Timira. Romanzo meticcio

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Timira. Romanzo meticcio
AutoreWu Ming 2, Antar Mohamed
1ª ed. originale2012
Genereromanzo
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneMogadiscio, Roma, Bologna, XX secolo.
ProtagonistiIsabella Marincola

Timira. Romanzo meticcio è un romanzo scritto da Wu Ming 2 e Antar Mohamed. Pubblicato nel 2012, il libro è incentrato sulla storia vera dell'italo-somala Isabella Marincola, madre di Mohamed e sorella del partigiano medaglia d'oro Giorgio Marincola. Nel testo si fondono memoria, invenzione letteraria, documenti d'archivio e approfondimenti storici frutto di un ampio lavoro di ricerca di cui è dato conto nella sezione conclusiva del libro. Il titolo deriva dal nome somalo utilizzato da Isabella Marincola, Timira Hassan[1].

Di Timira. Romanzo meticcio, come di tutte le opere del collettivo Wu Ming, è esplicitamente consentita la riproduzione totale o parziale e la diffusione per via telematica, purché non a scopo commerciale[2].

Trama e temi principali[modifica | modifica wikitesto]

Giorgio e Isabella Marincola nascono, rispettivamente nel 1923 e nel 1925, nell'allora Somalia italiana dalla relazione tra un soldato coloniale, Giuseppe Marincola, e una donna del posto. Il padre riconosce i figli e li porta in Italia perché crescano con lui e la moglie italiana. Muovendo da questa premessa, il romanzo racconta, in due percorsi cronologici che si alternano di capitolo in capitolo, da un lato la vita di Isabella Marincola in Italia e poi di nuovo in Somalia, e dall'altro la sua esperienza di profuga fuggita dal paese africano durante la guerra civile scoppiata nel 1991[4][5][6].

Gli avvenimenti narrati permettono agli autori di approfondire, a partire dal punto di osservazione di Isabella Marincola, molteplici tematiche, con particolare riferimento al rapporto dell'Italia con le proprie colonie prima e con le proprie ex-colonie poi, al razzismo, all'immigrazione, alla condizione di profugo, a quella di meticcio. L'analisi è contestualizzata nel corso del periodo che va dagli anni venti ai novanta, fino alla lettera intermittente di Wu Ming 2 ad Isabella Marincola, con cui il romanzo si apre e si chiude, che richiama le dinamiche internazionali della fine del primo decennio del XXI secolo, quando Isabella muore a Bologna[7][8].

Genesi del romanzo[modifica | modifica wikitesto]

I due autori si conoscono nella primavera del 2003 in una clinica per malattie mentali: Antar Mohamed fa l'educatore ed assiste un paziente che Wu Ming 2 va spesso a trovare. Antar consegna a Wu Ming 2 una cartellina contenente documentazione incentrata sulla figura di suo zio Giorgio Marincola. Dopo cinque anni, quando la storia del partigiano italo-somalo è raccontata nel libro Razza partigiana di Carlo Costa e Lorenzo Teodonio, Wu Ming 2 decide di dedicarsi all'esperienza «più lunga, più marginale, e altrettanto avventurosa» della sorella di Giorgio Marincola, Isabella[9].

Iniziano così frequenti incontri tra Wu Ming 2, Antar Mohamed ed Isabella Marincola, durante i quali la donna, ormai ultraottantenne, racconta la propria storia. Il lavoro viene portato avanti anche dopo la morte di Isabella (marzo 2010) ed il romanzo viene ultimato all'inizio del 2012[10].

Il progetto multiautore[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'idea degli autori e del collettivo Wu Ming, il romanzo è inserito nell'ambito di quello che è stato definito Progetto Transmediale Multiautore, fatto di «voci diverse che con mezzi diversi raccontano diversi pezzi – autonomi tra loro – di un comune universo narrativo». Di esso fanno parte, tra gli altri, il saggio di Costa e Teodonio Razza partigiana, l'omonimo spettacolo teatrale portato in scena da Wu Ming, Egle Sommacal, Stefano Pilia, Paul Pieretto e Federico Oppi, da cui è stato tratto il libro con cd audio Basta uno sparo. Storia di un partigiano italo somalo nella resistenza italiana, e il sito internet www.razzapartigiana.it, che funge da raccordo delle varie articolazioni del progetto[10].

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Titoli di coda, in Timira. Romanzo meticcio.
  2. ^ «Chiaramente, poiché pensiamo che la scrittura sia sempre collettiva, viene a cadere l'idea di proprietà intellettuale di uno scritto» (...) «Se qualcuno vuole fare i soldi con le storie che scriviamo ci deve pagare, se qualcuno vuole cambiarle o diffonderle gratuitamente lo può fare. Questa è la discriminante fondamentale». ( Wu Ming, Estratti dall'intervista-fiume di Wu Ming I alla rivista «Arranca» e al giornale «Jungle World», Berlino, in un parco del quartiere Kreuzberg, 13 ottobre 2001, in Giap!, Torino, Einaudi, 2003, pp. 235-236, ISBN 88-06-16559-3.)
  3. ^ Nel romanzo il nome della moglie di Giuseppe Marincola diventa Flora Virdis, e quelli dei loro due figli sono mutati in Ciro e Rosa.
  4. ^ Sonia Sabelli, Quale razza? Genere, classe e colore in Timira e L'ottava vibrazione, in Studi culturali, n. 2, anno X, agosto 2013. Il Mulino, Bologna.
  5. ^ Timira – romanzo meticcio, di Wu Ming2 e Antar Mohamed. L'undici, febbraio 2013.
  6. ^ Simone Brioni, Pratiche "meticce": Narrare il colonialismo italiano "a più mani", in Franca Sinopoli (a cura di), Postcoloniale italiano: Tra letteratura e storia, Latina, Novalogos, 2013, pp. 89-119.
  7. ^ Silvia Camillotti, Timira. Romanzo meticcio. Il gioco degli specchi. URL consultato in data 3 settembre 2013.
  8. ^ Timira «in blue» e il Mare chiuso. Preludio n.2. Giap, 26 marzo 2012.
  9. ^ Scheda su Timira Archiviato il 2 novembre 2013 in Internet Archive. in Giulio Einaudi Editore. URL consultato in data 3 settembre 2013.
  10. ^ a b Timira. Un romanzo meticcio e nove anni di parto – Preludio n.1. Giap, 8 febbraio 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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