Rito latino: differenze tra le versioni
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Versione delle 10:03, 14 ago 2014
Il rito latino è un termine utilizzato in documenti della Chiesa cattolica per indicare le chiese cattoliche d'occidente, distinte dalle chiese cattoliche che seguono invece i riti orientali.
Il rito latino, chiamato anche rito occidentale, si è sviluppato nell'Europa occidentale e nell'Africa del nord, aree in cui il latino era la lingua di studio e cultura. A volte viene usato come sinonimo di Chiesa latina, come ad esempio nel primo canone delle edizioni del 1917 e 1983 del Codice di diritto canonico.
Il termine rito latino o occidentale viene anche usato in riferimento a una o più forme di liturgia in uso in varie parti di questa porzione di chiesa cattolica. I riti latini o occidentali sono:
- Rito romano, diffuso da Roma in tutto l'Occidente;
- Rito ambrosiano (da Sant'Ambrogio), usato nell'Arcidiocesi di Milano e in alcune parrocchie limitrofe, anche della Svizzera;
- Rito gallicano usato anticamente in Francia, Spagna e nord Europa e in gran parte sostituito da quello romano per iniziativa di Carlo Magno, rimasto come rito lionese (nell'Arcidiocesi di Lione, diocesi primaziale di Francia);
- Rito mozarabico, usato dai cristiani spagnoli sotto la dominazione araba, reintrodotto nel XVI secolo e tuttora conservato in una cappella della cattedrale di Toledo;
- Rito di Braga, da poco reintrodotto dell'Arcidiocesi di Braga un tempo primaziale del Portogallo.
Esistono anche altri riti latini, ora caduti per lo più in disuso, tra i quali quelli di molti ordini religiosi (ad esempio il rito benedettino e il rito domenicano).
A volte viene impiegato il termine "cattolico romano" come sinonimo di "rito latino", ma mai in documenti ufficiali della chiesa cattolica.
Il rito latino si distingue dagli altri non solo per le differenti liturgie, ma anche per caratteristiche come la cresima (impartita spesso al raggiungimento dell'età della ragione), il celibato dei preti, la scelta dei vescovi da parte del Papa.
Le chiese orientali differiscono in diverse maniere dalla tradizione occidentale: ad esempio le chiese cattoliche orientali nei loro territori ordinano presbiteri anche uomini sposati; i loro patriarchi e arcivescovi maggiori riuniscono i rispettivi sinodi per eleggere direttamente i vescovi e il papa si limita a riconoscerli e a confermarli.