Stemma di Maiori
Stemma di Maiori | |
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Lo stemma della città di Maiori è costituito da uno scudo sannitico di sfondo azzurro, timbrato da una corona turrita da città d'Italia, dove sono rappresentate una corona a cinque punte che sovrasta una pianta di maggiorana. Adornano lo scudo un ramo d'alloro ed uno di quercia sostenuti da un nastro tricolore.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dalla sua fondazione Maiori si è fregiata di almeno cinque stemmi:
Primo stemma
[modifica | modifica wikitesto]«Di ... alla pianta di maggiorana di ..., sormontata da una corona di ...»
Il primo stemma civico di cui si ha notizia risale al XVII secolo. Ancora visibile su due delle sculture di piperno realizzate alla base di un antico arco conservato nella Piazza del Sedile, fu adottato ufficialmente in seguito al conferimento del titolo di Città Regia rilasciato dal Re di Spagna Filippo IV d'Asburgo nel 1662. Dai residui di blasonatura pervenutici si può evincere che almeno in parte lo stemma fosse formato da uno scudo che riportava una pianta di maggiorana (nome scientifico Origanum majorana), che richiama il nome di Maiori (anticamente Reginna Major), sormontata da una corona non meglio identificata[1].
Secondo stemma
[modifica | modifica wikitesto]Il secondo stemma di cui si ha notizia risale al secolo successivo, come si evince da dei sigilli a secco ritrovati successivamente dagli storici, da atti preliminari del catasto o da una raccolta di stemmi comunali redatta nel 1818. Similmente al precedente reca all'interno del suo scudo azzurro un vaso d'oro dal quale nasce una pianta di maggiorana sovrastata da una corona a cinque punte[1].
Terzo stemma
[modifica | modifica wikitesto]«Majorana il titolo: lo stemma, un testo di persa, da cui un'aquila in volo ha spiccato, ed estolle in becco un fasciolo»
«D'azzurro, al vaso d'oro, dal quale esce una pianta di maggiorana al naturale, piantato su una campagna di verde e sormontato da un'aquila al naturale, con la testa rivolta a destra e tenente nel becco un rametto di maggiorana e accompagnata nel capo da cinque stelle d'argento disposte 2-1-2. Lo stemma cimato da una corona antica di nobile»
Questo stemma successivo richiama i precedenti per la presenza della corona e della maggiorana ma presenta novità come le cinque stelle, che simboleggiano le cinque frazioni di Maiori (Erchie, San Pietro, Santa Maria delle Grazie, Vecite, Ponteprimario), e come l'aquila, che con molta probabilità si riferisce ad una poiana comune, pennuto tipico della zona[1].
Quarto stemma
[modifica | modifica wikitesto]«Scudo inquartato e sormontato da corona per il titolo di comune. Nel primo quarto a sinistra su sfondo d'oro, un castello al naturale posto su di un monte di colore verde. Nel secondo a destra su sfondo azzurro una scimitarra al naturale, posta in banda, con impugnatura in basso. Nel terzo su sfondo azzurro, un cavalluccio marino al naturale. Nel quarto a destra, su sfondo d'oro, una ruota di mulino al naturale»
Il quarto stemma, significativamente più recente dei precedenti, sostituì il predecessore dopo l'alluvione del 25 ottobre 1954 per volontà del sindaco, appena entrato in carica, Franco Ulderico Forcellino[2], maestro della scuola di pittori di Maiori I Costaioli[1].
Questo stemma, completamente distante dai precedenti, consiste in uno scudo inglese inquartato, timbrato da una corona muraria da comune, dove per ogni campo si vuole rappresentare un diverso aspetto della storia maiorese: nel primo campo è presente un castello, posto su di un monte, al naturale, (rappresenta la capacità difensiva della città), nel secondo campo è invece presente, su sfondo azzurro, una scimitarra al naturale raffigurata come se fosse la banda del suo campo, posta con il manico verso il basso (rappresenta la lotta contro i saraceni), il terzo campo presenta, sempre su sfondo azzurro, un ippocampo al naturale che volge lo sguardo verso sinistra mentre il quarto ed ultimo campo presenta, su sfondo oro, una ruota di mulino al naturale (entrambi i simboli rappresentano l'impegno marittimo dell'economia locale).
Durante il periodo di utilizzo di questo stemma, il gonfalone del comune era blasonato come "drappo partito di rosso e d'azzurro riccamente ornato di ricami d'argento"[3].
Quinto stemma
[modifica | modifica wikitesto]L'odierno stemma di Maiori, adottato ufficialmente con decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 27 ottobre 2015,[4] è stato progettato e miniato nel 2014 dallo storico-araldista Maurizio Ulino, incaricato dalla giunta del sindaco Antonio Della Pietra[5][2], in seguito alle azioni del governo cittadino volte a far riottenere a Maiori lo status di Città d'Italia, perso con la caduta della monarchia nel Paese[6]; Il suo blasone ufficiale è:
«d’azzurro, alla pianticella di maggiorana, sradicata, con nove rametti disposti a ventaglio, di verde, cimata dalla corona formata dal cerchio gemmato con due cordonate lisce sui margini, sostenente cinque gigli visibili alternati a quattro basse punte visibili, il tutto d'oro. Ornamenti esteriori da Città.[7]»
Lo stemma rappresenta un ritorno alle origini[2]; riprende infatti i temi fondamentali degli stemmi più antichi della città, ossia il ricorrente sfondo azzurro, la pianta di maggiorana (spezia molto ricercata nel Medioevo e coltivata nell'agro di Maiori[8][2]), e la corona a cinque punte.
Con lo stesso decreto è stato concesso il gonfalone civico:
«drappo di giallo con la bordatura di azzurro.[7]»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Gli stemmi della Città di Maiori, su comune.maiori.sa.it. URL consultato il 3 ottobre 2016.
- ^ a b c d La Città di Maiori riscopre la maggiorana e si riappropria del suo antico stemma civico /FOTO, su ilvescovado.it, 24 marzo 2016. URL consultato il 3 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016).
- ^ Stemma Comune di Maiori, su comuni-italiani.it. URL consultato il 3 ottobre 2016.
- ^ Emblemi concessi dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nell'anno 2015, su Governo Italiano, Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio Onorificenze e Araldica. URL consultato il 09/08/2017.
- ^ Atto Deliberativo n. 16 del 23/01/2014
- ^ Antonino, Positano News - Riconoscimento a Maiori del titolo di Città. L'intervento del sindaco Antonio Capone, su positanonews.it. URL consultato il 3 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2016).
- ^ a b Emblema della Città di Maiori (Salerno), su Governo Italiano, Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio Onorificenze e Araldica. URL consultato il 9 agosto 2017.
- ^ Maiori elevata al titolo di Città, ora si attende rielaborazione dello stemma civico, su ilvescovado.it, 25 giugno 2015. URL consultato il 3 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Matteo Camera, Memorie storico diplomatiche di Amalfi, Salerno, 1876
- Antonio Guerritore, Gli stemmi civici dell'antica repubblica amalfitana, Roma, Collegio Araldico, 1920.
- Filippo Cerasuoli, Scrutazioni storiche, archeologiche, topografiche della vetusta città di Maiori, 1876.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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