Teutberga

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Teoberga)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Teutbèrga o Teoberga (... – prima dell'11 novembre 875) fu prima moglie di Lotario II e regina consorte di Lotaringia dall'855 all'860, poi di nuovo dall'865 all'869.

Figlia del conte del Vallese Bosone il Vecchio, capostipite della dinastia Bosonide e della moglie di cui non si conoscono né gli ascendenti né il nome (ma secondo alcuni storici si chiamava Engeltrude[1]). Teutberga era sorella dell'abate Uberto[2] (?-866), marchese della Borgogna Transgiurana e abate laico di San Maurizio d'Agauno e dell'Abbazia di Lobbes.

Nell'855, Teutberga, secondo gli Annales Lobienses, andò in sposa a Lotario II[2], figlio secondogenito del re d'Italia (822-850), poi Imperatore d'Occidente e re di Lotaringia (840-855), Lotario I[3] (795-† 855) e di Ermengarda di Tours[4] (?-† 851), figlia di Ugo di Tours, membro della famiglia degli Eticonidi, che vantavano la loro discendenza dai re merovingi. Lotario II, aveva sposato Teutberga su pressione del padre, Lotario I, per stringere legami di parentela con una delle più potenti famiglie del regno.
Molto probabilmente Lotario II, al momento del matrimonio, aveva già un'amante di nome Waldrada, che, secondo lo storico Baron Ernouf, era di nobile famiglia gallo-romana[5], il fratello, Thetgaud (Dietgold), era vescovo di Treviri e lo zio, Ghunter, era arcivescovo di Colonia[6], mentre, secondo gli Annales Novienses, era la sorella di Ghunter[7]. Secondo la Vita Sancti Deicoli, Waldrada era imparentata con Eberardo II, conte di Nordgau (comprendeva Strasburgo) della famiglia degli Eticonidi[8].

Sempre secondo Baron Ernouf, dopo poco tempo, Lotario si riaccostò all'amante (Waldrada) e, per liberarsi della moglie, l'accusò di incesto col proprio fratello, Uberto († 864), abate dell'abbazia di Saint Maurice-in-Valais, ma dopo che un campione della regina si era sottoposto al giudizio di Dio (l'ordalia dell'acqua bollente), Teoberga era stata dichiarata innocente e riammessa a corte[9].

Dato che Teoberga non riusciva a dargli degli eredi, allo scopo di poter sposare la sua concubina, Waldrada, e di legittimare Ugo, il figlio avuto da quest'ultima, Lotario cercò l'appoggio degli zii, Ludovico il Germanico, re dei Franchi Orientali[10] e Carlo, re dei Franchi occidentali[11], che glielo negarono, non gradendo che l'erede che Waldrada, aveva dato a Lotario II venisse legittimato[12].

Ancora una volta, nell'858, Teoberga era stata allontanata dalla corte, ma il fratello, Uberto, l'abate di Saint Maurice de Valais, non gradì e, prese le armi, impose a Lotario di riprendersi la sorella.

Nel febbraio 860, Lotario convocò un concilio ad Aquisgrana (o Aix-la-Chapelle), dove di fronte ai vescovi di Lotaringia, la regina Teoberga confessò le sue colpe e fu condannata, per cui fu chiusa in un monastero, ma il sinodo non si pronunciò sulla possibilità dim Lotario II di poter contrarre un secondo matrimonio.
Teoberga, riuscì a fuggire dal monastero in cui era stata chiusa[13] e raggiunse il fratello Uberto.
Nel frattempo, il vescovo di Reims, Incmaro aveva composto un voluminoso trattato, il De divorcio Lotharii et Teulbergae, in cui attaccò, da un punto di vista morale e legale, la condanna della regina pronunciata nel sinodo di Aix-la-Chapelle, che riuscì a coinvolgere nella contesa il re Carlo il Calvo, che diede rifugio a Teoberga ed a suo fratello, Uberto[13] che aveva dovuto abbandonare il Vallese e la Lotaringia.
Infatti Uberto, dopo l'858, nell'alta valle del Rodano, si era dato al brigantaggio, resistendo anche ad una spedizione inviatagli contro dal re di Lorena, Lotario, che si era dovuto rivolgere a suo fratello, l'Imperatore, Ludovico, cedendogli, nell'859, le diocesi di Ginevra, Losanna e Sion, per poter fermare Uberto.

Nell'861, secondo la Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, Lotario aveva ripudiato Teoberga, con l'approvazione del conte Bosone[14], senza specificare se fosse il fratello, Bosone (820/5-874/8), conte del Vallese o il nipote, Bosone V di Vienne o di Arles (ca. 844-887).
Nell'862, con l'appoggio del fratello Ludovico II e dello zio Ludovico il Germanico, Lotario II convocò un secondo concilio ad Aquisgrana, dove il sinodo dei vescovi annullò il matrimonio con Teoberga, per cui Lotario fu finalmente libero di sposare Waldrada[15]. Secondo l'Herimanni Augiensis Chronicon, il matrimonio fu celebrato nello stesso anno (862), dopo che il legame con Teoberga era stato sciolto, col favore del vescovo di Treviri, Thetgaud (Dietgold), e dell'arcivescovo di Colonia, Ghunter[16], rispettivamente fratello, e zio di Waldrada.
Teoberga, con l'appoggio di Carlo il Calvo e del vescovo di Reims, Incmaro, si appellò al papa Nicola I, perché annullasse il matrimonio; nello stesso tempo anche Lotario si appellava al papa, perché lo riconoscesse valido. In quel periodo, Carlo il Calvo ebbe un incontro col fratello Ludovico il Germanico, nei pressi di Toul, ed ai vescovi di Lotaringia che rappresentavano Lotario, dichiarò che non avrebbe più avuto rapporti col nipote sino a quando non avesse ripreso con sé Teoberga[17].
Il suo ex marito, Lotario II, in quello stesso anno, aveva accolto nel suo regno[17] la figlia di Carlo il Calvo, Giuditta (844870), che, secondo gli Annales Bertiniani, contro il volere del padre, era fuggita con il conte, Baldovino I delle Fiandre[18]. Teoberga in questa occasione non mancò di dare il suo supporto a Giuditta (Giuditta e il marito furono poi accolti alla sua corte, di Carlo il Calvo[19]) e anche a sua cognata, Engeltrude d'Orleans[20], colpita da anatema per aver abbandonato il marito[21].

Nell'863, per volere del papa, fu convocato, a Metz, un sinodo di vescovi Franchi[22] nel quale si confermò la validità del matrimonio tra Lotario e Waldrada, basandosi su un preteso matrimonio tra Lotario e Waldrada, precedente all'unione di Lotario con Teoberga.
Ma l'abate Uberto, fratello di Teoberga, intervenne presso il Papa Nicola I che, venuto a conoscenza di ciò che era accaduto al sinodo, sconfessò i suoi legati e annullò le decisioni prese a Metz.
Allora Lotario fu abbandonato sia dal fratello, l'imperatore Ludovico, che dallo zio Ludovico il Germanico, che si riavvicinò al fratello Carlo il Calvo e i due, nell'865, si incontrarono a Tusey, nei pressi di Vaucouleurs, dove progettarono la spartizione del regno di Lotario, che spaventato si appellò al papa dichiarandosi disposto ad accettare ogni sua decisione.
Lotario, in cambio della garanzia che gli zii avrebbero rispettato l'integrità dei suoi domini, dovette richiamare nuovamente a corte Teoberga, che rientrò in Lotaringia accompagnata dal legato papale, Arsenio, che il 15 agosto 865 officiò una messa solenne di fronte alla coppia reale, che fu investita delle insegne della sovranità.
Waldrada, essendo state dichiarate nulle le sue nozze, fu costretta a partire per Roma, con Arsenio, dove doveva discolparsi di fronte al papa, ma giunta a Pavia, elusa la sorveglianza del legato papale, rientrò in Lotaringia, dove rimase nonostante la scomunica (865) del papa. Secondo il Folcuini Gesta Abbatum Lobiensium, in quell'occasione fu scomunicato anche Lotario[3].

Il papa Nicola I morì il 13 novembre 867 ed il nuovo papa Adriano II, si mostrò più conciliante con Lotario e liberò immediatamente dalla scomunica Waldrada, che nel frattempo si era ritirate nel convento di Remiremont[8]. Allora Teoberga, stanca della situazione si disse disposta ad autoaccusarsi di fronte al papa, ma Adriano II rifiutò di riceverla, convinto della sua innocenza.
Alla luce di questa nuova situazione, il papa, nell'869, accettò di ricevere Lotario che, sperando nella comprensione di Adriano II, dopo aver visitato il fratello Ludovico, a Benevento, che gli promise il suo sostegno, si recò a Roma. Sembra che il Papa a Lotario abbia dato una risposta positiva[23], che Waldrada non poté conoscere in quanto, in quell'anno, morì.
Sulla strada del ritorno da Roma, l'8 agosto 869, anche Lotario II[24], morì nei pressi di Piacenza. I figli di Lotario e Waldrada furono dichiarati bastardi e mentre gli zii Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo, che avevano parecchi sostenitori tra la nobiltà della Lotaringia, spodestando il legittimo erede, l'imperatore, Ludovico II, fratello di Lotario II, si impossessarono dei domini del nipote e, l'anno seguente, sancirono la spartizione col Trattato di Meerssen.

Sempre, nell'869, essendo morta la regina dei Franchi occidentali, Ermentrude d'Orléans, Teoberga fu coinvolta dal nipote, Bosone V di Vienne o di Arles, affinché la nipote, Richilde delle Ardenne (845-910, sorella di Bosone), raggiungesse subito il vedovo, Carlo il Calvo, per diventarne la concubina[25].

Rimasta vedova, Teuberga si ritirò nell'abbazia di Sainte-Glossinde, a Metz, divenendone badessa[26].

Teoberga morì nel corso dell'875, lasciando disposizioni testamentarie[26].

Teoberga a Lotario non diede alcun figlio e non si conoscono altri figli[27].

  1. ^ (EN) #ES Genealogia dei Bosonidi, Boson "l'Ancien"
  2. ^ a b (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I: Annales Lobienses, anno 855, pag. 232 Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  3. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus IV: Folcuini Gesta Abbatum Lobiensium, par 13, Pag 61 Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  4. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus I: Reginonis Chronicon , anno 851, Pag 568 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  5. ^ (FR) Histoire de Waldrade, de Lother II et de leurs descendants, pag. 3
  6. ^ (FR) Histoire de Waldrade, de Lother II et de leurs descendants, pag. 5
  7. ^ (LA) Veterum Scriptorum: Annales Novienses, colonna 537
  8. ^ a b (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus XV.2, Vita Sancti Deicoli, pag 679 Archiviato il 15 agosto 2016 in Internet Archive.
  9. ^ (FR) Histoire de Waldrade, de Lother II et de leurs descendants, pagg. 3, 4, 5
  10. ^ Lotario aveva stabilito stretti rapporti con lo zio Ludovico il Germanico dopo l'incontro di Coblenza, del febbraio dell'857.
  11. ^ Lotario si era da poco incontrato a San Quintino con lo zio Carlo il Calvo dove aveva riconfermato l'alleanza che lo zio aveva concluso con suo padre, Lotario I, l'imperatore.
  12. ^ I fratelli di Lotario, l'imperatore Ludovico II, non aveva ancora eredi ed era molto impegnato in Italia, mentre Carlo, epilettico e malato era prossimo alla morte, per cui gli zii ambivano ad ereditare i domini di Lotario II.
  13. ^ a b (LA) Annales Bertiniani II, anno 860, Pag 103
  14. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus XXIII, Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, pag 737 Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  15. ^ (LA) Annales Bertiniani III, anno 862, Pag 115, nota b
  16. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus V, Herimanni Augiensis Chronicon, pag 105 Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  17. ^ a b (LA) Annales Bertiniani III, anno 862, Pag 116
  18. ^ (LA) Annales Bertiniani anno 862, pag 109
  19. ^ (LA) Annales Bertiniani anno 863, pag 126
  20. ^ (LA) Annales Bertiniani anno 863, pag 116
  21. ^ (EN) Monumenta Germaniae Historica, tomus I: Annaliun Fuldentium Pars Tertia, pag. 376 Archiviato il 10 marzo 2016 in Internet Archive.
  22. ^ I vescovi dovevano venire dalla Lotaringia, dalla Provenza, dal regno dei Franchi occidentali e da quello dei franchi orientali, ma i legati papali furono corrotti e convocarono solo vescovi lotaringi e pochi altri.
  23. ^ Il papa Adriano II promise a Lotario un nuovo concilio che avrebbe preso in considerazione il suo matrimonio con Waldrada
  24. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus XIII: Annales Necrologi Prumienses, Pag 219 Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  25. ^ (LA) Annales de Saint-Bertin III , Pag 200
  26. ^ a b (EN) Foundation for Medieval Genealogy :Nobiltà provenzale - TEUTBERGA
  27. ^ (EN) Foundation for Medieval Genealogy :LOTHARINGIA - TEUTBERGA (LOTHAIRE 835)

Fonti primarie

[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica

[modifica | modifica wikitesto]
  • F. Dvornik, Costantinopoli e Roma, in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1979, pp. 516–557
  • René Poupardin, I regni carolingi (840-918), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1979, pp. 583–635
  • (FR) archive.org, https://archive.org/stream/histoiredewaldra00ernouoft#page/n8/mode/1up. URL consultato il Baron Ernouf (1858) Histoire de Waldrade, de Lother II et de leurs descendants (Paris).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN34379664 · ISNI (EN0000 0000 5298 9464 · CERL cnp00564103 · LCCN (ENnr99032959 · GND (DE121263525 · J9U (ENHE987007334142605171