Brutalismo: differenze tra le versioni
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Versione delle 10:36, 20 ago 2017
Con la parola Brutalismo si definisce una corrente architettonica vista come il superamento del Movimento Moderno in architettura.
Storia
Il termine nacque nel 1954 nel Regno Unito (Brutalism) e deriva dal béton brut di Le Corbusier, che caratterizza l'"Unité d'Habitation" (1950) di Marsiglia, ed in particolare da una frase presente nel suo Verso una architettura del 1923: «L'architecture, c'est, avec des matières bruts, établir des rapports émouvantes»[1].
Il béton brut
Il Brutalismo impiega molto spesso la rudezza del cemento a vista (in francese béton brut), le cui forme plastiche, lavorate e plasmate nei particolari come nei pilotis o nei camini dell'"Unité d'Habitation", evidenziano con forza espressiva la struttura. I volumi delle membrature risultano accentuati, robusti e forma e materiale si modellano nello spazio e si uniscono in un linguaggio di vigore architettonico[non chiaro].
A queste forme di espressione architettonica, ritenute da molti innovative, si sono ispirati dapprima in Inghilterra Alison e Peter Smithson, James Frazer Stirling autore della Facoltà di Storia dell'Università di Cambridge (1968). Negli Stati Uniti d'America Paul Rudolph (allievo di Walter Gropius ad Harvard), progetta nel (1963) la Scuola d'Arte e d'Architettura di Yale, New Haven.
In Giappone Kenzō Tange con il suo Gruppo Metabolism lavora nelle sue opere il cemento grezzo con particolare tensione emotiva[non chiaro].
L'architetto argentino Clorindo Testa, di origini napoletane, è autore di due delle opere più significative del panorama brutalista internazionale; entrambe a Buenos Aires, la sede della Banca di Londra e la Biblioteca nazionale.
Architettura brutalista in Italia
In Italia diversi architetti hanno tratto dal brutalismo opere importanti come la Torre Velasca a Milano del Gruppo BBPR (1956-1958), che evidenzia fortemente le nervature della struttura, che salgono, modulano la forma architettonica, accentuandosi prospetticamente nei puntoni dello sbalzo. Altre opere da citare sono l'Istituto Marchiondi a Milano di Vittoriano Viganò (1957), il cui plastico è esposto al MoMA di New York. Altra importante e straordinaria struttura appartenente alla corrente brutalista è l'affascinante e misteriosa "Casa Sperimentale", opera futurista dell'architetto Giuseppe Perugini progettata e realizzata alla fine degli anni '60 nei pressi del litorale di Fregene (Roma) in collaborazione con suo figlio Raynaldo Perugini e sua moglie Uga De Plaisant. Da citare anche alcuni progetti di Leonardo Ricci come l'Auditorium di Riesi del 1963 e le abitazioni del quartiere Sorgane a Firenze del 1966 e i 246 edifici per 870 unità abitative del quartiere Matteotti a Terni di Giancarlo De Carlo (1971-74). Notevole la travolgente plasticità del cemento armato a faccia nella Chiesa dell'Autostrada del Sole (1964) e nella struttura della Banca di Val d'Elsa di Giovanni Michelucci (1977), dove si leggono chiaramente i segni del linguaggio brutalista. Anche il Palacultura di Messina, completato nel 2009, è entrato di diritto a far parte degli esempi di questo stile architettonico in Italia.
Edifici
- Convento di Santa Maria de La Tourette, Éveux, (Francia), 1959, Le Corbusier
- Istituto statale di istruzione superiore Cipriano Facchinetti, Castellanza, (Italia), 1965, Enrico Castiglioni e Carlo Fontana
- Boston City Hall, Boston
- GioiaOtto, Milano, Marco Zanuso
- Casa Sperimentale , Fregene, 1969, Giuseppe Perugini
- Royal National Theatre, Londra
- Birmingham Central Library, Birmingham, 1973
- Barbican Complex, Londra, 1982
- Banco di Londra, Buenos Aires, Clorindo Testa
- Biblioteca nazionale, Buenos Aires, Clorindo Testa
Note
- ^ Bruno Zevi, p. 407.
Bibliografia
- Emili Anna Rita, Puro e semplice. L'architettura del neo brutalismo, Roma, Edizioni Kappa, 2008, ISBN 978-88-7890-888-8.
- Charles Jencks, Georges Baird e Giorgio Grossi, Il significato in architettura, Bari, Edizioni Dedalo, 1992, ISBN 978-88-220-0404-8.
- Bruno Zevi, Storia dell'architettura moderna, Torino, Einaudi, 2004 [1975], ISBN 978-88-06-16903-9.
- (EN) Reyner Banham, The New Brutalism, Londra, 1966 [1955], ISBN 978-0-85139-460-2. URL consultato il 20 marzo 2014.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni sul brutalismo
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su brutalismo
Collegamenti esterni
- Brutalismo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Luigi Prestinenza Puglisi, Parte 5: 1944-1956, Capitolo 1: Risvegli - 1.2 Le Corbusier e il brutalismo
- Fabrizio Aimar, Brutalismo, obiezione di coscienza?