Storia di Trento

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Voce principale: Trento.
Vista del centro storico di Trento e del Castello del Buonconsiglio
Gonfalone di Trento

La storia di Trento affonda le sue radici nel Neolitico, con i primi insediamenti umani sul colle San Martino. Testimonianze di questo passato millenario si rinvengono nei resti archeologici disseminati in città e nel suo sottosuolo, raccontando storie di Reto-Celti, Romani e Longobardi. Fu soprattutto durante la dominazione romana che Trento, allora "Tridentum" divenne un importante municipium lungo la Via Claudia Augusta.

Nel Basso Medioevo Trento divenne sede di un Principato Vescovile, che governò la città per quasi otto secoli. Sotto il vescovato, Trento visse un'epoca di grande sviluppo economico e culturale, diventando un centro di riferimento religioso e politico. Il massimo evento avvenuto in questo periodo fù il Concilio di Trento (1545-1563), che segnò la risposta della Chiesa cattolica alla Riforma protestante e lasciò un'impronta indelebile sulla storia della città. Dopo il Principato Vescovile, Trento passò sotto il dominio asburgico, alternando periodi di assoggettamento a fasi di autonomia. Dopo un breve periodo di dominio napoleonico ed il ritorno all'Impero austro-ungarico, Trento venne annessa al Regno d'Italia al termine della Prima Guerra Mondiale.

Le popolazioni della Gallia Cisalpina

La civiltà retica aveva come epicentro l'attuale Trentino o comunque in generale tutto il Tirolo storico, sviluppandosi in tutta l'area prealpina veneta (Veronese, Vicentino, Trevigiano), nel Feltrino e nel Bellunese e infine allargandosi al di là delle Alpi fino all'Engadina nel Canton Grigioni in Svizzera, dove è localizzata Curia Raetorum (l'odierna Coira), allo Steinberg nel Tirolo nord-orientale, e alla Germania meridionale a sud del Danubio. I reti potrebbero aver colonizzato parte della valle dell'Adige per sfruttare le risorse del territorio, facendo risalire l'origine di Trento proprio alla popolazione celtica.[1]

Trento Romana

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Con l'espansione romana, intorno al I secolo a.C. la città venne fondata come castrum con il nome "Tridentum" con lo scopo di controllare le vie commerciali e militari che attraversavano le Alpi. Questo insediamento si sviluppò strategicamente lungo la valle dell'Adige nel I secolo a.C., e successivamente acquisì importanza come municipium tra il 50 e il 40 a.C., durante il periodo augusteo dell'Impero Romano.

Mappa di Tridentum

Tridentum crebbe secondo i principi urbanistici romani, con una pianta quadrangolare delimitata da mura e fossati. Le strade cittadine si svilupparono in modo ordinato, seguendo il disegno del cardo e del decumano, e furono dotate di infrastrutture significative per un centro romano di rilievo. Tra queste infrastrutture vi erano il foro, situato sotto l'attuale Chiesa di Santa Maria Maggiore secondo studi recenti, un Anfiteatro (oggi Piazzetta Anfiteatro), delle terme, un porto fluviale, un acquedotto che forniva acqua dalle colline orientali, e una necropoli per le sepolture fuori dalle mura della città. Ville e altre infrastrutture si estendevano anche al di fuori delle mura cittadine. Trento occupava una posizione strategica cruciale come snodo viario, grazie alla presenza della Via Claudia Augusta e delle sue diramazioni che collegavano la città con il nord Italia e le province danubiane dell'Impero Romano. Questo conferì a Trento un ruolo significativo non solo dal punto di vista commerciale, ma anche militare ed economico, mantenendo la sua importanza anche durante i periodi di turbolenza politica e la decadenza dell'Impero Romano nel IV e V secolo.[2]

Strada Romana conservata presso il Museo del Sas

Oggi, numerosi siti archeologici testimoniano l'eredità romana di Trento, tra cui la basilica paleocristiana di San Vigilio sotto la cattedrale, la basilica paleocristiana del Doss Trento, lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas sotto piazza Cesare Battisti, la Villa romana di Orfeo in piazza Santa Maria Maggiore e la Porta Veronensis presso il Museo Diocesano. Questi resti rappresentano una testimonianza tangibile della storia millenaria della città, che unisce l'antica eredità romana con la sua ricca storia medievale e moderna.[3]

Trento nel Medioevo

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Periodo Diocesano

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Nel IV secolo d.C., Trento ebbe un importante sviluppo ecclesiastico con l'istituzione della cattedra vescovile, affidata al primo vescovo di cui si conosce il nome, Giovino (o Iovinus). Questo evento segnò un passaggio significativo per la città, poiché il vescovo non solo perseguì la diffusione del cristianesimo nella regione, ma svolse anche un ruolo cruciale nell'assicurare unità e stabilità contro le continue incursioni straniere.

Il castello del Buonconsiglio

Il terzo vescovo di Trento, successore di Giovino e Abbondanzio, fu Vigilio, un patrizio romano. Vigilio accelerò l'evangelizzazione del Trentino e stabilì forti legami con la Chiesa milanese, di cui Trento era inizialmente suffraganea. Egli divenne una figura di grande rilevanza per la Chiesa tridentina, anticipando il ruolo influente che la Chiesa locale avrebbe assunto nei secoli successivi, incluso il controllo su aspetti secolari.[4]

Nel VI secolo, Trento subì l'occupazione dei Goti guidati da Teodorico. Secondo Cassiodoro, re dei Goti, invitò la città veneta di Feltre a collaborare per la costruzione di un nuovo centro urbano nella Bassa Valsugana, sebbene questo progetto non venisse realizzato. Questo episodio è rimasto nella tradizione popolare di Trento, come evidenziato dalla Disfida dei Ciusi e Gobj durante le Feste Vigiliane, commemorando un conflitto territoriale risolto dai trentini contro i feltrini.[5]

Emblema del Sacro Romano Impero

Intorno al 568-569, Trento cadde sotto il dominio dei Longobardi. Successivamente, l'area fu teatro di conflitti tra Franchi e Longobardi, con il vescovo Agnello (577-591) che svolse un ruolo chiave nella promozione della pace e nel riscatto dei prigionieri dai Franchi. Questo periodo vide l'organizzazione di un Ducato di frontiera con capitale a Trento, retto inizialmente dal duca Evino († 595), che stabilì l'influenza del territorium tridentinum, comprendente anche Bolzano fino a Merano.

Nel 982, Trento fu inglobata nel Sacro Romano Impero da parte degli Ottoni. Questo evento segnò un'altra fase importante nella storia della città, sottolineando la sua posizione strategica e il suo ruolo politico nell'Impero.

Il Principato vescovile di Trento

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Nel 1027 (o 1004), l'imperatore del Sacro Romano Impero Corrado II istituì il Principato vescovile di Trento, un'entità politica che avrebbe dominato la storia della città per oltre otto secoli. Questo principato era collegato alla Contea del Tirolo attraverso la Foederatio Tyrolensis, sebbene alcune aree, come il Bozner Unterland nell'attuale Alto Adige, rimasero oggetto di disputa con i Conti del Tirolo, advocate del vescovo.[6]

Il principato all'interno del Sacro Romano Impero

Durante il XII e XIII secolo, Trento fiorì come centro minerario, particolarmente per l'estrazione dell'argento dal Monte Calisio, tanto che il principe vescovo Federico Vanga emanò il primo statuto minerario dell'arco alpino. La città giocò anche un ruolo significativo nell'area atesina, diffondendo gli elementi statutari comunali fino a Bolzano.

Nel 1407, i cittadini guidati da Rodolfo Belenzani si ribellarono contro l'oppressione del principe vescovo Giorgio di Liechtenstein, governando autonomamente Trento per alcuni anni. Trento divenne famosa globalmente durante il Concilio di Trento (1545-1563), che segnò l'inizio della Controriforma. Il XVI secolo fu un'epoca di grande splendore per la città, sotto la guida dei cardinali Bernardo Clesio e Cristoforo Madruzzo, importanti mecenati che trasformarono l'urbanistica di Trento secondo i principi rinascimentali.[7]

Mappa dei Vescovati

Durante il medioevo, Trento mantenne la sua importanza strategica grazie alla sua posizione fortificata lungo la via Nord-Sud, frequentata da re e imperatori in transito, e grazie alla strenua difesa della sua autonomia. La città contava una popolazione modesta, inferiore a 10.000 abitanti per tutto il medioevo, ma la sua posizione geopolitica la rendeva un nodo cruciale.

Nel XV secolo, Trento ospitava una comunità di lingua tedesca, che costituiva circa il 5-6% della popolazione totale della città. Questa comunità contribuì alla diversità culturale di Trento fino al XVIII secolo.[8]

Epoca Contemporanea

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Diciannovesimo secolo

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Napoleone soppressa il Principato vescovile di Trento nel 1803, ponendo fine a secoli di governo ecclesiastico indipendente. Durante l'occupazione napoleonica e bavarese fino al 1809, i patrioti trentino-tirolesi, guidati da Andreas Hofer, condussero una guerriglia contro l'esercito franco-bavarese, senza ottenere il supporto promesso dall'Impero asburgico. Hofer, dopo aver subito una sconfitta decisiva nella battaglia al Bergisel di Innsbruck, fu giustiziato a Mantova nel 1810.[9]

L'Europa dopo il Congresso di Vienna

Dopo l'era napoleonica, nel 1815, Trento e la sua provincia furono incorporate nella Contea del Tirolo all'interno dell'Impero asburgico, secondo le disposizioni del Congresso di Vienna. Il governo del Principato vescovile, abolito da Napoleone, non fu ripristinato, sebbene il vescovo di Trento mantenesse il titolo formale di principe e "Sua Altezza" fino al 1953, quando Papa Pio XII abolì tutti i titoli nobiliari degli ecclesiastici.

Durante il XIX secolo, Trento subì importanti trasformazioni. La costruzione della Ferrovia del Brennero nel 1864, che collegava Venezia a Vienna passando per Trento, e la ferrovia della Valsugana furono cruciali per lo sviluppo economico della regione. Altri sviluppi includono la ferrovia Trento-Malé e modifiche al corso del fiume Adige per migliorare le infrastrutture ferroviarie.[10]

Pianta di Trento al 1869

Dal 1870, a Trento emersero movimenti politici irredentisti che difendevano l'italianità della città contro i tentativi di germanizzazione promossi dai nazionalisti del Tirolo tedesco. Nonostante questo clima di tensioni nazionalistiche, la maggioranza della popolazione, soprattutto rurale, rimase fedele all'Impero asburgico, anche se desiderava maggiore autonomia locale.

In sintesi, il XIX secolo rappresentò un periodo di significative trasformazioni e dibattiti identitari per Trento, segnato dalla fine del Principato vescovile e dall'inserimento nell'Impero asburgico, fino agli sviluppi politici che portarono alla prima guerra mondiale e alla successiva annessione al Regno d'Italia nel 1919.

Guerre Mondiali

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Durante la prima guerra mondiale, Trento fu designata come città fortezza e divenne un importante baluardo del fronte meridionale austro-ungarico. Circa 60.000 trentini furono arruolati nell'esercito imperiale e regio austro-ungarico, combattendo principalmente nei reggimenti Kaiserjäger e Landesschützen. Migliaia di soldati trentini persero la vita durante il conflitto, con circa 11.000 caduti in tutta la provincia, di cui 1.000 provenienti direttamente da Trento. Circa 900 trentini, di cui 710 cittadini austriaci, si arruolarono volontariamente nel Regio Esercito.[11]

L'entrata delle truppe italiane a Trento

La città di Trento era difesa da una serie di forti, molti dei quali sono ancora oggi visitabili. Nel corso del 1915, la fortezza di Trento divenne la sede del quartier generale austro-ungarico per il fronte meridionale, con le montagne circostanti che ospitavano molte strutture difensive tra le più potenti del fronte italiano, progettate principalmente dal maggior generale Franz von Steinhart.

La fine della guerra portò a Trento e nella sua provincia profonde tragedie, inclusa l'evacuazione della maggior parte della popolazione civile. Questo evento, unito alla vicinanza di molti residenti alla precedente amministrazione austriaca, ha sollevato interrogativi sulla genuinità delle celebrazioni popolari che accolsero l'arrivo delle truppe italiane il 4 novembre 1918. Con il Trattato di Saint Germain, Trento e l'intera contea tirolese a sud dello spartiacque alpino furono assegnate all'Italia alla fine della guerra.

Il Ponte di San Lorenzo dopo i bombardamenti alleati del 1943

Durante il periodo fascista, Trento perse l'autonomia che aveva goduto per secoli. Nel 1923, il consiglio comunale di Trento fu sciolto dopo le dimissioni del sindaco Giovanni Peterlongo, e la città perse il proprio statuto di autonomia fino alla fine della seconda guerra mondiale. Durante il conflitto, Trento fu pesantemente bombardata dagli Alleati tra il 1943 e il 1945, subendo circa 80 incursioni che causarono significativi danni e vittime, inclusa la tragica strage della Portela nel settembre 1943, che provocò circa 200 morti.

La storia di Trento nel XX secolo rimase strettamente legata a quella della provincia e della regione, culminando con l'attribuzione di un'ampia autonomia attraverso le modifiche statutarie del 1971 e successive normative, che divisero i poteri tra le due province autonome di Trento e Bolzano.


  1. ^ I reti, su cultura.trentino.it.
  2. ^ Trento archeologica, su grandhoteltrento.com.
  3. ^ Tridentum: la città sotterranea, su cultura.trentino.it.
  4. ^ Dall'antichità al concilio, su officinadellautonomia.it.
  5. ^ Disfida Ciusi Gobj, su prolocotrento.it.
  6. ^ Il principato vescovile di Trento, su comunitadellegiudicarie.it.
  7. ^ Antichi regimi, su archiviodistatotrento.cultura.gov.it.
  8. ^ Comunità tedesche (PDF), su museocivico.rovereto.tn.it.
  9. ^ Napoleone e il Trentino, su ildolomiti.it.
  10. ^ Trentino sotto la sovranità asburgica, su cultura.trentino.it.
  11. ^ Censimento volontari irredenti (PDF), su museodellaguerra.it (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2016).

Voci correlate

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