Cose dell'altro mondo (film 2011): differenze tra le versioni

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Versione delle 18:38, 1 set 2012

«Conviviamo con i fondamentalisti islamici, gli zingari, i fancazzisti albanesi: prendete il cammello e andate a casa!»

{{{titolo italiano}}}
Paese di produzioneItalia
Durata90 min
Generecommedia
RegiaFrancesco Patierno
SceneggiaturaFrancesco Patierno, Diego De Silva, Giovanna Koch
FotografiaMauro Marchetti
MontaggioCecilia Zanuso
MusicheSimone Cristicchi
ScenografiaTonino Zera
CostumiEva Coen
Interpreti e personaggi

Cose dell'altro mondo è un film commedia del 2011 diretto da Francesco Patierno con Diego Abatantuono e Valerio Mastandrea, in concorso al Festival di Venezia 2011[1]. L'uscita del trailer è avvenuta il 4 agosto 2011 e ha provocato la nascita di polemiche da parte di alcuni movimenti politici a causa del personaggio interpretato da Abatantuono, un industriale veneto razzista[2]. L'uscita del film è avvenuta il 3 settembre.

Il film è liberamente ispirato al film A Day Without a Mexican di Sergio Arau (in cui si immagina che, da un giorno all'altro, tutti la manodopera messicana a basso costo, svanisca nel nulla, lasciando dietro di sè, per ovvie ragioni, un'enorme crisi economica) del 2004 e ha ricevuto il riconoscimento di film di interesse culturale nazionale dal ministero per i Beni culturali[3].

Costi

Il film è stato finanziato con 1,3 milioni di euro di soldi pubblici, i detrattori del film hanno criticato il finanziamento pubblico[4].

Riprese

Il film è stato girato a Villorba negli studi dell'emittente La9, all'azienda Came di Dosson e a Casier lungo l'ansa del Sile[5]e a Bassano del Grappa, dato che i permessi per girare il film erano stati rifiutati dal sindaco leghista di Treviso Gian Paolo Gobbo[6]. La tempesta notturna è stata realizzata completamente in computer-grafica 3D.

Trama

Mariso Golfetto (Diego Abatantuono) è un industriale veneto razzista, con molti dipendenti extracomunitari sia nella sua fabbrica che come collaboratori domestici e una relazione extraconiugale con una prostituta nigeriana. La figlia Laura (Valentina Lodovini), maestra elementare, con cui non si parla da anni, ha ad insaputa del padre una storia con un dipendente di colore della fabbrica, dal quale aspetta un bambino. L'ex ragazzo di Laura, un poliziotto di nome Ariele (Valerio Mastandrea), è geloso e tenta di riconquistarla. Anche lui è razzista, ma ha assunto una badante extracomunitaria per la madre.

Una sera va in onda in tv un discorso di Golfetto, il quale in maniera becera chiede che tutti gli extracomunitari tornino ai loro paesi, arrivando a chiamare "uno tsunami purificatore" nei loro confronti. Quella notte stessa, durante un violento temporale tutti gli extracomunitari scompaiono nel nulla senza lasciare traccia.

Il film segue poi le vicende dei vari personaggi, tutti più o meno colpiti dalla scomparsa degli stranieri: Golfetto deve risolvere la grave crisi in cui si trova la sua fabbrica, rimasta con un pugno di operai, e imparare a gestire insieme alla moglie la propria casa privata dei collaboratori domestici, ma è anche profondamente sconvolto dalla sparizione della prostituta con la quale aveva instaurato un profondo rapporto affettivo. Laura è anch'essa distrutta per la sparizione del suo compagno e preoccupata per il bambino che aspetta, ma anche per i numerosi bambini stranieri che aveva nella sua classe. Ariele ha difficoltà a trovare chi si occupi della madre anziana, e su richiesta di Laura si mette ad investigare per trovare le persone scomparse. Le vicende dei tre protagonisti si intrecciano con quelle di un gruppo di bambini che va alla ricerca dei propri compagni di classe spariti, cercandoli in un grosso tubo di scarico di liquidi che si trova in uno stagno, in quanto il padre di uno di loro gli aveva detto che gli stranieri erano andati nelle fogne. Sono inoltre citati di sfuggita numerosi altri disagi dovuti alla scomparsa degli stranieri, come la chiusura di fabbriche, benzinai, ristoranti e altre attività, il sovraccarico degli ospedali per l'assenza di personale infermieristico, la perdita della maggior parte dei raccolti, lo stop dei trasporti per la mancanza di camionisti e numerosi incidenti dovuti all'utilizzo di manodopera non qualificata.

Reazioni

Il deputato leghista Massimo Bitonci ha chiesto al ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan di verificare il carattere culturale della pellicola e Thomas Panto, figlio di Giorgio Panto, imprenditore veneto e ex patron di Antenna Tre Nordest e fondatore del partito venetista Progetto NordEst ha affermato "Il film offende la memoria di mio padre, sono pronto a querelare tutti"[7]. Il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, parlando dell'iniziativa del deputato Bitonci ha affermato "Bitonci ha fatto bene a presentarla, perché solleva un problema del fatto che comunque bisogna finire di inondare i veneti e la gente del Nord di infamia. Vogliono dipingerci come zulù, con tutto il rispetto per gli zulù, ma è ora di finirla. Visto e considerato che poi siamo sempre noi a pagare il conto di famiglia e le bollette a fine mese"[8].

Curiosità

La sequenza con la gondola che da il via al "falò della vecchia" viene proposta "alla rovescia". Infatti Il poppièr ha lo scalmo a destra e non a sinistra e anche la posizione del provièr è invertita. In una scena successiva viene mostrata la barca con la normale disposizione.

Note

Collegamenti esterni

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