, 1930;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Firenze e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 1937, p. 281;
  • Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 180;
  • Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 305;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, p. 95;
  • Carlo Cresti, Luigi Zangheri, Architetti e ingegneri nella Firenze dell’Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978, p. 130;
  • Carlo Cresti, Le fontane di Firenze, Firenze, Bonechi, 1982, pp. 84-87;
  • Loris Macci, Valeria Orgera, Architettura e civiltà delle torri. Torri e famiglie nella Firenze medievale, Firenze, Edifir, 1994, pp. 185-189;
  • Francesco Vossilla, Storia di una fontana: il Bacco del Giambologna in Borgo San Jacopo, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florence, XXXVIII, 1994, 1, pp. 130-146;
  • Lara Mercanti, Giovanni Straffi, Le torri di Firenze e del suo territorio, Firenze, Alinea, 2003, pp. 156-157;
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 587;
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 444;
  • Fortunato Grimaldi, Le "case-torri" di Firenze, Edizioni Tassinari, Firenze 2005.
  • Luciano Artusi, Tante le acque che scorrevano a Firenze, itinarario tra i giochi d'acqua delle decorative fontane fiorentine, Semper, Firenze 2005.
  • Detlef Heikamp, Bacco, in Giambologna: gli dei, gli eroi. Genesi e fortuna di uno stile europeo nella scultura, catalogo della mostra (Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 2 marzo-15 giugno 2006) a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Dimitrios Zikos, Firenze-Milano, Giunti Editore, 2006, pp. 155-156, cat. 1;
  • Francesco Vossilla in Atlante del Barocco in Italia. Toscana / 1. Firenze e il Granducato. Province di Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, a cura di Mario Bevilacqua e Giuseppina Carla Romby, Roma, De Luca Editori d’Arte, 2007, p. 375;
  • Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Archivistica per la Toscana, Guida agli archivi di architetti e ingegneri del Novecento in Toscana, a cura di Elisabetta Insabato e Cecilia Ghelli, con la collaborazione di Cristina Sanguineti, Firenze, Edifir, 2007, pp. 365, 367;
  • Guido Morozzi, Relazione sui danni sofferti a causa della guerra dal patrimonio artistico monumentale di Firenze (1946), a cura di Claudio Paolini, Firenze, Polistampa, 2009, p. 74.
  • Lisa Ariani, Corrado Marcetti, Daniela Poli, Francesco Tiezzi architetto, Torrita di Siena, Fondazione Giovanni Michelucci e Associazione Culturale Villa Classica, 2009;
  • Pierluigi Di Baccio, La 'cattura ideologica della storia': il fascismo e l'immagine medieval-rinascimentale di Firenze, in Il ritorno all'ordine. 1938: l'immagine di Firenze per la visita del Führer, Firenze, Archivio Storico del Comune di Firenze, 2012.

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