Giuseppe Emanuele Modigliani: differenze tra le versioni
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Template:Membro delle istituzioni italiane Giuseppe Emanuele Modigliani (Livorno, 28 ottobre 1872 – Roma, 5 ottobre 1947) è stato un politico e antifascista italiano.
Biografia
Modigliani nacque a Livorno il 28 ottobre del 1872 da una famiglia ebraica, primogenito dei quattro figli (i fratelli erano Margherita, Umberto ed Amedeo, quest'ultimo divenuto poi un celebre e rinomato pittore) di Flaminio Modigliani, livornese discendente da una famiglia originaria di Roma, e di Eugénie Garsin, francese originaria di Marsiglia, ambedue atei. Durante gli studi universitari (conseguirà una laurea in giurisprudenza) si avvicina al movimento socialista.
Nel 1894 è tra i fondatori del sezione livornese del Partito Socialista Italiano, divenendo l'anno successivo anche consigliere comunale della sua città e promuovendo la nascita delle Camere del Lavoro e la diffusione del movimento socialista nell'area pisana, senese e nella Maremma. Collaborò al periodico socialista La Martinella di Colle di Val d'Elsa dove tenne anche diversi comizi.
Dopo il servizio militare ritorna alla sua attività politica divenendo segretario del Partito Socialista in Toscana.
Arrestato a Piacenza, dove dirigeva un giornale, verrà processato insieme all'intero gruppo dirigente socialista e condannato a sei mesi di carcere. Proseguirà la sua militanza come amministratore locale ed organizzatore del movimento sindacale e cooperativo.
Complesso fu il suo rapporto con Filippo Turati, con cui condivideva la visione riformista (dentro cui rappresentava l'ala più a sinistra), fu molto vicino invece alle posizioni di Gaetano Salvemini.
Deputato dal 1913 fu assai apprezzato per le sue doti dialettiche e la sua notevole preparazione, assunse posizioni anti-interventiste sulla Grande guerra, portando la sua posizione alla conferenza di Zimmerwald.
Nella serrata dialettica interna ai socialisti degli anni venti cercò, senza successo, di evitare la scissione fra riformisti e massimalisti. Dichiarato decaduto nel 1926 assieme agli altri parlamentari dell'opposizione, rappresentò come avvocato la parte civile nel processo relativo all'omicidio di Giacomo Matteotti, quando ormai il fascismo si consolidava al potere.
Insieme alla moglie Vera intraprese la via dell'esilio, continuando la sua attività di propaganda antifascista e divenendo rappresentante italiano all'Internazionale socialista.
Rientrato in Italia, con la salute assai compromessa, fu membro della Consulta nazionale e della Assemblea Costituente. L'11 gennaio 1947 partecipò alla scissione di Palazzo Barberini divenendo presidente del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (divenuto poi Partito Socialista Democratico Italiano).
Voci correlate
Collegamenti esterni
- sito ufficiale Fondazione Modigliani ESSMOI, su fondazionemodigliani.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 74651991 · ISNI (EN) 0000 0000 8155 3571 · SBN RAVV050317 · BAV 495/222357 · LCCN (EN) n86138217 · GND (DE) 118917951 · BNF (FR) cb12288972q (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n86138217 |
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